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Che fine ha fatto Taribo West?

Il difensore nigeriano Taribo West è stato per anni un personaggio del calcio mondiale, con le sue treccine e le sue abilità difensive. Dopo la conversione, però, è tornato in Nigeria dove fa il pastore pentecostale.

Screenshot via Youtube. Questo articolo è tratto da VICE Sports.

Di solito i calciatori sono noiosi. Non c'è da stupirsi. Dal giorno in cui hanno imparato a camminare non hanno fatto altro che prendere a calci un pallone, guardare altri che prendono a calci un pallone, ascoltare gente che parla di prendere a calci un pallone per spiegare sottili differenze su come si prende a calci un pallone. Oltretutto, passano la maggior parte del tempo circondati da altri calciatori, per cui si convincono che la noia e la superficialità siano la norma.

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Taribo West, invece, si è sempre distinto. Da giocatore portava con gran stile treccine di tutti i colori ed è comparso nelle formazioni delle squadre più disparate; da ex calciatore si è autoproclamato pastore pentecostale e ha fondato la comunità Shelter in The Storm Miracle Ministries of All Nations. Non riesco a immaginare Cristiano Ronaldo che fa lo stesso.

A San Siro, Stade Abbé-Deschamps, e Pride Park, West è stato un oggetto di culto del calcio tra fine Novanta e primi Duemila, riconoscibile in primis per le treccine di cui sopra, spesso nei colori della squadra. Ha cominciato a giocare in patria, in Nigeria, poi ha fatto magie nell'Auxerre per passare in seguito a Milan e Inter. Ha vinto un titolo in Ligue 1 con la squadra francese e la Coppa UEFA coi nerazzurri. È passato al Derby County, che anche grazie a lui è rimasta in Premier League, e in seguito ha giocato nel Kaiserslautern in Germania per poi cominciare a vagabondare tra Serbia, Qatar, Plymouth Argyle, Nigeria e Iran. Si è ritirato nel 2008.

A livello internazionale, West conta 41 presenze con la nazionale nigeriana e faceva parte della formazione che ha vinto l'oro olimpico nel 1996. Ha anche partecipato a due Mondiali, nel 1998 e nel 2002. Nel complesso una carriera buona anche a livello personale, a parte una strana accusa di aver mentito sull'età.

Oggi, le treccine non ci sono più. Non c'è da sorprendersi: potrebbe essere considerato poco appropriato per un sacerdote che diffonde il verbo di Dio. E di che colore avrebbe dovuto farle, comunque? Quale sfumatura potrebbe rappresentare al meglio un ex-calciatore diventato predicatore evangelico? Una questione troppo complessa anche per Taribo.

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Sì, perché Taribo West adesso predica a tempo pieno. Non è successo proprio di punto in bianco—West ha fondato la sua prima parrocchia nelle periferie milanesi quando giocava per l'Inter, e l'ha gestita anche una volta in Inghilterra. Ha anche convinto Jim Smith a concedergli la domenica libera per tornare in Italia per la predica. "Abbiamo stretto un accordo informale," ha rivelato in seguito l'allenatore del Derby.

Ma se facciamo ancora un passo indietro, sembra che il suo percorso verso il cristianesimo non sia stato così diretto. Il calciatore ha dichiarato che prima di abbracciare Dio aveva praticato lo juju—una specie di forma di stregoneria—e prima di giocare si affidava ai suoi amuleti. "Prima delle partite, quando ero ancora nelle tenebre, mi facevo portare dei mallam e dei babalawo (guaritori tradizionali) perché facessero degli incantesimi—ce li siamo anche portati in nazionale," ha dichiarato West al giornale nigeriano The Punch.

"In alcune squadre, prima di ogni partita, il presidente o l'allenatore danno ai giocatori un portafortuna da mettere nelle calze o nelle scarpe."

A parte l'ovvia scomodità di giocare a calcio con un amuleto nella calza, la pratica è stata del tutto abbandonata da West quando Patience Ikemefuna, sacerdotessa e sua conoscente—che lui a volte chiama addirittura sorella—è andata a trovarlo e gli ha cambiato la vita. In un'intervista sul Guardian nel 2002, West ha rivelato: "Ho aperto la porta e prima che riuscissi a dire 'Sono contento di vederti,' lei mi ha detto, 'Devi essere molto forte per vivere in una casa come questa.' Ha aggiunto che la casa aveva un'aura maligna, e mi ha chiesto se avessi fatto dei riti magici. Se non fosse stata mia sorella l'avrei cacciata. Come molti calciatori ero fortemente superstizioso e non scendevo in campo se non avevo acceso una candela e stretto in pugno una pietra magica che un amico mi aveva portato da Israele. Ma mia sorella mi ha detto che sentiva energie occulte e che vedeva due cani, uno bianco e uno nero, che si azzuffavano."

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Lo convinse che doveva cambiare. Secondo Taribo, a quel punto hanno cominciato a succedere cose strane: i cassetti hanno iniziato ad aprirsi e chiudersi da soli. "Ho pensato che forse era il vento, ma subito dopo tutte le porte hanno iniziato a sbattere. Era come stare in un film orribile, ma sapevo che era tutto vero. Poi mia sorella si è girata verso di me e mi ha detto, 'Taribo, tu diventerai un pastore, lo sento'."

C'è anche una leggenda sulla fidanzata di Taribo trasformata in serpente, ma per mancanza di fonti certe possiamo citarla solo come diceria.

Quello che possiamo dire con certezza è che la visita di Ikemefuna ha spinto West a convertirsi e a fondare la sua prima chiesa. Nonostante fosse ancora attivo in uno dei più importanti campionati d'Europa—e secondo le malelingue avesse già ben più di 40 anni—si era buttato a capofitto nella nuova fede e aveva iniziato a respingere le credenze juju.

Adesso West lavora a Lagos, dove nel 2014 ha fondato la sua attuale chiesa e si è lasciato alle spalle la vita da calciatore per dedicarsi completamente a Dio. Il suo lavoro è diffondere il Vangelo nei luoghi più difficili, e lo si può trovare a predicare negli affollati mercati di Lagos.

"[Il Vangelo] è per i poveri, i ricchi e nobili," ha detto l'anno scorso. "Dio mi ha concesso di conoscere gli oppressi. Poter entrare in contatto con gli oppressi è un dono, ti permette di avvicinarli al Vangelo e di renderti utile. Sono grato a Dio perché ha fatto di me il suo strumento per evangelizzare queste persone."

In tutto ciò, ovviamente, non si fa problemi a usare la vecchia carriera per sostenere la nuova. Come dimostra questo cartellone dell'anno scorso, le treccine degli anni Novanta vendono ancora.

Anche se improbabile, non è impossibile che prima o poi West torni sul campo. Non vogliamo dire che rinuncerà a Dio per darsi alla gestione di una squadra, ma nelle sue interviste continua ad accompagnare alle prediche qualche parola scelta sulle prestazioni della Nigeria. Magari se si aprisse una posizione potrebbe affiancare il lavoro di mister a quello di ministro. Saremmo entusiasti di vedere il pastore West diffondere la buona novella dei tackle spaccaossa a una nuova generazione di difensori nigeriani.

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