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Addio, e grazie per tutta la coca

A 69 anni e con centinaia di omicidi sulle spalle, Griselda Blanco è stata uccisa. Ecco la storia della regina colombiana della droga.

Griselda Blanco (chiamata anche La Madrina, la Vedova Nera e la Regina della Coca) è stata uccisa alle tre del pomeriggio di lunedì fuori da una macelleria di Medellín, in Colombia, dove due uomini in moto l'hanno freddata con un paio di colpi alla testa. Sul movente, nessuno ha dubbi: oltre ad aver contrabbandato tonnellate di cocaina dalla Colombia agli Stati Uniti e aver accumulato una fortuna che farebbe impallidire anche i magnati di oggi, pare che Griselda sia stata la mandante di oltre 200 omicidi commessi tra Colombia, Florida, California e New York.

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La lista delle vittime dell'organizzazione criminale di Griselda Blanco compilata dalla polizia della contea di Miami-Dade.

Per decenni, le forze dell'ordine e i media l'hanno considerata la responsabile dell'introduzione della pratica degli omicidi in moto, sperimentata dapprima in Colombia e poi esportata dalla stessa Griselda in Florida. Secondo la polizia, è a lei che va attribuita la colpa del triste primato di Miami, capitale americana degli omicidi per tutti gli anni Ottanta.

Le sue imprese criminali sono raccolte in due documentari da me diretti, Cocaine Cowboys (2006) e Cocaine Cowboys II: Hustling with the Godmother (2008). (Se volete potete acquistarli entrambi cliccando sui link, ma non sentitevi obbligati.)

Come l'amico d'infanzia Pablo Escobar, Griselda Blanco nacque nelle povere montagne di Medellìn, e cresciuta durante gli scontri della Violencia, non perse tempo prima di entrare nel business degli assassini. La leggenda vuole che a 11 anni rapì un ragazzino di famiglia benestante e chiese il riscatto. I genitori del sequestrato non pagarono, così lei lo uccise.

Più tardi, anni di prostituzione e contraffazione furono seguiti da una serie di quelli che, per comodità, chiameremo 'matrimoni falliti'. La donna si era guadagnata il nomignolo di Vedova Nera per aver ucciso (o fatto uccidere) svariati mariti. Furono proprio le relazioni con questi uomini, il suo carattere famigerato e la sua iniziale vicinanza a Escobar a consegnarle un ruolo di primo piano nel mondo del traffico di cocaina, altrimenti dominato interamente da uomini.

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Miami News, 21 giugno 1972

Miami News, 30 giugno 1973

La Blanco era nota per usare l'intuito femminile a suo vantaggio. In Colombia aprì una fabbrica di biancheria intima femminile che produceva intimo con tasche segrete così che le mule potessero trasportare la cocaina negli Stati Uniti a bordo di aerei di linea.

Miami News, 4 giugno 1976

Già dalla metà degli anni Settanta, nel Queens di New York era conosciuta come un'importante trafficante. Si sospetta addirittura ci fosse lei dietro il piano del 1976 di trasportare almeno sei chili di coca a Miami a bordo del veliero Gloria, inviato dal governo colombiano nel porto di New York per una parata in occasione del bicentenario degli Stati Uniti—in una sorta di metafora dell'ondata di cocaina colombiana che avrebbe travolto l'America nel decennio successivo.

Nel 1975, Griselda Blanco era tra gli imputati del primo grande processo federale sul traffico di cocaina. Poco dopo si spostò da latitante a Miami, dove i suoi affari esplosero, facendola diventare miliardaria. Per arrivare a quei livelli, però, uccise MOLTE persone. I media paragonavano Miami a Dodge City e Chicago al tempo del proibizionismo. La mandante era sempre lei, tanto per gli omicidi nei centri commerciali affollati quanto per il colpo di baionetta sparato a un trafficante rivale mentre scendeva da un aereo all'aeroporto di Miami.

In quel periodo il 25 percento dei cadaveri all'obitorio presentava ferite da arma da fuoco, e c'erano così tanti corpi che ad un certo punto il medico legale fu obbligato a noleggiare un furgoncino frigo di un Burger King di Miami per fare posto ai corpi in eccesso.

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Dopo la sanguinaria guerra della coca di Miami, Griselda Blanco fuggì in California, dove fu arrestata dall'agente della DEA Bob Palumbo, che l'aveva inseguita per dieci anni.

Jorge "Rivi" Ayala

Scontò la sua pena per crimini legati alla droga in una prigione di Dublin, in California, mentre il sergente Al Singleton della contea di Miami-Dade e la sua squadra CENTAC 26 correvano contro il tempo per mettere in piedi un'accusa di omicidio. Ci riuscirono grazie alla figura di Jorge "Rivi" Alaya, un affascinante sicario di origine colombiana cresciuto negli Stati Uniti, il killer preferito della Blanco. Per usare le parole di Singleton, "Griselda era il nostro John Gotti e Rivi era il nostro Sammy 'The Bull' Gravano."

Nel mentre, si suppone che la Blanco stesse architettando un piano di fuga che prevedeva il rapimento di JKF Jr. e la conseguente richiesta di liberazione in cambio dell'ostaggio.

Nel 1994, prima che riuscisse a mettere in atto il suo piano, Singleton la raggiunse nel carcere di Dublin accompagnato da una scorta di macchine. Probabilmente Griselda dovette credere che fossero quelli dell'Immigration and Naturalization Service, perché chiese dove fossero diretti solo dopo essere salita in macchina. Gli agenti le risposero che la stavano estradando nella contea di Miami-Dade, dove era accusata di tre omicidi, ognuno dei quali le poteva costare la pena di morte. Sopraffatta, la donna vomitò in macchina.

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Fortunatamente per lei, il suo vecchio amico e alleato, lo stesso che aveva permesso di costruire le accuse contro di lei, fece saltare il caso, un po' come aveva fatto con la casa di un nemico della Madrina nel sud della Florida. Rivi (che sta scontando tre ergastoli in un penitenziario in Florida), irresistibile anche per le segretarie del procuratore della contea di Miami, fu implicato in uno scandalo sessuale telefonico che umiliò a tal punto l'avvocato dell'accusa Katherine Fernandez Rundle da spingerla al patteggiamento con la Blanco per evitare altri scandali.

Nel 1998 fu condannata ad altri 20 anni. Mentre era in prigione, due dei suoi quattro figli furono assassinati in Colombia. Nel 2004 tornò in libertà.

Rilasciata dal penitenziario in Florida fu deportata in Colombia, ed è lì che ha vissuto fino a pochi giorni fa, in una lussuosa casa posta in un quartiere di Medellín che viene descritto un po' come la "Bel Air colombiana", una comunità esclusiva con tanto di guardie armate.

Sebbene lunedì le abbiano sparato, la Blanco può essere definita, per molti aspetti, una sopravvissuta. Ha resistito alla guerra della coca, è sfuggita alle autorità americane per anni, ha scontato la sua pena, ha vissuto più a lungo di Pablo Escobar e, alla fine, è morta da donna libera. O, almeno, libera per quanto potesse esserlo una persona come Griselda Blanco.

Oggi restano i suoi figli Dixon Trujillo, che pare viva in Colombia, e Michael Corleone Sepulveda, residente a Miami fino al recente arresto per cocaina. Restano anche centinaia (e forse anche migliaia) di parenti delle sue vittime, tra i quali almeno uno talmente pieno di rancore da avere deciso di ucciderla fuori da una macelleria di Medellín.

Billy Corben è il co-produttore e regista di Cocaine Cowboys.