Ho provato a diventare una life coach per capire se serve davvero a qualcosa
L'autrice prima delle lezioni di life coaching, pronta a farsi aprire la mente.

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Ho provato a diventare una life coach per capire se serve davvero a qualcosa

Ora pagatemi.

"Diventerò un terapeuta," annuncia Jez nell'ottava stagione del Peep Show, dopo aver realizzato che la sua carriera non sta andando da nessuna parte. Mark lo guarda con quei suoi grandi occhi da squalo e risponde cinicamente, "Sì, ma che tipo di terapeuta? Uno di quei pazzi che fanno star meglio la gente coi cristalli?"

Ecco, io ho fatto un sacco di esperienze con terapeuti pazzi di questo tipo. Ho speso un sacco di soldi in psicoterapia, counseling, ipnoterapia, mentoring, cristalloterapia, meditazione guidata. Ho dato 100 sterline a una donna bellissima perché mi passasse le mani sul corpo dicendomi che avevo delle scimmie nello stomaco. Ne ho date 125 a un'altra che per un'ora mi ha ripetuto con voce molto calma che se non riuscivo a ottenere il lavoro che volevo era perché non era il lavoro adatto a me. Non so quale delle due esperienze sia stata più lesiva della mia dignità.

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Comunque, nella stessa puntata del Peep Show Jez decide di non specializzarsi in nessuna di queste cose: decide di diventare un life coach. "Offre tutti i lati positivi della terapia e dell'auto-aiuto senza tutto…" fa per dire. "Il duro lavoro?" lo interrompe Mark.

Qualche anno fa sono andata da una life coach. Come Jez, anche lei non aveva qualifiche. Ma era attraente, aveva un appartamento tutto suo e un account Instagram fantastico, che è stato anche il mezzo attraverso cui ho scoperto i suoi servigi. Mi ha fatto sedere nel suo salotto uscito da un catalogo di Cath Kidston e mi ha ascoltata mentre mi lamentavo di non essere in grado di trovare un lavoro. Tra una mia frase e l'altra mi faceva domande ovvie tipo, "E questo come ti fa sentire?" (miserabile, inutile e nel panico) e "Come ti farebbe sentire riuscire a trovare un lavoro?" (probabilmente più felice e meno miserabile, inutile e nel panico).

Se questo è tutto ciò che c'è da fare, ho cominciato a pensare, forse potrei fare la life coach anche io. Insomma, quando si tratta di psicanalizzare i miei amici ho già il mio metodo personale fatto di approfondimenti di psicologia pop, astrologia e spiritualità new age. E alcuni life coach si fanno pagare anche più di 200 sterline a seduta. E sono sicura che di fronte a una situazione del genere qualsiasi life coach mi direbbe: "Smettila di dare consigli gratis ai tuoi amici che poi non li seguono. È il momento di monetizzare."

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Quello del life coaching è un settore in crescita: secondo uno studio del 2014, solo negli Stati Uniti ha un giro d'affari da un miliardo di dollari. Così ho deciso di fare un corso di due giorni per imparare a fare un sacco di soldi e cambiare in meglio la vita delle persone.

La sede del corso.

Il corso era gratuito ed era offerto da The Coaching Academy, l'azienda leader nella formazione di life coach in Gran Bretagna. Si sarebbe tenuto in una sala conferenze di un Holiday Inn che sarebbe potuta sembrare la sala conferenze in cui nel Peep Show Jez segue il suo corso, se solo fossimo stati a Croydon e ci fossero stati gli attori della serie. C'erano tè e biscotti e uno stereo che passava "The Club Is Alive" dei JLS.

Il pubblico era abbastanza variegato: c'erano giovani che non avevano idea di cosa fare nella vita, madri di famiglia che avevano sempre fatto le casalinghe, impiegati mandati lì dalle loro aziende per diventare i life coach aziendali. C'era un sacco di confusione. Nessuno sapeva cosa sarebbe successo nel corso di quei due giorni e nessuno sapeva esattamente cosa fosse un life coach.

Personalmente, quando sono entrata ho pensato che un'introduzione di due giorni al mondo del life coaching non mi avrebbe insegnato niente e che si sarebbe rivelata soltanto una trappola per vendere corsi individuali per completare la formazione alla modica cifra di 4000 sterline l'uno. Ma mi sbagliavo.

Purtroppo ho dovuto firmare un foglio con cui mi si vietava di dire cosa mi è stato insegnato in quella stanza e non mi è stato dato il permesso di fare foto. Ma posso dire che quello che ho imparato mi è stato molto utile: come ascoltare davvero pensando a quello che ti viene detto invece che a quello che dirai tu, come evitare di giudicare o di dare opinioni. Sono il tipo di lezioni che consiglio a chiunque voglia diventare una persona migliore.

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"Se vuoi cominciare a pensare in modo diverso, ti serve qualcuno che stravolga il modo in cui pensi normalmente."

Mi è stato anche insegnato che cosa non è il life coaching: non serve a trattare depressione, ansia o gravi problemi relazionali. È qui che il life coach si distanzia dalla maggior parte dei metodi di terapia—bisogna lasciar perdere la tristezza, perché il life coach si focalizza sul miglioramento personale.

Dopo due giorni di corso ho cominciato a capire cosa mi stavano insegnando. Per dirla in modo semplice, un life coach aiuta il suo cliente a raggiungere i propri obiettivi mettendo in discussione il modo in cui pensa senza mai giudicare.

Per me quest'ultima parte è stata la più difficile. Come life coach non posso dirti che sei pigro o che stai facendo una certa cosa nel modo sbagliato e che lo so perché ci sono passata. Non posso dirti nemmeno che tuo marito è una persona terribile e che dovresti lasciarlo subito. Non c'è spazio per i giudizi. È proprio per questo che non dovresti fare da life coach alle persone che conosci meglio—saresti troppo tentato di dirgli cosa fare o troppo frustrato se fa qualcosa nel modo sbagliato.

Dopo il corso ho voluto parlare con un life coach di successo per vedere se sarei stata in grado di mettere tutto questo in pratica. Natalie Dee è uno dei nomi più importanti di Londra nel settore e fa da life coach a un sacco di manager di alto livello.

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L'autrice con Natalie Dee, una life coach professionista.

"Solo perché hai fatto un corso non significa che tu sappia cosa stai facendo," mi ha detto, con mio profondo disappunto. "Tutti noi siamo limitati dal nostro modo di pensare, per cui io stessa ho un life coach che cerca di mettere in discussione il modo in cui penso. Per me, il metodo migliore è fare domande. Se vogliamo pensare in modo diverso, abbiamo bisogno di qualcuno che stravolga il modo in cui pensiamo. Non dico che tu non possa farlo per conto tuo—ma con l'aiuto di un'altra persona puoi metterci meno tempo. Il lavoro di un buon coach è quello di toccare i tasti giusti e aiutarti a pensare in modo diverso."

Volevo che mi guardasse provare a fare la life coach per vedere a) se dopo un corso di due giorni ero già in grado di farmi pagare e b) che cosa avrebbe fatto lei—che fa questo di lavoro—che io non avrei fatto. Così abbiamo trovato due volontari e mi sono messa al lavoro.

L'autrice e Charlotte, la sua prima cliente.

L'obiettivo di Charlotte era quello di fare di più per la conservazione dell'ambiente marino. Il problema è che non ha una laurea specifica e che può lavorare nel settore solo a livello di volontariato, in cui ci sono poche opportunità. Le ho chiesto come cercasse queste opportunità e lei mi ha detto che era iscritta ad alcune newsletter. Le ho chiesto se le opportunità non ci fossero davvero o se fosse lei che non si sforzava abbastanza per trovarle. Che saggezza, vero?

Credeva davvero di essere abbastanza brava per lavorare nella conservazione dell'ambiente marino? E come influenzava questo la sua ricerca di opportunità nel settore? Charlotte mi ha detto che forse aveva problemi di fiducia in se stessa. Mi è sembrato di essere arrivata a un buon punto, e le mie capacità empatiche erano innegabili.

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L'autrice mentre fa life coaching.

Ma presto mi sono ritrovata senza niente da dire e ho chiesto a Natalie di aiutarmi. Natalie sospettava che ci fossero molte più opportunità di quanto non sembrasse a Charlotte e ha suggerito che Charlotte non pensasse davvero di avere il diritto di coglierle e che si stesse auto-sabotando. Se Charlotte avesse lavorato di più sulla sua fiducia in se stessa, le cose sarebbero sicuramente cambiate.

L'autrice con Zoe, la seconda volontaria.

La mia seconda vittima è stata Zoe, che mi ha detto di voler smettere di mangiare zuccheri—affermando di avere una dipendenza che stava avendo un impatto negativo sulla sua carriera, sulla sua fiducia in se stessa, sul suo aspetto fisico, sui suoi livelli di energia e in generale sulla sua soddisfazione per il suo percorso di vita. Le ho chiesto se avrebbe potuto sostituire il "premio" psicologico rappresentato dallo zucchero con qualcos'altro—una passeggiata, un tè, lo shopping. Natalie si è intromessa per dire che le dipendenze sono un argomento rischioso da affrontare per un life coach e che questa dipendenza in particolare doveva avere le sue radici negli anni dell'adolescenza di Zoe, per cui sarebbe stata necessaria una serie di sedute per approfondire l'argomento. È stato utile conoscere questo aspetto—che come la terapia, anche il life coaching ha i suoi limiti.

Entrambe le volontarie se ne sono andate rimpiangendo di non avere abbastanza soldi per assumere Natalie come loro life coach. E dopo essermi sottoposta  a una seduta con lei, anch'io ho fatto lo stesso. All'inizio il modo in cui mi ha fatta parlare, attraverso domande che mettevano in discussione il mio modo di pensare, mi ha messa in difficoltà. A livello mentale è stata dura, molto più dura rispetto alle mie sedute con i vari esperti che ho provato in passato. Mi sono sentita come se qualcuno mi avesse infilato dentro un cucchiaio e mi avesse mescolata tutta.

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Il life coaching non è pensato come sostituto per la psicoterapia, ovviamente. "Molto spesso le persone arrivano da me dopo anni di terapia," mi ha detto Natalie. "Ma la terapia funziona in modo molto diverso, funziona se hai bisogno di parlare in modo sicuro. Raggiunge risultati sul lungo periodo. Le persone si rivolgono a un life coach perché vogliono un cambiamento e lo vogliono subito. Si tratta di persone che ragionano per obiettivi, spesso sono dirigenti o uomini d'affari che non possono mostrarsi vulnerabili."

Ho chiesto a Natalie se sarei potuta diventare una life coach decente. Mi ha detto che forse, in futuro, lo sarei stata. "Tu vorresti che un medico ti operasse senza una laurea e anni di tirocinio?" mi ha chiesto. Ovviamente no. "Non dico che tu abbia bisogno di una laurea e di anni di studi per diventare una life coach, ma ti serve almeno un po' di esperienza. Sai come funziona: sei stata in terapia e hai provato tanti metodi diversi. Sai che differenza c'è tra ognuno di essi. Io stessa oggi sono una life coach migliore rispetto a 13 anni fa. È tutta esperienza."

Per le persone che non sanno di cosa si tratta, è facile deridere il mondo del life coaching. Il nome stesso della disciplina la fa suonare come qualcosa riservata a persone pompose che credono di essere così brave da avere il diritto di chiedere un sacco di soldi per dare dei consigli di vita. Ma in realtà i life coach—quelli bravi—non fanno altro che farti fare palestra al cervello. Sanno che l'unica persona a cui dai ascolto sei te stesso, perché in fin dei conti siamo tutti degli idioti che hanno bisogno di un'epifania capace di far cambiare idea sulla vita.

Segui Hanna su Twitter: @hannahrosewens