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Il dottor Morte sudafricano accusato di aver venduto ai raver MDMA potentissima

Arrestato nel 1997 mentre cercava di vendere una partita di MDMA purissima, il dott. Wouter Basson è stato accusato di aver venduto droga prodotta nel corso di un progetto segreto del governo sudafricano per lo sviluppo di nuove sostanze stupefacenti a...

È una mattina soleggiata quella del 29 gennaio 1997 a Magnolia Dell, il parco più bello di Pretoria. I bambini danno da mangiare alle anatre che nuotano nello stagno. La statua di Peter Pan sorride ai passanti. Nel parcheggio del parco, Constable Jotti Wiese è chiuso nel bagagliaio dell'auto di Grant Wentzel, un narcotrafficante piuttosto noto a Pretoria. Wentzel è seduto al posto di guida e ha addosso due registratori. Fa parte di un'operazione di polizia sotto copertura, e per lui questo è il terzo carico di MDMA in nove giorni.

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Il primo era stato da 100 capsule. Una cosa semplice e veloce. Il secondo invece aveva portato al suo arresto, ragione per cui ora era costretto a collaborare con il South African Narcotics Bureau, al comando del Sovrintendente Giel Ehlers. Questo carico, il terzo, era stato organizzato appositamente per riuscire ad arrestare il suo socio, il vero obiettivo di tutta l'operazione: una persona che Wentzel aveva descritto come "un cardiologo di Pretoria molto famoso e pericoloso."

Una Nissan Sentra bianca si accosta alla macchina di Wentzel. Ne esce un uomo che apre il bagagliaio e tira fuori un sacco nero della spazzatura. Ehlers e gli altri poliziotti lo riconosco subito: è il dott. Wouter Basson, l'uomo che i media sudafricani avrebbero più tardi soprannominato "Dottor Morte" per i crimini che avrebbe commesso durante il periodo dell'apartheid. Basson dà la borsa a Wentzel, che gli porge una busta contenente 60,000 rand (l'equivalente di 52,000 dollari di oggi), la parte dei guadagni dell'affare che cinque giorni prima aveva portato all'arresto di Wentzel che spettava a Basson.

A questo punto, Ehlers fa la sua comparsa. Basson cerca di scappare passando per lo stagno delle anatre, una scelta che alla fine gli si ritorce contro: il passaggio nell'acqua lo rallenta e i poliziotti riescono a raggiungerlo e arrestarlo.

Il sacco nero conteneva pillole rosse e nere di MDMA–un'MDMA che, come avrebbe poi affermato il chimico e ricercatore Tim McKibben testimoniando nel corso del processo, era frutto di un processo di sintesi "unico al mondo" ed era puro al 95 percento.

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Ehlers e la sua squadra hanno arrestato Basson e hanno perquisito casa sua. La polizia non ha trovato tracce di droga né prove che confermassero la sua attività di spaccio, ma Elhers ha comunque trovato una serie di documenti "top secret.

Nel giro di poche ore i telefoni della stazione di polizia hanno iniziato a squillare: la National Intelligence e la South African Defense Force (SADF) erano entrambe furiose. Ad Elhers fu ordinato di inviare immediatamente i documenti che aveva trovato all'Office for Serious Economic Offences. Non aveva idea di aver appena svelato "Project Coast," un programma top secret del governo sudafricano per lo sviluppo di armi chimiche e biologiche, che andava avanti da più di 20 anni e che era diretto da Basson.

"Project Coast" era stato creato nei primi anni Ottanta dalla SADF, durante il governo dell'allora presidente PW Botha. Non si sa di preciso quale sia la data d'inizio del progetto, ma si sa bene che le rivolte di Soweto (una protesta di massa contro il regime dell'apartheid) del 1976 ne sono state la causa scatenante: il governo sudafricano sperava, tramite il progetto, di trovare un nuovo metodo per controllare le folle e reprimere future rivolte.

In realtà, l'obiettivo finale del progetto andava ben oltre i suo banali scopi originari di controllo sociale. Basson e i suoi uomini avevano creato diverse società di copertura per occultare il flusso di fondi e distogliere l'attenzione dall'esercito, e avevano stabilito la base centrale del progetto ai Roodeplaat Research Laboratories, vicino a Pretoria. Lì è stato prodotto un vero e proprio arsenale di armi chimiche e veleni. Una di queste armi sarebbe stata utilizzata, durante la guerra in Namibia, per uccidere più di 200 prigionieri appartenenti al partito SWAPO. I resoconti affermerebbero che gli sia stato iniettato un potente rilassante muscolare e che poi i loro corpi siano stati gettati in mare da un elicottero.

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Venivano anche condotti degli esperimenti con i contraccettivi, usando come cavie i babbuini o i beagle, nella speranza di trovare un metodo per sterilizzare le donne nere senza il loro consenso o persino a loro insaputa. E venivano anche costruiti i classici oggetti classici da spia, come ombrelli in grado di rilasciare tossine o whiskey e sigarette corretti con l'arsenico. Tutte queste cose sono state usate per avvelenare, tra gli altri, anche alcuni importanti politici contrari all'apartheid – come, ad esempio, Frank Chikane. I prigionieri di guerra venivano legati agli alberi, cosparsi con veleni sperimentali e lasciati morire.

Nel 1990, il neo-presidente F. W. de Klerk aveva ordinato che il Project Coast venisse chiuso. A partire da quel momento ogni legame con la SADF è stato reciso e il progetto si è volto alla creazione di veleni non letali, cioè droghe, tra cui anche l'MDMA.

Ed è esattamente a questo punto che inizia la nostra storia: Hannie Jordaan, una scienziata che lavorava per una compagnia di copertura chiamata Delta G, aveva creato la formula unica utilizzata per produrre l'MDMA trovata da Ehlers quella mattina al Magnolia Dell.

Gli scienziati che lavoravano al Delta G non avevano idea di quello in cui erano stati coinvolti. La maggior parte di loro era convinta di lavorare alla produzione di combustibile per missili per conto della Francia. Uno dipendente, Johan Koekemoer, era venuto a sapere che quelle droghe venivano prodotte per scopi di controllo sociale, ma era rimasto scettico al riguardo perché il suo diretto superiore non aveva alcun documento ufficiale del SADF sul progetto.

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Lo stesso Basson durante il processo ha continuato a sostenere che le droghe erano state prodotte per quello scopo, ma quasi nessuno ha creduto a quella storia—o almeno, non ci ha creduto l'accusa. In un'intervista del 2009, il colonnello Johann Smith—a suo tempo ufficiale di collegamento tra la SADF e l'UNITA, il secondo partito politico più importante dell'Angola—ha dichiarato che "era certo che Basson avesse deciso di produrre ecstasy e altre droghe perché tutti i suoi soldi erano custoditi in alcune banche svizzere e aveva bisogno di battere cassa in Sud Africa."

L'accusa, condotta dall'avvocato Anton Ackermann e dal dott. Torie Pretorius, si dichiarava convinta che "ad un certo punto lo scopo del progetto fosse diventato la produzione di droghe a scopo di lucro. Tuttavia i motivi per cui sia successo rimangono sconosciuti, così come sconosciuti sono gli obiettivi, i clienti e i metodi di distribuzione di queste droghe. Ci sono scarse evidenze che attestano che l'ecstasy fosse prodotta per essere venduta illegalmente in Sud Africa. Il pubblico ministero sta invece ancora vagliando la possibilità che il mercato di queste droghe fosse internazionale e che venissero cioè prodotte per essere vendute in Europa, in India e forse anche negli Stati Uniti."

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Danie Phaal, un'ex agente del Civilian Cooperation Bureau (ovvero un membro degli squadroni della morte governativi durante l'apartheid), ha detto nel corso del processo che Basson nel 1992 gli aveva chiesto di vendere 100,000 dosi di quaalude ai surfisti della Jeffreys Bay. Phaal aveva rifiutato, ma a quanto pare il suo rifiuto non aveva rappresentato un impedimento per Basson. Trevor Floyd, un altro agente del CCB, ha a sua volta raccontato che Basson gli aveva chiesto se avesse contatti in Europa, più precisamente in Inghilterra, per smerciare una grande quantità di ecstasy di cui lui era entrato in possesso. Anche lui aveva rifiutato. Più tardi Basson ha detto che stava solo "mettendo alla prova" Floyd. Le preoccupazioni internazionali vere e proprie però erano cominciate quando un'operazione della narcotici di Chicago aveva trovato dell'ecstasy quasi completamente pura e, tracciandone la provenienza, era risalita al Sud Africa e ai laboratori della Delta G. Per questa operazione l'intelligence americana e quella sudafricana avevano collaborato.

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Quell'MDMA di altissima qualità era stata prodotta su larga scala. Era un fatto. Ma il pubblico ministero non è stato in grado di provare se fosse stata venduta al pubblico o meno. Tuttavia, le circostanze sembrano sostenere le affermazioni dell'accusa. Nel 1993, Basson venne mandato in pensionamento anticipato, con un contratto che gli concedeva un anno di riposo dopo la fine di Project Coast. Nel 1994, tutte le società di copertura del progetto stavano per andare in bancarotta.

Nel frattempo, altra ecstasy di incredibile purezza stava iniziando a comparire in altri paesi tramite i contatti che Basson aveva chiesto ai suoi subordinati. A livello locale, questa potente l'MDMA—che i consumatori chiamavano "Basson's Brownie"—spopolava nei rave. Tutti sembravano credere, per convinzione o per convenienza personale, all'idea che Basson avesse prodotto quel tipo di droga per il proprio profitto.


Chandre Gould durante una conferenza allar Stellenbosch University, in South Africa. Foto di Karl Kemp

Ma quando ho parlato con lei, Chandre Gould, una delle ricercatrici più importanti del Project Coast, non ne era molto convinta. Mi ha detto di non aver mai sentito parlare dei "Basson's Brownie."

"È qui che crolla tutto," mi ha detto. "Tutto quello che si sa è che la Delta G ha prodotto una tonnellata di ecstasy e una tonnellata di quaalude. Letteralmente una tonnellata. In alcuni casi la droga veniva prodotta sotto forma di capsule o pillole. Dalla testimonianza di Steven Beukes [un ex chimico della Delta G] emergerebbe che sia stato lui a produrre il quaalude. Noi non sappiamo se queste droghe siano state vendute o meno, dove siano andati a finire i soldi e se Basson fosse direttamente coinvolto in tutto questo. La gente crede lo fosse perché è stato trovato con la droga addosso e perché Diane Phaal ha raccontato in sede processuale che lui le aveva chiesto di vendere la droga. Ma a parte questi due elementi non ci sono prove reali della sua colpevolezza."

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Lo stesso libro della Gould finisce per fornire più domande che risposte sulla questione del traffico di droga collegato al Project Coast, soprattutto per quanto riguarda la presunta distruzione delle droghe prodotte. Ufficialmente, infatti, tutte le droghe prodotte nel corso del Project Coast sono state distrutte nel gennaio del 1993. Gene Louw, l'allora ministro della difesa, aveva ordinato che venissero tutte gettate nel mare di fronte a Capo Agulhas, vicino a Città del Capo. Al riguardo, la Gould e il co-autore del libro riportano il fatto che i funzionari ufficiali non siano stati coinvolti nel processo; Basson e i suoi dipendenti avevano caricato la droga su un camion ma nessuno dei poliziotti presenti aveva controllato di che natura fossero quelle sostanze.

C'era una tenda che separava il punto in cui si trovavano il pilota e il poliziotto e il punto in cui Basson e i suoi uomini avevano gettato le droghe. Ci sono voluti più o meno dieci minuti per completare l'operazione. Il poliziotto presente ha redatto un verbale, che però non rispettava i requisiti procedurali.

Nel suo libro, Gould ha scritto: "I dati riportati su quel verbale sono confusi e non rispecchiano quelli che sono i fatti noti, ma in assenza di prove che attestino il contrario, quel foglio di carta è l'unico documento che prova che il legame tra la SADF e il mondo dei narcotici si è concluso nel mare agitato di fronte a Capo Agulhas."

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Si tratta di prove circostanziali, che pongono però una questione sulla provenienza dell'ecstasy che Basson aveva portato al Magnolia Dell nel 1997, e sul perché questa fosse così pura.

Theo (il nome è di fantasia) è stato uno dei pochi a testimoniare di aver preso, negli anni Novanta, quella che a quanto gli era stato detto era Basson's Brownie.

"Poteva essere il 1991. Stavamo cercando qualcuno che ci vendesse dell'ecstasy," mi ha detto. "All'epoca lavoravo in un'agenzia pubblicitaria e c'era un ragazzo gay che era un mio collega il quale mi aveva dato il numero di un tizio che ce l'avrebbe consegnava a domicilio. Ho chiamato questo tizio, un afrikaner magro, alto, anche lui gay, che è venuto a consegnarcela. Ci ha portato queste piccole pasticche gialle che venivano "dal laboratorio." È stata senza dubbio la miglior ecstasy che io abbia mai preso."

"Finché abbiamo potuto farlo, abbiamo comprato solo da lui. Siamo andati avanti per circa un anno. Era davvero ottima. Compravo 50 o 60 pasticche alla volta. Poi, circa un anno dopo, quel ragazzo è scomparso nel nulla. Da quel momento non ho più preso ecstasy. Be', in realtà no, ne ho presa un po', ma non era nulla in confronto a quella. Se [la Basson's Brownies] tornassero sul mercato, sarei il primo cliente."

Un altro vecchio raver, Jan (il nome è di fantasia), è è un po' più scettico:

"Si diceva che quelle pasticche fenomenali che arrivavano da Città del Capo negli anni Novanta, venissero prodotte nella fabbrica di un certo Woutor B, il quale le voleva usare per pacificare i vari distretti della città. Non erano così forti come si dice, ma erano comunque fantastiche. Molti di noi era la prima volta che prendeva l'ecstasy e quella era roba purissima. Per Città del Capo quello è stato un gran periodo… nessuno sapeva quali leggi andassero davvero rispettate e quali potessero venire trasgredite."

Di solito, quando va bene, negli Stati Uniti l'ecstasy è pura al 36 per cento, quindi se aveste provato quella sudafricana ve ne sareste probabilmente accorti. Queste sono tutte le prove che ci sono al riguardo, e alla fine, nel 2001, dopo un processo durato tre anni Basson è stato assolto da tutte le accuse, anche se in circostanze piuttosto controverse. La prova più schiacciante a suo carico era il fatto che questi fosse stato arrestato mentre cercava di vendere dell'MDMA della stessa qualità di quella che veniva prodotta dalle sue società e che avrebbe dovuto essere stata distrutta quattro anni prima.

Ma, del resto, gli spacciatori sono una razza di opportunisti, e per vendere più pasticche ha senso dire che sono "Basson's Brownies"— una partita di droga molto famosa e potente, che i clienti non vorranno di certo lasciarsi scappare. In più, Basson è stato anche accusato di truffa aggravata, accusa che potrebbe spiegare l'improvviso incremento della sua ricchezza.

Tutto sommato, l'idea che un governo abbia creato e messo in circolazione una varietà particolarmente potente di ecstasy sembra una leggenda metropolitana. Ma probabilmente, è l'unica leggenda metropolitana che sia mai stata discussa in un'aula di tribunale.

Segui Karl Kemp su Twitter: ​@karlkemp8.