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stili di gioco

Sudafrica 2010: l'Italia peggiore degli ultimi anni

In quattro anni succedono molte cose ed è facile dimenticarsi da dove si viene. Per chiudere la nostra mini-serie abbiamo riguardato l'ultima partita dell'Italia in un Mondiale: quella con la Slovacchia del 2010.

Siamo arrivati al Mondiale e all'ultima puntata della mini-serie di preparazione (ma Stili di Gioco continua), perciò mi sembrava giusto chiudere il cerchio riguardando l'ultima partita dell'Italia in un Mondiale: quella con la Slovacchia del 2010.

In quattro anni succedono molte cose ed è facile dimenticarsi da dove si viene. Se volete fomentarvi è meglio Italia - Brasile del 1982, ma la visione di questa partita potrà riconciliarvi, anche solo per un'ora e mezza, con l'attuale CT della Nazionale Claudio Cesare Prandelli, che ha preso in mano proprio questa Nazionale (l'annuncio era stato dato prima del Mondiale).

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Anzi, se usate soprannomi come “Perdelli” e dite che sembra un prete, se la questione del codice etico vi sembra ipocrita e avete una lista nera di giocatori che chiaramente non andrebbero convocati ma Prandelli convoca solo per simpatia o perché schiavo dei poteri forti, se siete fan di Zeman e vorreste che allenasse tutte le squadre allo stesso tempo e in particolare l'Italia facendo giocare il Mondiale ai giocatori del Pescara della stagione 2011/12 o se pensate che Balotelli sia sopravvalutato e il Mondiale dovrebbe guardarselo da casa, allora la (re)visione di questa partita per voi è d'obbligo.

La partita con la Slovacchia dovrebbe essere una ferita ancora aperta, ma noi italiani sappiamo perdere persino troppo bene. Siamo un Paese di allenatori ma nessuno di noi perde mai il posto e se quello seduto sulla panchina fa una figuraccia è tutta colpa sua. Non esiste un movimento calcistico italiano né una vera e propria un'idea moderna di gioco “all'italiana” (cioè bisogna risalire a Brera e al catenaccio) perché, come giustamente ha detto Prandelli siamo il Paese del tutti contro tutti.

Adesso che ci penso forse è solo un problema di memoria corta perché sembriamo aver dimenticato la finale dell'Europeo di due anni fa. Per fortuna con internet non è difficile rinfrescarsi la memoria.

Quattro anni fa l'Italia giocava così, nel primo tempo della peggiore Italia che io ricordi.

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Non ho visto questa partita in diretta perché bloccato a Fiumicino (i biglietti li aveva presi la mia ragazza) e dopo aver protestato perché mi sembrava assurdo che non ci fosse un televisore con la partita negli spazi d'attesa sono finito ad ascoltare gli ultimi minuti di radiocronaca nel negozio di occhiali all'interno del terminal. Ovviamente dopo mi sono accontentato degli highlight e come tutti ho seppellito nella memoria la vergogna.

Quindi questa per me è una prima volta. E non conosco neanche abbastanza bene Lippi da sapere quali sono le sue idee di gioco; so che è un allenatore pragmatico che adatta la formazione alle circostanze e ricordo le polemiche per la non convocazione di Cassano reduce dalla stagione che ha portato la Sampdoria a giocare i preliminari di Champions (le voci parlavano di una rissa con il figlio di Lippi, ma tanto non lo sapremo mai).

Non ho voluto riguardare le due partite precedenti, ma dopo aver pareggiato 1-1 sia con il Paraguay di Tata Martino che con la Nuova Zelanda, andando in svantaggio in entrambe le partite, all'Italia bastava addirittura un pareggio (sperando che la Nuova Zelanda non battesse il Paraguay, come è stato) per passare il girone con la miseria di tre punti. La Slovacchia aveva perso 0-2 con il Paraguay e pareggiato 1-1 con la Nuova Zelanda (subendo il gol al terzo minuto di recupero del secondo tempo). Insomma, anche se eravamo partiti male non sembrava proprio un'impresa passare il girone. E poi faticare nel girone fa parte della nostra tradizione: nel '94 siamo passati come terzi, dopo aver perso con l'Irlanda, vinto con la Norvegia e pareggiato con il Messico, e poi siamo arrivati in finale.

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La partita comincia e dopo 12 secondi di gioco (0:24 del video qui sopra) Di Natale prova un pallonetto al volo da trequarti di campo. L'Italia gioca con una 4-5-1 con Pepe largo a destra e Di Natale a sinistra, ma Di Natale finisce quasi sempre sulla linea di Iaquinta unica punta. Il triangolo a centrocampo è formato da De Rossi al centro, Gattuso e Montolivo. Quando Montolivo si alza (nei pochi momenti di possesso nella metà campo slovacca) sembra quasi un 4-2-3-1. Ma Di Natale ripiega davvero sul terzino destro quando hanno palla loro.

La prima pseudo-occasione in assoluto è nostra (3:18), con Di Natale accentrato che serve Iaquinta dietro le spalle dei difensori. La palla è lenta e mentre Iaquinta la fa scorrere sul sinistro un difensore slovacco lo ha quasi raggiunto; Iaquinta calcia di prima intenzione, rasoterra a due metri dal primo palo. Poco dopo (5:47) la prima vera occasione della partita è della Slovacchia. Ed è preoccupante per la banalità con cui l'Italia va in difficoltà a difesa schierata. Su un lancio del terzino sinistro slovacco da metà campo (Pepe per qualche motivo difende a zona senza mettergli pressione, a tre o quattro metri di distanza, mentre il resto dell'Italia marca a uomo dietro di lui) Vittek la prende di testa tra Cannavaro (con il corpo verso il pallone e nessun avversario nella sua zona) e Chiellini che ha stretto in marcatura. Vittek la prende di testa e serve in modo un po' goffo l'inserimento di Hamsik che passa alle spalle di tutti i centrocampisti, nella voragine che separa Chiellini e Criscito. Hamsik calcia al volo di sinistro fuori. De Rossi alza il braccio e la difesa si lamenta per un presunto fuorigioco.

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Di solito quando la palla è su un lato del campo la squadra che difende concentra giocatori da quella parte, e la fascia opposta diventa “il lato debole”. In questo caso però il lato debole è praticamente 2/3 della larghezza intera del campo e Hamsik ci si tuffa come un ragazzino dallo scoglio più alto della spiaggia.

Hamsik aveva ventidue anni ed era già da tre anni al Napoli e anche se non posso ricordare la stagione 2009/10 nel dettaglio, noto che è quella in cui ha segnato più gol. Che si trattasse di un giocatore eccezionale negli inserimenti forse si era già capito e il livello di impreparazione dei giocatori italiani in campo mi sembra incredibile. Poco più tardi (14:35) Hamsik si inserisce di nuovo su un lancio dalla sinistra e stavolta scappa chiaramente a De Rossi, taglia tra Cannavaro (che si è fatto portare fuori zona dal secondo  attaccante) e Chiellini si stacca dalla marcatura su Vittek per provare a chiudere Hamsik in angolo. Hamsik però aveva davvero molto spazio e riesce a crossare, Marchetti blocca in uscita bassa. Al centro dell'area Vittek era rimasto solo perché Criscito ancora una volta era lontanissimo da Chiellini.

Dopo circa un quarto d'oro il possesso palla è 60-40 percento favore della Slovacchia e l'Italia, le rare volte che recupera palla, non sembra avere delle vere e proprie transizioni offensive. Fondamentalmente proviamo a buttare la palla oltre i difensori slovacchi, che vanno anche in confusione ma non corrono veri e propri pericoli. Loro sono visibilmente più sicuri e (23:00) addirittura Skrtl, l'unico slovacco insieme a Hamsik e Kucka del Genoa di cui so qualcosa di più di quello che capisco da questa partita, e quindi so che non è un difensore molto tecnico e che si spinge raramente in avanti se non su calcio d'angolo, parte in slalom da metà campo e arriva fin dentro la nostra area di rigore.

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La Slovacchia passa giustamente in vantaggio. Su un cross basso dalla nostra destra (24:13) Chiellini anticipa facilmente Vittek e la scambia prima con Cannavaro poi con De Rossi bassissimo che sbaglia il passaggio per Montolivo a due metri, un centrocampista slovacco intercetta e verticalizza su Vittek con Chiellini che scivola tentando l'anticipo, Vittek nel buco calcia all'angolino basso alla destra di Marchetti. Una serie di errori di posizione e tecnici davvero disastrosa.

Adesso, come dice il commentatore Espn: “Italy is in big trouble.”

L'azione del gol. Mi viene in mente che forse per quella partita avevano provato a introdurre un nuovo tipo di fuorigioco in orizzontale. In questo caso la linea italiana sarebbe impeccabile. De Rossi sbaglia il passaggio, ma è anche vero che non ha altre linee di passaggio.

La reazione italiana è in un taglio di Pepe da sinistra a destra palla al piede (24:50), un movimento da trequartista esterno moderno, alla Hazard, peccato che il tiro non sia come quelli di Hazard. La regia di Espn inquadra la faccia preoccupata di Buffon. De Rossi non è in giornata e sbaglia quasi tutti i lanci, anche i cambi di campo sul terzino dalla parte opposta. La Slovacchia di nuovo in avanti (34:07) con un tiro di Strba da 40 metri, Marchetti devia in angolo e la regia inquadra Buffon. Poi (35:03) Pepe sbaglia una sponda per Montolivo e Hamsik riparte velocissimo sulla destra. Ma anche loro davanti hanno solo Vittek e per Hamsik, dopo la bella corsa, è molto difficile trovarlo a centro area rasoterra.

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La regia inquadra la panchina: De Sanctis, Camoranesi, Bocchetti, Maggio, Quagliarella, Marchisio, Bonucci, Pazzini, Gilardino, Palombo, Pirlo, Buffon in piedi. Commentatore Espn: “Every picture tells a story.” Più avanti dice anche: “Italy are too bad to be true.”

La nostra più grande occasione (oltre a un tiro di Montolivo - 37:30  - debole e fuori) è un colpo di testa di Skrtel (40:05) che manda un cross di Zambrotta da prima della trequarti sulla rete sopra la traversa. Poi (47:35) un tiro al volo da fuori area di Kucka (a qui tempi allo Sparta Praga) che finisce vicina al primo palo e un cross (48:15) di Di Natale dalla destra per Montolivo che calcia al volo da dentro l'area ma scivola. Come più rappresentativo di questo primo tempo ho scelto un movimento di Pepe da sinistra a destra, un taglio veramente inutile che vale la pena seguire:

Pepe parte da qui:

Passa da qui:

E finisce la sua accelerazione senza senso qui:

Sono contento di aver scelto questa partita perché mi rendo conto che ne avevo una memoria basata sui commenti generici del giorno dopo, e dei commenti generici non so cosa farmene adesso che non sono più incazzato per l'eliminazione. I commenti del giorno dopo si trasformano per forza di cose in giudizi definitivi e non c'è spazio per cose assurde tipo questa di Pepe.

Si è parlato di generazione al tramonto e di giocatori senza motivazioni. Su Repubblica Crosetti scriverà: “In difesa Cannavaro è un ex giocatore e quasi tutti gli altri sono bolliti.” In effetti di quei 23 in rosa solo sei sono stati convocati da Prandelli quest'anno (sette se Montolivo non si fosse infortunato). Sul Guardian il giudizio è più sfumato: “L'Italia è stata sovrastata da una squadra più giovane e veloce”. Vittek a fine gara dirà: “Eravamo la squadra migliore, per questo siamo passati noi”. Anche se poi ammette che non si aspettavano di avere tutto quel “controllo” sulla partita.

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Nel secondo tempo Lippi fa entrare Maggio e Quagliarella per Criscito e Gattuso. Zambrotta va a fare il terzino sinistro e Montolivo si mette vicino a De Rossi: 4-2-3-1/4-3-2-1 con Quagliarella a sinistra e Di Natale al centro dietro a Iaquinta, Pepe che fa avanti e indietro sul centro-destra. Dopo dieci minuti entra anche Pirlo (forse ancora infortunato) ed esce Montolivo. L'Italia è decisamente messa meglio in campo anche se continua a sembrare più lenta e prevedibile della Slovacchia che, sinceramente, gioca meglio di noi quando ha la palla tra i piedi.

Se non ricordo male nel secondo tempo succedono cose più interessanti.

Poco prima dell'ingresso di Pirlo l'Italia costruisce un'occasione limpida (10:51 del video qui sopra) battendo un fallo laterale dalla sinistra e cambiando gioco su Maggio, che serve Di Natale in un taglio interno/esterno che lo porta davanti alla porta ma di spalle: Di Natale ruota su se stesso in corsa e senza equilibrio calcia malissimo (gli abbiamo visto fare gol più difficili).

Adesso il baricentro è più alto e riusciamo a recuperare palla più facilmente. Di Natale calcia da fuori area sul portiere (17:47) pochi minuti prima dell'occasione di Quagliarella (21:55) che stoppa di coscia un cross dal fondo di Pepe che scavalca il portiere e arriva sul secondo palo, Quagliarella calcia in diagonale verso la porta vuota ma Skrtl respinge sulla linea o poco dopo la linea, non lo so. A me sembra dentro ma non ne sono sicuro. Comunque Webb decide che non è gol.

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La Slovacchia continua ad essere pericolosa con gli inserimenti di Hamsik e dopo due calci d'angolo consecutivi (28:45) Vittek, appostato sul primo palo, con Chiellini vicino ma non in contatto, segna il 2-0 su una palla intelligentissima di Hamsik, calciando tra Marchetti e il primo palo. Manca poco più di un quarto d'ora al fischio finale.

La regia inquadra Cannavaro che si pulisce la bocca e sputa per terra e Marcello Lippi con l'aria inconsolabile in panchina.

Dai, è quasi finita.

Commentatore Espn: “Look at the Italian faces. Just look at them.”

La Slovacchia riesce a rialzare il baricentro tenendo il pallone nella nostra metà campo ma su una ripartenza non velocissima (35:50) Quagliarella parte in slalom dalla destra, triangola con Iaquinta e solo davanti al portiere se la fa parare; la palla respinta, però, arriva sui piedi di Di Natale che mette dentro a porta vuota (aveva avuto un'occasione di sinistro poco prima – 34:30 - ma anche lui aveva calciato sul portiere). Segue rissa nella porta slovacca per recuperare il pallone.

In teoria dovrebbero essere i dieci minuti decisivi per l'Italia. Non so se in quel momento era finita già la partita della Nuova Zelanda ma il commentatore dice che se l'Italia riesce a pareggiare passa il turno. L'Italia aumenta la pressione con un'energia che fino a poco fa non aveva. Pepe recupera un pallone importante su Hamsik (40:00) e sull'azione che segue Di Natale crossa basso per Quagliarella che segna, ma Webb fischia un fuorigioco che mi sembra ci sia seppur di pochissimo, non lo so, giudicate voi:

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Per me quella del fuorigioco è una regola ingiusta quando è applicata al millimetro, dovrebbe servire solo per evitare attaccanti panzoni che si mettono davanti al portiere.

L'Italia continua a provarci anche se in modo casuale con cross lunghi e iniziative individuali, esponendosi però a ripartenze tipo quella (43:13) che porta al fallo laterale da cui nasce il terzo gol slovacco (44:00). Sull'inserimento di Kopunek la difesa italiana è di una passività innaturale. Maggio, Cannavaro e Chiellini sono a tre metri dalla rimessa, con un solo slovacco in mezzo e De Rossi è più lento di Kopunek che era appena entrato (per un errore di comunicazione stava per entrare al posto di Strba nel primo tempo dopo che Gattuso gli aveva aperto involontariamente il ginocchio, ma Strba è tornato in campo con una fasciatura e Kopunek è tornato a sedersi con un sorriso amaro). Il pallonetto con cui anticipa e scavalca Marchetti (anche lui poco reattivo) è molto bello e quello era il primo pallone che toccava.

Webb dà 4 minuti di recupero e durante il secondo (47:10) Quagliarella se ne esce con un gol dei suoi, un cucchiaio da cinque metri fuori area che sale sopra la mano testa del portiere slovacco e scende sotto l'incrocio dei pali. Poi festeggia con quel gesto sull'orecchio che di solito fa Luca Toni. Forse ce l'ha con Lippi, ma insomma anche lui poteva svegliarsi prima. Giustamente i giocatori slovacchi perdono tempo e Webb prolunga il recupero, su una rimessa lunga di Chiellini (50:45) Pepe ha la palla del 3-3 sul secondo palo ma calcia fuori in modo indegno. Tutti con le mani nei capelli. Si arriva a metà del 96° minuto di gioco e Webb fischia la fine.

Dopo la partita Lippi dirà: “Mi prendo tutte le responsabilità. Nessuna esclusa, perché se una squadra si presenta così a un appuntamento così importante con la paura nella testa e nel cuore significa che l’allenatore non l’ha preparata bene sul piano fisico, psicologico, tattico. Penso soprattutto su quello psicologico. Mi dispiace per la Federazione, per il presidente, per gli appassionati di calcio italiano. Potevamo far fare una figura diversa al nostro calcio.”

Forse sarebbe stato giusto dire che è passata la squadra migliore. L'idea che l'Italia ha perso una partita che avrebbe potuto facilmente vincere è falsa e serve solo a rassicurarci sul fatto che l'Italia è l'Italia e parte sempre e comunque favorita.

Parafrasando il titolo di un libro che non ho letto: spero che tutto questo dolore vi sarà utile, a partire da sabato. L'Italia non è la favorita di questo Mondiale e quando alla prima difficoltà avrete voglia di cercare un capro espiatorio ripensate a questa partita.

Alle brutte pensate che almeno nel calcio il vostro dolore è comunque la gioia di qualcun altro:

Segui Daniele su Twitter: @DManusia