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A noi del Premio Nobel non ce ne frega un cazzo

Anche quest’anno, nessuno dei "nostri grandi scrittori" ha vinto il Nobel per la Letteratura. Ecco allora un premio di consolazione, l'unico con la parola Nobel che vinceranno mai.

E anche quest’anno ci siamo attaccati al cazzo: il Nobel per la Letteratura l’ha vinto il cinese Mo Yan “che con un realismo allucinatorio, fonde racconti popolari, storia e contemporaneità.”
Se mettiamo da parte il repubblichino Fo, è dagli anni Settanta che in Italia ci siamo dimenticati come si scrive. E dire che col Nobel a Quasimodo ci era già andata di lusso. Uno che è riuscito a essere premiato, pur avendo scritto: “E la strada mi dava le canzoni /che sanno di grano che gonfia nelle spighe,” è un’autentica botta di culo. Tre dei nostri sei campioni addirittura l’hanno vinto durante il Regno. 
Tra i candidati italiani di quest’anno c’erano Saviano e Camilleri: in Svezia è chiaro che “ce stanno a cojonà”. Avendo l’impressione che la letteratura ci farà schifo ancora per molto, ho deciso di rendere giustizia ai nostri grandi scrittori e consegnare ai più meritevoli tra di loro il riconoscimento: “a noi del Premio Nobel non ce ne frega un cazzo: Alfred, Alfred vaffanculo!”, con annessa motivazione. L'unico premio con la parola Nobel che vinceranno mai.

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Perché VICE a volte sa anche amare.

ALESSANDRO BARICCO

“In riconoscimento della sua consumata abilità, permeata di folgorante aguzzinismo, di rapire l’attenzione dei più giovani che distratti dal ricercare lo scrittore che è in loro lasciano il portafoglio incustodito.”

SANDRO VERONESI

 “Per il suo generoso, ma allo stesso tempo illusorio, invito a retwittare impetuosamente il messaggio ‘Un RT per il Nobel a Pinchon, vediamo quanti ne otteniamo con questo appello’, mostrando con sconvolgente sincerità l’assurda tragedia dell’arrivare a poco più di 100, dello scriverlo male e dello sbagliare pure il giorno della consegna del premio.”

GIANRICO CAROFIGLIO

 “Un tributo alla sua squisita sportività con il quale l’ha preso al culo e per il suo coraggio di scrivere con i piedi e senza alcuna idea, restituendo dignità ai feticisti e ai raccomandati.”

FEDERICO MOCCIA

“Per il suo allucinato teatro dell’assurdo che scandito da un caso crudele, pone i protagonisti del suo distopico mondo davanti alle scelte più difficili dell’Amore Anale, l’Anale con la “A” maiuscola, l’anale folle, quella felicità assoluta, quello per cui non esiste nessuno nessuno per quanto è bello, l’anale infinito, l’anale sconfinato, l’anale planetario!!! Anale, anale, anale, tre volte anale, e vorresti ripetere questa parola mille volte, e la scrivi sui fogli e scarabocchi il suo nome, anche se poi di lui non sai quasi niente.”

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FRANCESCO PICCOLO

“In riconoscimento della sua ampia prospettiva culturale e dell’apertura poetica di grande banalità che dona allo stesso tempo alle donne la commovente quanto antica illusione di leggere ottima letteratura e agli uomini il severo e solenne avvertimento di tenersi alla larga dalle suddette lettrici respingi-cazzo.”

PAOLO GIORDANO

“Per il suo lentissimo e calibrato discernimento nello scrivere in prosa che è tipico dei grandi Maestri che oberati di lavoro non hanno tempo di scrivere anche il libro a Giordano.”

ALESSANDRO PIPERNO

“Per la sua prosa che ghermisce le gocce di sperma di Roth e riflette un mondo gravido di ctrl+c ctrl+v.”

Segui Matteo su twitter: @stai_zitta