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Tecnologia

L'esperimento più lento del mondo

Nel 1927 un professore dell’università del Queensland diede inizio a un esperimento che può essere catalogato tra i più duraturi e meno avvincenti della storia.
John Mainstone, il secondo custode della teca, nel 2007. Immagine: University of Queensland

Nel 1927 a Brisbane, Australia, un professore dell'università del Queensland diede inizio a un esperimento che può essere sicuramente catalogato tra i più duraturi e meno avvincenti della storia.

Thomas Parnell insegnava fisica e, per dimostrare ai propri studenti che esistono sostanze  all'apparenza solide che in realtà sono fluidi altamente viscosi, versò della pece in un imbuto di cui aveva sigillato il fondo e la lasciò sedimentare. La pece, raffreddandosi, diventa notevolmente dura ma non perde le sue proprietà di fluido. Dopo tre anni, il professore tagliò la parte inferiore dell'imbuto e diede inizio a un esperimento lunghissimo, lasciando che il "liquido" colasse in un piccolo recipiente e coprendo il tutto con una campana di vetro. Da quel momento, a intervalli che variano tra i 7 e i 14 anni si sarebbe dovuta formare, e staccare, una goccia.

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Due gocce si staccarono, una nel dicembre 1938 dopo circa 9 anni e una 8 anni dopo, nel  febbraio 1947. Purtroppo il professor Parnell morì l'anno successivo e non riuscì a vedere la terza goccia, che cadde nel 1954. L'imbuto contenuto nella campana e la sua base in legno erano stati abbandonati in un magazzino, dopo che anche gli ultimi studenti avevano deciso che non valesse la pena sobbarcarsi il peso di questo esperimento. Circa vent'anni dopo, però, un giovane scienziato di nome John Mainstone decise di riprendere l'osservazione e ne assunse la custodia. Con una lentezza estenuante, le gocce hanno continuato a cadere. Nove in tutto, dal 1938 a oggi.

Time-lapse dell'esperimento dal 2012 al 2014. Fonte: Youtube

Nel 1988 John Mainstone mancò la caduta della settima goccia poiché, ironia della sorte, proprio in quel momento era andato a prendere un caffè. Non solo, 12 anni più tardi, proprio poco prima della caduta dell'ottava goccia, la videocamera installata nel locale che doveva immortalare l'evento (finalmente la tecnologia permetteva di non dover restare fisicamente a osservare l'esperimento) si guastò. Nonostante la serie di eventi sfortunati, a conclusione della tenace osservazione i ricercatori riuscirono a calcolare che la viscosità della pece è 230 miliardi di volte (2,3x10^11) maggiore rispetto a quella dell'acqua.

Nel 2005, inoltre, insieme a invenzioni come ​Clocky la sveglia che scappa—continuando a suonare finché non ti alzi—e all'esperimento che dava una risposta all'annosa domanda "​l'uomo nuota più velocemente nell'acqua o nello sciroppo?", fu assegnato​ il premio "Ignobel" a Mainstone e alla memoria del professor Parnell, per la loro ricerca sulla dinamica dei fluidi. Questo simpatico premio, istituito nel 1991 come gemello ironico del ben più famoso Nobel, viene conferito ogni anno dalla rivista statunitense Annals of Improbable Research alle ricerche più disparate. L'obiettivo di questa "onorificenza" è avvicinare le persone alla scienza con il sorriso e, come sostengono gli organizzatori, tutti i vincitori devono prima far ridere e poi far riflettere.

Mainstone morì nel 2013, lasciando al suo allievo Andrew White la custodia dell'esperimento.  Nell'aprile del 2014 White decise che il contenitore sottostante l'imbuto andasse svuotato, nel momento in cui l'ottava e la nona goccia si fusero insieme per mancanza di spazio. Durante questa operazione la nona si staccò e il conteggio fu annullato. A marzo di questo anno, White ha dichiarato che c'è ancora abbastanza materiale nell'imbuto da poter proseguire l'osservazione ancora per un secolo. L'esperimento continua.