FYI.

This story is over 5 years old.

salute mentale

Perché i disturbi mentali si manifestano spesso intorno ai vent'anni?

C'è un motivo ben preciso se l'immagine dell'adolescente spaventato, confuso e agitato è un cliché. Ma perché i problemi mentali compaiono spesso a quell'età? Ne abbiamo parlato con un'esperta.

Joel Benjamin

C'è un motivo ben preciso se l'immagine dell'adolescente spaventato, agitato e confuso è un cliché. Tra l'andare a vivere fuori di casa, l'università, il lavoro, lo scarso sonno, una vita sessuale movimentata e gli eccessi, diventare adulti è davvero difficile. Non dovrebbe quindi sorprendere se, nell'immaginario comune, questo periodo è associato alla crisi e all'esaurimento nervoso. Ma è davvero così? E la comparsa di problemi mentali nell'adolescenza è una questione ambientale o biologica?

Pubblicità

Per capirlo ho chiamato la dottoressa Johanna Jarcho del National Institute of Mental Health, che studia lo sviluppo cerebrale nelle persone con problemi mentali, focalizzandosi sopratutto sui disturbi legati all'ansia.

VICE: Spesso si sente dire che le malattie mentali tendono a manifestarsi per la prima volta durante l'adolescenza o verso i vent'anni. Questa affermazione sembra coincidere con la mia esperienza, ma ha qualche fondamento scientifico?
Dott. Johanna Jarcho: Sì, la maggior parte dei problemi legati alla salute mentale emerge durante l'adolescenza o intorno ai vent'anni. Ad esempio, il 90 percento degli adulti che soffre di problemi d'ansia ha avuto lo stesso problema durante l'adolescenza. In poche parole, è difficile che il disturbo si sviluppi durante l'età adulta: spesso emerge durante l'adolescenza e prosegue durante l'età adulta. Ci sono studi che suggeriscono che è così perché durante l'adolescenza il cervello subisce una notevole trasformazione.

Allo stesso tempo, però, l'adolescenza è anche un periodo di grandi cambiamenti per i ragazzi, sia dal punto di vista sociale che da quello economico—cose tipo l'università, il lavoro e l'andare a vivere da soli. C'è un modo di quantificare gli effetti dell'ambiente e quelli della biologia?
Alcuni disturbi mentali sono di origine più prettamente genetica. La schizofrenia e il bipolarismo, per esempio, sono quasi sempre ereditari. Se hai un parente di primo grado—un genitore o un fratello—che soffre di un disturbo del genere, il rischio che possa svilupparlo anche tu è più elevato. I fattori ambientali possono contribuire a esacerbarlo. Per altri disturbi, come l'ansia e la depressione, il fattore genetico conta meno.

Pubblicità

Quindi un disturbo mentale non è una cosa inevitabile, qualcosa che si è destinati ad avere o a non avere?
No. Molti di noi tendono a focalizzarsi sugli aspetti negativi, ma bisogna sapere che proteggersi dai disturbi mentali è possibile, anche se si è a rischio. Frequentando un ambiente sociale sbagliato si può favorire l'insorgere di una malattia.

A cosa bisogna fare attenzione?
La cosa più importante è sapere se si è a rischio. Metti caso che tu abbia un genitore con una certa patologia: quello è certamente un fattore di rischio. Se da bambino hai avuto difficoltà a inserirti a livello sociale, quello è un altro fattore di rischio. L'educazione che riceviamo da piccoli influenza notevolmente il modo in cui affrontiamo gli ostacoli dell'età adulta.

Mettiamo che una persona inizi a presentare i sintomi di un disturbo mentale. Cosa potrebbe fare per limitare i danni?
Sicuramente cercare aiuto il prima possibile—preferibilmente quando si è ancora giovani. È un po' come per i vizi: col tempo si rafforzano, e una volta che si sono stabilizzate diventano biologici. Più durano, più diventa difficile smettere. Se pensi che ci sia qualcosa che non va, dovresti cercare aiuto prima che quel "qualcosa che non va" diventi una crisi e inizi ad avere un impatto profondo sulla tua vita.

Penso che nella realtà però molti facciano questo discorso: "Forse sono un po' depresso, forse ho un po' d'ansia, ma in realtà sto bene." Non vogliono andare da un medico e investire tempo e denaro se non sono sicuri che sia assolutamente necessario.
Più si aspetta, più i sintomi possono peggiorare. Il risparmio è a breve termine, ma nel lungo periodo si spende molto di più. Nei disturbi fisici la nostra società lavora molto sulla prevenzione, ma lo stesso non si può dire di quelli mentali.

Pubblicità

Cosa ne pensi dei forum di autodiagnosi e degli altri strumenti del genere su internet?
Penso che, dato che c'è ancora un pregiudizio contro chi si rivolge a un professionista per i disturbi mentali, la gente tenda ad affidarsi a internet. Può essere un buon primo passo e può servire a capire che non si è i soli ad avere certi problemi. Ma di certo non equivale a una cura. È importante riuscire ad andare da un esperto e dire, "Ho bisogno di aiuto." Certo, più risorse ci sono meglio è, specie per chi non può permettersi le cure psicologiche e psichiatriche. Può far paura. Internet può essere utile, ma non ti può dare una diagnosi né è sicuro che ti porti sulla strada della guarigione. Ma avere più informazioni è sempre positivo.

C'è un problema di disinformazione su questi argomenti?
Allora, mettiamo ad esempio che una persona si diagnostica una depressione. Per qualcuno riuscire ad etichettare in qualche modo quello che sente può essere utile, per qualcun altro può essere pericoloso. Ognuno è diverso, e per questo riuscire a trovare una cura specifica per la propria situazione è molto importante.

Su internet ci sono cose interessanti, come servizi sanitari online o videogiochi che aiutano a combattere l'ansia. Penso che la gente speri in cose del genere perché sogna delle cure semplici, rapide e gratuite, ma al momento non sono possibili. Inoltre su internet ci sono anche un sacco di metodi di cura strani privi di fondamento scientifico. Anche per questo penso sia meglio cercare l'aiuto di un professionista.

Per quanto riguarda la salute mentale e la salute in generale, quello che "sappiamo" sembra poter cambiare da un momento all'altro. Per fare un esempio, un giorno leggo un articolo su nuovi studi che affermano che il vino rosso fa male, e il giorno dopo trovo un articolo che afferma il contrario. Quanto di quello che pensiamo di sapere è destinato a cambiare nel giro di pochi anni?
È una sensazione che accomuna un po' tutti. Ci aspettavamo che a questo punto avremmo saputo molte più cose. Per tornare alla genetica: quando è stato mappato il genoma umano, abbiamo pensato, Bene, adesso sappiamo tutto. Adesso sarà tutto chiaro e metteremo tutto a posto. Ora che abbiamo una maggiore comprensione delle cause dei disturbi mentali, abbiamo capito che è ben più complicato.

Spesso la stampa mette giù le cose in termini estremamente semplicistici, dando delle false speranze. Scrivono, "Scoperta la zona del cervello in cui si sviluppa la depressione" come se fosse possibile, come se bastasse individuare il punto giusto, ripararlo e mettere le cose a posto. Nella realtà è tutto molto più complicato. Io spero davvero che in 10 o 15 anni saremo in grado di identificare meglio i sintomi dei disturbi mentali nelle loro fasi iniziali.

C'è qualcos'altro che l'adolescente medio dovrebbe sapere riguardo alla salute mentale?
Dovrebbe sapere che la maggior parte dei disturbi mentali che si hanno durante l'adolescenza di solito spariscono. Questa cosa può dare un po' più di speranza. Ma dovrebbe anche sapere che, se è uno di quelli a cui i disturbi rimarranno, è molto meglio se si fa vedere il prima possibile. Non deve pensare che andare dallo psicologo sia qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa da fare solo in un momento di crisi particolarmente profonda. Deve vederla più come un controllo di routine. Bisogna parlare dei propri problemi subito, non lasciare che si aggravino.

Segui Hanson su Twitter.