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Avere un piercing al clitoride non è la fine del mondo

Prima di decidere di farmi un piercing al clitoride, non avevo mai fatto niente di "strano" in tutta la mia vita. Sarà per quello che prima di decidermi ci ho messo così tanto.

Ho cercato informazioni sul piercing del cappuccio del clitoride per un anno, prima di decidermi a farlo. Per mesi mi sono tirata indietro, dicendomi che non era il momento giusto, che non avevo tempo, che non mi ero informata abbastanza. Quando ho esaurito i siti da visitare e le immagini da osservare, ho finalmente capito che era giunto il momento. Se lo volevo, dovevo smettere di pensarci e farlo una volta per tutte.

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Il piercing del cappuccio del clitoride verticale è il piercing genitale femminile più conosciuto, perché ha un tempo di guarigione molto veloce e perché si adatta bene alla conformazione anatomica della zona che lo ospita.

Al di là del suo "valore estetico", questo piercing dovrebbe aumentare la stimolazione del clitoride durante i rapporti sessuali e di conseguenza il piacere. Il piercer infila una barra d'acciaio chirurgico (simile a quella che si usa per i piercing all'ombelico) sotto il piccolo lembo di pelle che protegge il clitoride, così che una delle due palline alla fine della barra risulti visibile a occhio nudo mentre l'altra vada a posarsi delicatamente sopra il clitoride.

Dato che sono una persona ossessiva, ho preso molto sul serio la mia ricerca sui piercing genitali—prima di farmi fare un buco là sotto volevo esserne convinta al cento percento. All'inizio mi sono imbattuta in racconti tremendi di donne che dicevano di esserne uscite con gravi lesioni nervose, per via di piercer inesperti che insieme al cappuccio avevano forato anche il clitoride. L'idea di farmi infilzare mi spaventava molto, per cui mi sono sentita sollevata quando ho scoperto che questi casi orribili erano molto rari, e che nella mia zona c'erano un sacco di professionisti con ottime recensioni.

Anche se l'idea mi entusiasmava, raccontare quello che volevo fare a qualsiasi persona diversa dal mio ragazzo mi faceva sentire parecchio in imbarazzo. Anche se negli Stati Uniti il 72 percento delle donne ha un orecchino di qualche tipo, solo il 2 percento di queste ce l'ha ai genitali. Sono una ragazza normale e per bene. E noi ragazze normali e per bene non ci facciamo cose tipo i piercing lì sotto—il che è probabilmente il motivo per cui nel Regno Unito il servizio sanitario nazionale considera i piercing vaginali alla stregua di mutilazioni.

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Ma al di là di tutte queste preoccupazioni, le vere fonti della mia ansia erano troppo personali per poterle condividere con qualcuno: E se perdo del tutto la sensibilità e finisco per rovinarmi la vita? Sarò in grado di incrociare le gambe, dopo? E se poi non mi piace?

C'era anche il fatto che, in tutta la mia esistenza di atleta responsabile e disciplinata, non ho mai fatto niente che fosse anche solo un minimo fuori dagli schemi. Mi chiedevo se questa trasgressione avrebbe minato la mia identità e come avrei fatto ad accettarla. Non ero il tipo di persona che faceva quel genere di cose. Ma volevo davvero quel piercing.

Un sabato pomeriggio, alla fine, mi sono fatta coraggio e sono salita su un taxi. Arrivata allo studio, sono entrata in fretta e sono andata dritta verso il bancone.

"Ciao, come posso aiutarti?"

La commessa aveva un piercing con un brillocco collocato tra il mento e il labbro inferiore. Mentre mi parlava faceva su e giù.

"Ciao, vorrei farmi un piercing del cappuccio del clitoride verticale..?!"

Quando ho nominato il piercing, la mia voce si è fatta stridula e ha assunto un tono interrogativo, trasformando quella che avrei voluto suonasse come una dichiarazione decisa in una specie di domanda.

La commessa ha preparato i documenti necessari e mi ha invitata a dare un'occhiata alle palline, che ho osservato con attenzione. Non volevo cose decorative in plastica, colorate o volgari, anche se trovavo ironico il mio desiderio di un piercing genitale "sofisticato." Alla fine ho scelto una semplice barra d'acciaio con un piccolo zircone cubico dentro la pallina visibile. Ho firmato tutti i documenti mentre la commessa mi riempiva di informazioni.

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"Come saprai, sterilizziamo tutti i nostri strumenti con l'autoclave per evitare infezioni. Il ragazzo che ti farà il piercing ti spiegherà anche come fare per tenerlo pulito e come procedere per il pagamento; il tutto verrà a costarti circa 75 dollari. Adesso ho bisogno di una firma qui, per indicare che hai preso visione di tutte le nostre regole e procedure. Al piercing ci penserà Ed, verrà a chiamarti quando sarà tutto pronto."

Ed è chiaramente un uomo,__ ho detto tra me e me. Non sarebbe meglio una donna? Ma per quel che ne sapevo, il tipo di ragazza pronta a farsi un piercing vaginale se ne fregava del sesso della persona che gliel'avrebbe fatto. E ci tenevo a continuare a fingere di essere quel tipo di ragazza.

"Gen?"

Ho alzato lo sguardo e ho visto Ed che veniva verso di me, con un sorriso gentile. Come tutti in quel negozio—tutti tranne me—la sua faccia era piena di anelli, barre e borchie brillantante. L'ho seguito in una stanza in tutto e per tutto simile a uno studio medico (tranne per il lettino, che era nero e più corto del normale). Mi sono seduta sul bordo del lettino con le gambe a penzoloni mentre parlavamo del piercing.

"Quando sarai pronta, ti chiederò di toglierti i pantaloni e gli slip e di sdraiarti sul lettino con le gambe aperte."

"Va bene, me lo fa fare anche l'estetista!" Il nervosismo mi portava a parlare un po' troppo, ma Ed non sembrava farci caso.

"Bene. A quel punto darà un'occhiata per vedere se a livello anatomico è possibile fare questo tipo di piercing. Ma non preoccuparti, sulla maggior parte delle donne è possibile. Poi metterò il tubo che fa passare l'ago sotto il cappuccio del clitoride, per posizionare il piercing."

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Mi sono dovuta trattenere per non interromperlo e dirgli che sapevo già tutto. Pensavo di sapere perfettamente come si sarebbe svolta tutta la procedura. Invece di parlare, però, sono rimasta lì a sorridere e annuire a Ed, che mi ha spiegato tutto con una voce calma e delicata. Mi sono chiesta se Ed fosse gay. Usava un tono materno e aveva un'aria da infermiere. Anche se di solito non cerco di dedurre l'orientamento sessuale di una persona da queste cose, in quel caso mi sono sforzata di credere che lo fosse. Mi metteva molto meno a disagio pensare che a esaminare la mia vagina sarebbe stato un uomo gay.

Mi sono tolta i pantaloni e mutande e mi sono arrampicata sul lettino, dove sono rimasta ferma con le braccia incrociate a guardare Ed mentre preparava tutti gli strumenti. Teneva in mano un cotton fioc a cui aveva rimosso il cotone, e diceva, "adesso controllo il cappuccio per assicurarmi che il piercing sia fattibile. Infilo questo sotto il cappuccio, andrà ad appoggiarsi sul clitoride nel punto in cui posizionerò poi il piercing. Va bene?"

"Va bene," ho detto in tono stridulo, per poi mettermi a fissare il soffitto. Infilato nel punto più sensibile del mio corpo, il cotton fioc mi sembrava un corpo estraneo molto fastidioso. Avere un piercing lì sarebbe stato così?

"L'apertura del tuo cappuccio è un po' stretta, ma il piercing si può fare. Adesso cominciamo."

Ho sentito il cotton fioc che si ritirava, e al suo posto il freddo dello iodio. Mi sono messa le mani davanti alla faccia e ho respirato profondamente. La voglia di ridere è svanita non appena ho sentito la stessa pressione che avevo sentito con il cotton fioc, seguita dal dolore acuto del buco. Ho strizzato gli occhi e arricciato il naso, facendo attenzione a non muovere la parte inferiore del mio corpo.

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Il dolore è diventato quello di una forte puntura. In meno di un minuto, avevo finito.

"Tutto bene, Gen? Non ha fatto troppo male, eh?"

Mentre parlava mi sorrideva per rassicurarmi.

"Tieni, ecco uno specchio, così lo puoi vedere. Come ti sembra?"

Mi ha passato uno specchio. Senza dire una parola, l'ho posizionato in modo da riuscire a vedere la mia nuova decorazione. Ho trattenuto il respiro mentre sbirciavo nel riflesso, e ho sospirato di sollievo vedendo che il mio corpo sembrava ancora quello di prima.

Era bellissimo. Esattamente come in tutte quelle immagini che avevo passato così tanto tempo a fissare. E lo zircone cubico era stata una scelta perfetta, brillante al punto giusto. Avevo paura di toccarlo, così ho ridato lo specchio a Ed. Ero raggiante per l'ottima riuscita di quella che per me era stata una decisione rischiosa. Sono uscita dal negozio con cautela e ho fermato un taxi, tutta fiera di me per aver avuto il coraggio di andare fino in fondo. Tre settimane dopo, il mio piercing era guarito quasi del tutto. Il mio fidanzato l'aveva già approvato con entusiasmo via Skype, durante una chiamata particolarmente esibizionista. Mi aveva detto che lo trovava "molto sexy." Stavo anche imparando a muovermi, sedermi, stare in piedi e lavarmi senza toccare quella parte molto delicata e convalescente del mio corpo. E per cercare di evitare la sensazione intensa che provavo ogni volta che lo toccavo per sbaglio. Non avevo ancora testato il presunto aumento del piacere sessuale, perché ogni attività in quel senso mi era severamente proibita per almeno quattro settimane.

Mentre scoprivo come gestire il mio corpo con quel nuovo addobbo, ho smesso di chiedermi cosa fosse "normale" e cosa no. La distinzione non mi appariva più semplice e netta come una volta. Ero ancora una ragazza normale e per bene, solo che avevo un pezzo di metallo in più.