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Abbiamo analizzato lo spot del M5S per il ritorno alla Lira

Per lanciare la campagna "Fuori dall'€uro," ieri pomeriggio il M5S ha pubblicato uno spot politico che supera tranquillamente ogni precedente produzione grillina. L'abbiamo analizzato.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Tra la totale irrilevanza dimostrata nel corso dell'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica e l'ennesima emorragia di parlamentari, il momento politico del Movimento 5 Stelle non è certamente tra i migliori.

E se negli ultimi tempi, per cercare di conservare il Lebensraum conquistato alle elezioni del 2013, Beppe Grillo aveva fatto virare la sua creatura decisamente a destra—come suggerito dai post sull' infiltrazione dell'Isis nei barconi dei migranti o dal revisionismo sull'omicidio Matteotti—nei momenti di bisogno la cosa migliore è rispolverare i grandi classici.

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Come l'uscita dall'Euro e il ritorno alla Lira per risolvere qualsiasi problema macroeconomico, per esempio.

Così, per lanciare la campagna " Fuori dall'€uro," ieri pomeriggio il M5S ha pubblicato uno spot politico con un titolo che non lascia spazio a dubbi: "USCIRE DALL'EURO È POSSIBILE, MA ABBIAMO BISOGNO DEL TUO AIUTO!" La Cosa, uno dei tanti canali ufficiali della propaganda grillina, l'ha definito "un video che vi farà sognare."

A giudicare da quanto si può vedere qui sotto, l'house organ del M5S non è andato troppo lontano dalla realtà.

In passato il Movimento 5 Stelle ci aveva già abituati a standard elevatissimi con l'inno per le europee " Pugni sul tavolo." Ma questo supera di gran lunga ogni precedente produzione. Non potendo rimanere indifferente a questo evento, ho avvertito l'imperativo categorico di analizzarne i momenti più salienti.

1. La moneta del demonio

Siamo a Roma, in una Capitale irriconoscibile e accompagnata da un pianoforte oppressivo e malinconico. Il cielo è plumbeo, i colori sono desaturati e il volto del protagonista è quello del reduce di un conflitto atomico.

Non si sa chi sia quest'uomo, né quale sia la sua storia. Probabilmente è rimasto colpito dai meccanismi diabolici della BCE o la sua azienda ha chiuso per colpa di Mario Monti. Ma in fondo, non è così importante: quell'uomo è la gente.

E in quel momento, lanciare una moneta da un euro in una fontana è l'unico modo di sfogare la sua frustrazione.

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2. Ritorno al 2000

Dopo qualche secondo, tuttavia, si capisce che la moneta da un euro non è semplicemente una moneta da un euro: è una DeLorean valutaria che porta il protagonista indietro nel tempo, quando c'era ancora la Lira e si poteva sorseggiare un caffè seduti al bar—un bar pieno di clienti .

Anche il sottofondo musicale cambia radicalmente: non più l'opprimente giro di piano, ma un tappeto di violini tsigani più vibrante e ottimista. I colori, inoltre, sono vividi e somigliano a quelli di una fiction Mediaset.

Pare che in questo periodo storico remoto, inoltre, durante le transazioni economiche sia addirittura possibile ricevere del denaro indietro senza il rilascio di uno scontrino fiscale—un'esperienza quasi eccitante, come suggerisce l'espressione del protagonista.

3. Haircut

Quando c'era Lei, la Lira, dopo il caffè gli italiani non sapevano davvero come spendere tutti quei soldi.

Il protagonista del video decide di farsi dare una spuntatina ai capelli da quel genere di barbiere che affila il rasoio su un lembo di cotenna, e il risultato finale è quello di sembrare ancora di più un ufficiale della Wehrmacht in congedo.

Il fruscio delle vecchie banconote è in grado di suscitare un'enorme carica magnetica tra l'esercente e il protagonista. Quando quest'ultimo paga il barbiere, i due si guardano in maniera lasciva, quasi come se in quell'anonimo esercizio commerciale si fosse appena eseguita una fattura vudù contro Angela Merkel.

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4. Walt Whitman contro i poteri forti

Con la Lira non c'erano solo i benefici derivanti dal benessere economico, ma anche una maggiore propensione al consumo culturare. Il protagonista, infatti, entra in una libreria, afferra un libro di Walt Whitman e se lo fa impacchettare.

Certo, il nesso tra il nesso tra il poeta americano e la crisi dell'Eurozona è piuttosto inafferrabile, ma almeno l'uomo riesce a uscire dalla libreria senza cacciare una lira.

5. L'amore ai tempi della lira

Dopo il tempo libero, la cura del corpo e la cultura, arriva il tempo dell' amore. Il protagonista, infatti, porta fuori la sua ragazza.

Nonostante la disponibilità economica, i gusti nel vestiario lasciano ancora a desiderare—ci sono ancora la camicia e la cravatta color porpora. Ma poco importa: l'uomo-Lira poteva elargire doni, e non rimpianti. E la donna ha molta più disinvoltura nel comunicare che PAGHI TE.

Quello che sconvolge, tuttavia, non è la spensierata giovialità della coppia; è la totale assenza di scontrini. Nell'ucronia grillina, infatti, questi sono rimpiazzati da pezzi di carta serviti su piattini in cui la cifra è scritta in eurolire e gli aperitivi si fanno a lume di candela.

6. Ritorno all'apocalisse eurocratica

Mentre i due amanti passeggiano per le strade di Roma, l'amara realtà del 2015 torna a bussare prepotentemente. Il sogno è finito, la produzione industriale è crollata di diversi punti percentuali e la ragazza è sparita per sempre.

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Il protagonista riapre gli occhi e la monetina, in uno stacco cinematografico di sublime fattura, rotola mestamente fuori dalla fontana per incastonarsi nei sampietrini.

7. Gli stivali dell'EuroReich

Il primo piano indugia sulla moneta solitaria, e sullo sfondo incedono minacciosi degli stivali con il tacco. La scena ha un qualcosa di Leni Riefenstahl, e non potrebbe essere più inquietante.

C'è qualche secondo di sospensione. Gli stivali si stagliano sopra la moneta, e una mano la raccoglie. Purtroppo sembra essere finita: l'Europa Dei Banchieri ha vinto, ogni resistenza è inutile.

8. L'Architetto

Il protagonista si gira con l'espressione di un condannato a morte. Ma per sua fortuna, quegli stivali non sono l'ardita metafora di un regime economico opprimente.

No, tutt'altro. Appartengono alla Cittadinaportavoce Paola Taverna, che si palesa in una scena dal forte sapore fassbinderiano e restituisce la moneta allo sbigottito proprietario.

9. I sottotitoli

Quando Paola Taverna inizia a parlare, lo spot entra nel suo momento clou. Come carica emotiva, questa scena si può tranquillamente paragonare a quella in cui l'Architetto spiega il funzionamento di Matrix.

"Il Movimento 5 Stelle sta realizzando il tuo sogno," declama Taverna opportunamente sottotitolata. "Uscire dall'Euro è possibile, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto. Firma anche tu!"

Ma è dopo il fulminante discorso che avviene il colpo di scena.

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10. La sottrazione degli euro e delle lire

Il miracolo si consuma nella mano del protagonista: la moneta da un euro si trasforma in una banconota spiegazzata da mille lire. Il tizio non crede ai propri occhi, tanto da sorridere davvero.

E noi non possiamo che ridere con lui. Anche perché, come una specie di Gesù Cristo al contrario, Taverna gli ha fregato circa 50 centesimi di euro con il cambio.

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