La Corea del Nord ha così paura del suo vulcano da chiedere aiuto all'Occidente
Kim Il Sung e Kim Jong Il in Corea del Sud, novembre 1994; Mt. Paekdu (Foto di XINHUA/Gamma-Rapho via Getty Images)

FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

La Corea del Nord ha così paura del suo vulcano da chiedere aiuto all'Occidente

I mormorii di un misterioso vulcano hanno unito geologi nord-coreani e occidentali in un raro momento di diplomazia scientifica.

Si dice che Kim Jong-il, il precedente Supremo Leader della Repubblica Popolare Democratica di Corea, sia nato sulla cima del Monte Paektu—un vulcano da quasi 3.000 metri che svetta sul confine tra Cina e Corea del Nord. Secondo la storiografia della Corea del Nord, si dice che proprio tra gli alberi e le valli sottostanti il vulcano suo padre, Kim Il-Sung, abbia condotto un'armata di guerriglieri partiti da un accampamento segreto in una missione armata contro le forze di colonizzazione giapponese.

Pubblicità

Il Monte Paektu, però, ha un ruolo decisamente più ampio, e forse più violento, nella storia del mondo. Attorno al 946 d.C., questo vulcano ha prodotto una delle più grandi eruzioni dell'ultimo paio di millenni, e ha sputato cenere fino al Giappone. Dieci anni fa, ha ricominciato di nuovo a mormorare. Uno studio del 2010 suggerisce che il vulcano sia "capace di produrre rapidamente eruzioni catastrofiche ed esplosive nel prossimo futuro."

Questi brontolii, al momento assenti, hanno avviata una rara collaborazione tra il solitario stato nord-coreano, decisamente interessato a comprendere meglio i rischi del vulcano, e l'Occidente. Il primo studio nato da questa collaborazione è stato pubblicato venerdì sul journal Science Advances.

James Hammond, uno degli autori dello studio e un vulcanologo dell'Università di Londra, ha detto di essere rimasto piuttosto sorpreso quando, nel 2011, ha ricevuto una chiamata in cui gli veniva chiesto se fosse interessato a partecipare a un progetto di ricerca in Corea del Nord.

"L'atmosfera era piuttosto rilassata una volta che siamo arrivati in cima al vulcano."

Questa chiamata è stata l'ultimo anello di una lunga catena di comunicazioni partite dal North Korean Earthquake Administration, passate attraverso una ONG fino al senior editor di Science Magazine, e infine arrivate a Clive Oppenheimer, un collega di Hammond dell'Università di Cambridge, che ha esteso a lui l'invito a partecipare.

Pubblicità

Il Monte Paektu è conosciuto da qualunque vulcanologo che si rispetti perché è una sorta di problema irrisolto. "Prima di tutto, non si riesce a capire perché quel vulcano sia lì," ha spiegato Hammond a Motherboard. "Non è posizionato sopra il margine di una placca, dove troviamo la maggior parte dei vulcani." Quando ha ricevuto la chiamata dal suo collega, il primo incontro si sarebbe consumato dopo appena due settimane. Ciononostante, ha accettato senza esitare.

Quando gli scienziati sono arrivati per la prima volta a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, era l'anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea, era festa nazionale. Anche prima delle presentazioni scientifiche e un volo verso la base del vulcano fatto su un velivolo arrivato direttamente dall'era sovietica, la prima impressione che il team ha avuto del paese è stata la stessa, filtrata, visione garantita a tutti i visitatori: un'esibizione di forza militare mascherata da parata. "Kim Jong Il era lì, a salutare," ha detto Hammond.

James Hammond lavora con degli scienziati nord-coreani per depositare dei sismometri attorno al Monte Paektu. Foto: Clive Oppenheimer

Quando il team ha cominciato a lavorare assieme ai geologi, però, la situazione è diventata più rilassata, ha detto Hammond. In quanto colleghi, il loro compito era di sviluppare un nuovo programma di ricerca per l'enigmatico vulcano. Il team ha optato per un obiettivo modesto: creare un'istantanea dell'interno del vulcano. Questo, ha spiegato, era il primo test per una serie di future collaborazioni.

Pubblicità

I geologi del luogo facevano tutti parte dell'élite della Corea del Nord, ma rappresentavano demografie e livelli di educazione estremamente vari. Molti avevano lauree rilasciate dalla elitaria Kim Il Song University. La maggior parte erano uomini, spiega Hammond, ma non tutti.

Gli ostacoli più significativi che il team ha affrontato non sono stati culturali, ma politici. Il team, per esempio, aveva voluto usare una tecnica di mappatura chiamata magnetotellurica, ma le sanzioni internazionali proibivano di portare la strumentazione necessaria nella Corea del Nord. Il team ha optato per un approccio più tradizionale, e ha usato dei sismomentri per mappare le profondità sottostanti il Monte Paektu.

Quando sono arrivati sul posto, i geologi stavano per lo più installando sismometri e raccogliendo campioni dalle zone circostanti il lato nord-coreano del vulcano. Lunghi percorsi in pullman attraverso il paesaggio collinare erano diventati di routine, a quel punto. Per passare il tempo, ha detto Hammond, cantavano canzoni. I nord-coreani sceglievano quelle tradizionali.

Ogni tanto gli occidentali accettavano richieste specifiche. I nord-coreani erano particolarmente incuriositi dall'hip-hop, ha raccontato Hammond. Sfortunatamente, il solo pezzo hip-hop che il geologo inglese conosceva era la sigla di "Il principe di Bel-Air," ad opera di Will Smith e DJ Jazzy Jeff, una canzone che ha tentato di cantare con gli altri. "Hanno applaudito educatamente," ha detto.

Pubblicità

Sul campo, i geologi parlavano soprattutto della loro vita in famiglia. "È ovvio che siano curiosi del nostro modo di vivere, così come noi lo siamo del loro," ha detto Hammond. Per quanto durante i primi incontri fossero state sempre presenti, le guardie governative non sono state invadenti una volta stabilito un certo tipo di fiducia, ha raccontato Hammond. "L'atmosfera era piuttosto rilassata, una volta raggiunto il vulcano."

Finora, Hammond è andato in Corea del Nord già otto volte. I suoi viaggi sono stati un misto di lavoro sul campo e discussione scientifica. "Molte delle persone con cui abbiamo lavorato hanno dedicato la loro intera carriera a questo vulcano," ha detto. "È stata come una vera collaborazione, in quel senso, una in cui ognuno ha imparato qualcosa dall'altro."

La ricerca pubblicata oggi non risolverà tutti i misteri del Monte Paektu. Rivela la presenza di un grosso accumulo di magma che si è sciolto insieme alla crosta circostante in un modo più complicato di quanto si aspettassero. Ma, ha detto Hammond, questo lavoro era un primo passo assolutamente necessario per capire meglio i rischi che il picco instabile potrebbe presentare, ed è stato un successo diplomatico degno di nota.

Attribuisce il successo di questo progetto (che ha almeno altri cinque anni di finanziamenti garantiti) ai suoi obiettivi profondamente non-politici così come al mutuo interesse dei due gruppi rispetto alle stesse domande scientifiche. Ora che è stato stretto un rapporto di fiducia, dice Hammond, il team spera di sviluppare altri studi ancora "più ambiziosi" sul Monte Paektu, in futuro.

Tornerà a Pyongyang questa settimana.