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Macro

Dentro il mondo dei sosia professionisti italiani

Finché ci sarà gente disposta a pagare per credere anche solo per qualche secondo di trovarsi di fianco a una celebrità, ci saranno i sosia. Ecco chi sono quelli italiani.

Sosia a Sanremo. Foto di Niccolò Carradori.

Questo post fa parte di Macro, la nostra serie su economia, lavoro e finanza personale in collaborazione con Hello bank!

È il 1985. Romano Sommadossi, camionista, sta prendendo un caffé in un Autogrill. "Nel bar entrarono tre persone, due uomini e una donna, che iniziarono a parlarmi in americano. A un certo punto realizzai che mi avevano scambiato per Stallone." Vent'anni dopo, Sommadossi spiega com'è riuscito a guadagnarsi da vivere grazie alla sua somiglianza con Silvester Stallone, recitando in film e finendo in show televisivi. "Mi dissero che lavoravano nel cinema e stavano andando a Cinecittà. Mi chiesero il numero di telefono e promisero di chiamarmi. Mantennero la parola."

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Un sosia è una persona che, ritenendo di somigliare a un personaggio famoso, ne emula la presenza e le esibizioni per divertimento o per lavoro. Anche se scorrendo l'elenco dei volti dei sosia che si trovano sui siti delle agenzie si ha l'impressione di attraversare una specie di universo parallelo abitato da cloni difettosi, l'esistenza della figura del sosia non è soltanto un capriccio di una porzione freak e un po' felliniana d'umanità. Molta gente, infatti, è disposta a pagare per credere anche solo per qualche secondo di trovarsi di fianco a una celebrità.

Carol Woodle, sosia di Oprah Winfrey, ha raccontato al Columbia Chronicle di quando un'anziana signora le ha chiesto in lacrime di posare con lei in foto, pur sapendo che non si trattava della Oprah originale: "Pensava che fossi la cosa più vicina a lei che avrebbe mai potuto raggiungere." Woodle oggi guadagna dai 500 ai 1500 dollari a esibizione.

Quello del sosia infatti è un vero e proprio business che fa girare migliaia di euro e che a molti dà da vivere per un'esistenza intera. Poche settimane fa, per esempio, ha cominciato a circolare la storia del caso di Derrick Barry, un ragazzo di 31 anni che ha dichiarato di aver guadagnato più di 500mila dollari travestendosi da Britney Spears—prima per divertimento ad Halloween, poi per lavoro—e di aver deciso di intraprendere definitivamente questa carriera.

Il fenomeno vive a cavallo fra amatorialità e professionismo, così se da un lato ci sono persone che si accontentano di poco senza ambire a carriera o guadagni, dall'altro ci sono agenzie con roster pieni di sosia pronti per essere arruolati per le vostre feste, piazzati in show televisivi o calati in piscine gonfiabili per fare la lotta nella schiuma o nel fango. Si stima che negli Stati Uniti gli "impersonator" siano circa 20mila, con trattamenti economici che possono raggiungere i 2700dollari a settimana.

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In realtà, almeno in Italia, "non c'è un costo definito, e varia in relazione al personaggio di riferimento, alla qualità del sosia, alla concorrenza e al contesto" mi spiega Alex Carrera dell'agenzia Alex Carrera Show Management, proprietaria del portale Sosia.biz—uno dei più importanti database del settore in Italia. "Posso dirle però che i sosia migliori possono arrivare a guadagnare anche più di 2000 euro al mese, ma parliamo dei migliori al mondo."

"Il più grande database di sosia al mondo."

Grab dal sito Sosia.biz

Bisogna distinguere, quindi. È difficile capire quale potrebbe il guadagno medio di un sosia italiano nel 2015, ma in linea generale "quelli che realizzano spettacoli guadagnano circa 200-300 euro a esibizione, fino ad arrivare anche a 3000 quando lavorano con una band dal vivo." Una cifra suscettibile di cambiamenti, influenzata dal contesto nel quale si inscrive.

Nel piccolo mercato dei sosia esiste difatti una specie di meta-mercato, con quotazioni fluttuanti, andamenti congiunturali, mode e riflessi esterni. "Nei contesti più prestigiosi adesso vogliono i personaggi trendy, quindi Lady Gaga, Rihanna, Madonna, Bono." Poi ci sono i classici: "Un personaggio di riferimento come Marilyn è un'icona senza tempo e quindi ha molta concorrenza, ma anche molteplici possibilità di ingaggio. Provi anche solo a pensare: la nostra Marilyn ti può arrivare alla festa cantando 'Happy Birthday Mr. President'—cosa che normalmente fa, portandola a valere di più economicamente".

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Anche il borsino di un personaggio come Celentano, che è fra i più richiesti e imitati, può subire variazioni sostanziali: "Di Celentano ce ne sono miliardi, però all'interno del mercato dei Celentano c'è quello che costa 100 euro, e quello che ne costa 1000 perché è in grado di cantare sulle basi. Poi magari c'è quello che fa le movenze giuste ma non canta, o quello che le fa e canta pure dal vivo." Tutti aspirano a una fetta della stessa torta, spiegava uno dei più noti sosia di Presley su Bloomberg Businessweek: "It's Elvis wars."

Così se tutto nasce per celebrare l'immortalità di personaggi sotto forma di estremo tributo, col tempo essere sosia è diventata un'alternativa professionale, una fonte di guadagno utile per lucrare sul regalo più grande che la natura abbia mai potuto farti, se ci credi davvero: somigliare a qualcuno che incidentalmente, da qualche parte del mondo, è diventato famoso per meriti non tuoi.

Vivere da sosia si può, mi rassicura Carrera, ma non è facilissimo. "Ci possono essere volte nelle quali vieni chiamato tutti i giorni nell'arco di una settimana, altre invece in cui magari per un anno non ti chiama nessuno. Il sosia di Robin Williams per esempio è un artigiano, non vive di questo. Adesso è stato chiamato per fare un film molto importante e guadagna 1000 euro per una giornata di lavoro, però magari una cosa così ti capita una volta sola per un bel po' di tempo."

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Ma come si fa a diventare sosia? "Non c'è un modus operandi, normalmente te ne accorgi perché quando cammini per la strada ti dicono, 'Cazzo ma sai che sei uguale a…' Te lo dicono una volta, due, tre, alla fine ti convinci."

La copertina del "Calendario ufficiale dei sosia" edizione 2012. Foto

via Facebook/Miranda Liz Taylor

A Miranda Liz, per esempio, è andata così. "Mio marito faceva scenografie per la televisione, così andavo spesso con lui. Quando cameraman, registi, produttori mi vedevano, però, mi dicevano sempre 'Ma come somigli a Liz Taylor!', e così hanno cominciato amichevolmente a chiamarmi Liz."

"A poco a poco mi sono trovata in un tunnel di notorietà immenso," mi spiega Miranda, sosia di Liz Taylor e madrina del Sosia Fans Club, un gruppo a metà strada fra un'agenzia atipica e un meetup di falsi vip, che si vanta di produrre "il Calendario Ufficiale dei Sosia, un prodotto unico al mondo per il quale mi sento la mamma di tutti i sosia".

Le cose di recente, però, sembrano essere cambiate. "Una volta ci invitavano in tv e per ogni presenza avevamo il nostro gettone. Qualcosa si guadagnava. Adesso no: ormai lo faccio per hobby, perché mi piace, ma è passata l'epoca del sosia."

I motivi della presunta parabola discendente di questo fenomeno, secondo Miranda Liz, sono due. Uno di carattere prettamente culturale, l'altro––ovviamente––economico.

"Se adesso tu accendi la tv trovi solo cronaca nera," mi spiega abbattuta. "Non c'è più la cronaca rosa di un tempo. Un tempo c'era Cucuzza che faceva vedere le cose belle, le rose, i famosi, adesso vedi Barbara D'Urso che continua a piangere e ridere, piangere e ridere: fa piangere tutti gli italiani. Ci sono solo processi, omicidi, incidenti stradali. Vanno avanti solo con la cronaca nera, e non c'è più spazio per il sorriso. Non c'è più quell'euforia di un tempo."

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Il "sorriso", però, sarebbe stato negato anche dalla crisi economica. "Il mercato al momento è fermo. Guadagna solo il Vasco Rossi, il Celentano, il Baglioni che ha tutta l'apparecchiatura e si propone come cantante. Fanno matrimoni, suonano in gelaterie e allora lì sì, quelli lavorano e alcuni lo fanno anche di mestiere. Il mercato però non è fermo solo per noi, eh. Se vedi i personaggi dell' Isola dei Famosi o del Grande Fratello, quando vanno come ospiti in discoteca ormai si pagano il loro cocktail da soli."

Le prospettive di guadagno, quindi, si sarebbero notevolmente ridimensionate. "Io per esempio propongo sempre la mia 'Notte degli Oscar dei Sosia' ai comuni, ed è bellissima, grandiosa: è fatta come a Los Angeles, tappeto rosso, occhio di bue, eccetera, ma coi sosia. Però, anche se la ritengo una cosa a livello mondiale, i comuni mi dicono sempre la medesima cosa: non abbiamo soldi. Anche se dico che non voglio guadagni, solo il rimborso delle spese: niente, non si può fare."

Malgrado questo contesto, Miranda è comunque convinta che un Elvis, da qualche parte nel mondo, "sarà sempre nei bar a cantare. Lui sicuramente, con Marlyn Monroe, Freddie Mercury, George Clooney, sono i miti davvero intramontabili. E poi in questo momento c'è Johnny Depp: ho tanti di quei Johnny Depp che mi escono dalle orecchie, non so più dove metterli. Si mettono la bandana, i capelli lunghi, gli occhiali, e pensano di fare i pirati. Vai a farglielo capire: dove li mando, cosa ci devo fare con tutti questi Johnny Depp?"

In un mondo nel quale la "celebrità" è stata esasperata talmente tanto da portare dei rapper a produrre delle loro limonate, o da arrivare a usare la faccia di Audrey Hepburn per pubblicizzare una bottiglia d'acqua dalla forma cilindrica, la figura del sosia è il palliativo perfetto per il desiderio inestinguibile di chi, pur di fingere di far parte per un attimo di quella porzione irraggiungibile di mondo, è disposto a credere che la persona con la quale sta facendo una foto sia Alberto Castagna, e non un saldatore di Casole Bruzio. Ed è una cosa che dà il senso di quale sia la percezione di "fama" nel sentire comune.

Ad ogni modo, se avete intenzione di entrare a far parte del mondo dei sosia, non vi resta che mandare le vostre foto ad agenzie di questo genere, superare un casting e aspettare che qualcuno vi chiami. A meno che non siate già famosi per via di quella volta che vi siete guadagnati 15 retweet rispondendo in modo sagace a un politico su Twitter.

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