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Vacanze in Cornovaglia con doppia diagnosi

Nel corso del 2012 la percentuale di tossicodipendenti con problemi mentali nella Contea è quasi raddoppiata, ma nessuno sembra intenzionato a fare granché o a comprenderne il motivo.

Bandiere sul litorale di Penzance.

La Cornovaglia è la destinazione vacanziera prediletta da David Cameron, e come lui, tanti altri inglesi scelgono il litorale per festeggiare la fine degli esami scolastici o l'inizio della pensione. Quello che non tutti sanno, però, è che la zona ospita anche alcune delle comunità più disagiate di tutta l’Inghilterra.

Una di queste si trova a Penzance, conosciuta dagli stessi abitanti come la “brown town” (per il consumo di eroina) o “centro vacanze per senzatetto” (a causa dell’altro numero di barboni). È il capolinea della linea ad alta velocità First Great Western e l’ultima grande cittadina del sud-est prima dell’oceano, nonché dimora di una vastissima popolazione di persone con doppia diagnosi—ovvero coloro che soffrono sia di problemi mentali che di abuso di sostanze.

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Nel corso del 2012 la percentuale di tossicodipendenti con malattie mentali è quasi raddoppiata e sta aumentando a un ritmo ben maggiore della media nazionale. Inoltre, solo il 55 percento delle persone con problemi di salute mentale ha un alloggio stabile, e i tossicodipendenti sono il segmento di società col maggiore bisogno di una sistemazione fissa. Sommate queste statistiche, e la Cornovaglia apparirà come una contea di tossici malati di mente senza un posto dove stare.

Quest’anno, una nonna di Bodmin, a un’ora da Penzance, è stata arrestata dopo che la polizia aveva trovato un quantitativo di eroina per 50mila sterline impacchettato in buste della spesa, con di fianco la sua cena di paste salate locali: a volte, l’integrazione del narcotraffico nella cultura cornovagliese rasenta il comico. E mentre il numero di giovani consumatori di oppiacei a livello nazionale è di molto diminuito, in Cornovaglia il bacino di eroinomani più anziani si è ampliato.

Richard Bryant lavora presso la comunità per senzatetto di St. Petroc. Mi ha spiegato come le organizzazioni il cui obiettivo sarebbe aiutate i malati di mente e i tossicodipendenti in altre aree dell’Inghilterra giocano un ruolo ben preciso nei problemi della contea. “Ci sono casi di associazioni che hanno mandato dei senzatetto in Cornovaglia mettendo loro in tasca mille sterline e dicendo, 'Vai e rimanici.'”

La stazione di Penzance.

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In più, la Contea non è immune a problemi amministrativi. “La doppia diagnosi è un’area davvero difficile per noi,” continua Richard. “Non ci sono abbastanza risorse per assistere ogni singola persona. È un’area rurale, fatto che rende molto difficile operare. Non è come a Londra, dove si ha accesso a un qualsiasi servizio nel raggio di un chilometro."

Allora qual è, esattamente, l’attrattiva della Cornovaglia? Forse è il fatto che si faccia del buon surf, o che si dorme meglio sulla spiaggia che sull’uscio di una banca che puzza di urina. O forse perché è il capolinea del treno notturno da Paddington e non ci sono tornelli da saltare all’arrivo, rendendola la meta perfetta per le vacanze di chi non può permettersi il biglietto.

Ho affrontato il viaggio di cinque ore e mezza da Paddington a Penzance per scoprire perché mai è il posto in cui stabilirti se non hai dove andare. E se soffri di disturbi mentali e hai una debilitante dipendenza da droghe.

Al mio arrivo ho parlato con alcuni ex tossicodipendenti che ora passano i loro sabati con i drogati senza fissa dimora al Recovery Café, un programma avviato dall’UFO (una branca dell’associazione no profit per il trattamento di tossicodipendenti e alcolisti, Addaction). Lo scopo è quello di formare comunità locali per permettere ai membri di aiutarsi a vicenda. Tuttavia, nessuno si era preso la briga di partecipare all’incontro. Mi è stato detto che erano tutti sulla spiaggia a prendere il sole.

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Stando a quanto raccontatomi da Peta dell'UFO, non si fa abbastanza per assistere quelli che hanno una doppia diagnosi: “Dalla mia esperienza personale, vorrei vedere un maggiore scambio di informazioni tra il fronte 'alcol e droghe' e quello della salute mentale. Per esempio, quando ricevevo aiuto, chi mi assisteva non sapeva necessariamente che ero appena stata dimessa dall’ospedale dopo che avevo tentato di tagliarmi le vene.”

Ben Knox, capo dell’’ufficio stampa di Homeless Link, organizzazione che ha fatto della Cornovaglia un laboratorio per la propria indagine pilota sulla doppia diagnosi, è un’altra persona che vorrebbe vedere una maggiore coordinazione tra gli assistenti che curano la sfera della dipendenza e quella dell’igiene mentale. “Riteniamo che il 95 percento dei progetti assistenziali per i senzatetto si rivolga a persone con bisogni legati a malattie mentali,” mi ha detto Ben. “Ma le persone che hanno più di un problema rimangono senza aiuto, perché la loro condizione non viene presa in esame: i loro problemi psichici potrebbero essere mascherati dall’abuso di droga, per esempio, oppure le agenzie non cooperano tanto efficacemente quanto dovrebbero per aiutarli a superare quegli ostacoli.”

Kerry, uno dei tanti senzatetto di Penzance, vicino alla vecchia torretta di guardia dove ha trovato rifugio.

Kerry.

Posto che è chiaro come si potrebbe fare di più per aiutare chi, in Cornovaglia, soffre di questo doppio problema, ero ancora molto lontana dal capire perché nell’ultimo anno il numero di questi casi sia raddoppiato. Così ho incontrato Kerry, ex-eroinomane e senzatetto per scelta.

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Kerry ha smesso di bucarsi quattordici anni fa, dopo aver superato un’overdose a Penzance. Attualmente vive in una tenda in cima a una vecchia torre di guardia, dove risiede a intermittenza da undici anni. In passato ha accoltellato un ragazzo perché aveva dato della puttana alla sua ragazza e si autodefinisce “uno schizzato”. Secondo lui, l’alto numero di persone affette da malattie mentali in Cornovaglia è dovuto al fatto che tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo tutti i malati di mente venivano mandati lì, in posti come il Cornwall County Asylum—una delle prime istituzioni per malati mentali dell’Inghilterra sud-occidentale, aperta nel 1820.

“Appena sembrava che stessero meglio, i malati tornavano nella comunità e facevano figli,” mi spiega Kerry. “È genetico. È il mio lato paterno—siamo schizzati.”

Mark Stone.

Dopo aver discusso con Kerry mi sono imbattuta in un giovane senzatetto, Mark Stone, che mi ha parlato della sua doppia diagnosi, dicendomi che vaga un po’ ovunque, ma che alla fine torna sempre qui. “Il mio ultimo lavoro era a Londra, facevo il saldatore,” ha iniziato “e poi sono tornato in Cornovaglia. Sono salito su un autobus e ho lasciato tutto per arrivare qui, dove non ho nulla. Adoro questo posto.”

Nel descrivermi la zona, però, il ritratto è tutt'altro che positivo: “quando sono uscito dall’ospedale mi hanno offerto dei posti [in cui vivere]. Volevano che stessi a Penzance, ma è pieno di eroinomani. O Hayle o St. Austell, ma fa lo stesso: i malati e i senzatetto sono l’ultima feccia.”

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Mentre ero a Penzeance ho incontrato altri malati con storie simili a quella di Mark. Tra di loro c'erano Mickey, che ha fatto di quell’area la sua dimora fissa perché il suo primo figlio è nato lì, e Douglas, che mi ha spiegato di essere stato trasferito in Cornovaglia dalla Scozia negli anni Novanta. Col tempo, è diventato il suo “posto preferito”. Forse c’è qualcosa di speciale nell’idea che la bucolica Cornovaglia attiri la gente che spesso non può permettersi di vivere in un’area dove i salari sono del 20 percento più bassi della media nazionale e i prezzi delle case terrificanti. Credo che, non riuscendo a trovare un lavoro o non potendosi permettere una casa, ci siano posti peggiori delle favolose spiagge e dei piccoli villaggi della Cornovaglia dove vivere come senzatetto. Oppure in altre parti del Regno Unito ci sono agenzie che stanno davvero mandando i senzatetto in Cornovaglia, o magari è solo una destinazione naturale per chi è stato costretto a cambiare vita a causa dell’austerity britannica. O forse è una combinazione di tutte queste cose.

Senza concentrarsi sul motivo per cui così tanti tossicodipendenti con problemi mentali stiano facendo della Cornovaglia la loro casa, le statistiche potrebbero comunque attirare l’attenzione e sollevare un dibattito in tutto il Regno Unito. Le malattie mentali e la dipendenza da droghe sono entrambi problemi a cui molti servizi dedicano tempo e risorse, ma forse è tempo di fare qualcosa di più nel momento in cui i due aspetti vengono diagnosticati contemporaneamente, rendendo meno insormontabili alcune delle avversità che è costretto ad affrontare chi soffre per il doppio giogo della dipendenza e della malattia.

Segui Beth su Twitter: @bethwoodbridge

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