FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Una giornata ai Campionati Mondiali di Nascondino

Lo scorso weekend nella città fantasma lombarda di Consonno si è svolta la settima edizione dei Nascondino World Championship, i campionati mondiali di nascondino. Siamo andati a vedere che tipo di persone hanno partecipato.
Mattia Costioli
Milan, IT

Consonno è un piccolo borgo a meno di un'ora di macchina da Milano con una storia piuttosto singolare. Negli anni Sessanta un sedicente impreditore, ultimo arrivato in una famiglia della piccola nobiltà bergamasca, decise di radere tutto al suolo per costruirci una "città dei divertimenti" in cui spiccava la presenza di un minareto circondato da mura medievali.

Nel giro di dieci anni (ovviamente) la "città delle feste" cadde in rovina e nel 1976 la collina che la sorreggeva franò sopra l'unica strada d'accesso, mettendo la parola fine a un piano tanto affascinante quanto balordo. Da allora sulle rovine di questo insolito paesino ha iniziato a costruirsi una leggenda, che nel corso degli anni l'ha trasformato nella casa di presunte messe nere, meta per un weekend fuori porta e fonte preziosissima di materiale per il mio profilo Instagram.

Pubblicità

Durante lo scorso weekend proprio a Consonno si è tenuta la settima edizione dei Nascondino World Championship, la prima e unica competizione mondiale di nascondino, e sì: tutta la gara si è svolta in modo serio e solenne così come lascia presagire un nome di tale imponenza.

Domenica, dopo una serie di battute sul nascondino, Matteo Messina Denaro e il nazismo che fanno ridere soltanto nella mia testa, ho imboccato la superstrada Milano-Laghi in direzione Consonno e dopo una decina di tornanti nei boschi che costeggiano il lago di Annone mi sono ritrovato in mezzo a centinaia di persone datesi appuntamento per giocare a nascondino.

Dov'è il cecchino?

La competizione si svolge su un campo da gioco completo di elementi in cui nascondersi, come vasche da bagno e assi da stiro, e da un sound system improvvisato da cui un annunciatore chiama a raccolta le varie formazioni che devono disputare ogni manche allo scopo di compilare una classifica che restituisca venti squadre finaliste.

La maggior parte dei partecipanti è italiana, ma ci sono anche squadre straniere e in generale si respira un'aria a metà tra un festival e Giochi Senza Frontiere. Il paese fantasma è distante un paio di minuti a piedi e tra una partita e l'altra si popola di magliette con i colori delle squadre che si arrampicano per le scale del minareto traballante, mentre nella zona campeggio il rapporto tra ore del giorno trascorse e birra calda consumata pende decisamente a favore della seconda.

Pubblicità

Tra una sfida e l'altra, ho deciso di intervistare partecipanti e organizzatori per capire cosa li avesse portati fin lì.

VICE: Ciao, è la prima volta che partecipi a una gara di nascondino?
Cristina: No, perché in realtà faccio parte dello staff. Anzi, diciamo che ho dato una mano a preparare e alla fine ho anche coinvolto dei miei amici per giocare.

E come si chiama la vostra squadra?
Per-di-qua, che poteva essere o Per Di Qua o Perdi Qua. Alla fine è stata la seconda.

Non è andata bene?
Non ci siamo qualificati, ma abbiamo comunque ottenuto un buon punteggio. Il gioco è entusiasmante e alla fine anche se i miei amici erano un po' dubbiosi si sono dovuti ricredere. È molto diverso da quando ci giochi in terza elementare: il gioco è stato trasformato in un vero e proprio sport, se sei fuori forma alla fine perdi.

E quindi qual è stata la cosa più bella del nascondino?
Direi i cercatori.

VICE: Mi hanno detto che siete la cosa più bella del nascondino, ma come vi hanno scelto?
Matteo: Due anni fa abbiamo vinto la Quinta Edizione dei Campionati e quest'anno ci hanno proposto di fare da cercatori.

L'anno scorso non avete partecipato?
Massimo: Purtroppo non abbiamo potuto: facciamo tutti parte del Lumezzane Rugby e lo scorso anno eravamo in ritiro con la squadra e non siamo riusciti ad ottenere il nulla osta dalla società.

Quest'anno invece vi hanno messi a fare i cercatori.
Matteo: Sì, anche se all'inizio eravamo iscritti come concorrenti.

Pubblicità

Così è più divertente?
Per me è una figata, i concorrenti ne hanno combinate di tutti i colori in questi due giorni e quindi anche per noi il gioco diventa più bello.

Qual è la cosa più strana che vi è successa?
Enrico: Un nostro amico ha placcato (e ribaltato) un WC chimico per far uscire il tizio che si era nascosto dentro.

VICE: Siete venuti dal Belgio apposta per il nascondino?
David: Sì, solo per questo weekend. Abitiamo tutti in una piccola città vicino a Bruxelles.

Da quanti anni non giocavate a nascondino?
David: In realtà da meno di due settimane, facciamo quasi tutti parte di un'associazione giovanile e spesso lavoriamo coi ragazzini, ma oggi possiamo giocare come adulti.
Uno che non è David: Io da moltissimi anni. Gli mancava un quinto giocatore e ho pensato: "Un weekend in Italia a giocare a nascondino… Perché no?"

Quindi vi state divertendo?
Sì, c'è tantissima birra.

Siete riusciti a qualificarvi?
David: Mi sembra di sì, ma non siamo sicuri. L'annunciatore non parla benissimo inglese, ma tra poco dovrebbe esserci un tabellone con dei numeri. Su quelli non si può sbagliare.

VICE: Allora, com'è organizzare una gara di nascondino?
Simone: Per niente facile, bisogna riuscire a evitare che il gioco diventi una cavolata.

Qual è stato il tuo compito?
Io mi occupo della parte sportiva, cioè di rendere il nascondino effettivamente giocabile, con delle regole precise, ma anche funzionali. Diciamo che è molto facile pensare di poter organizzare una gara di nascondino, ma poi ti accorgi che anche la scelta di quali nascondigli mettere a disposizione può trasformare l'esperienza, in meglio o in peggio a seconda di quanto sei bravo a scegliere.

Pubblicità

In effetti ero un po' dubbioso, ma guardare una partita dalla collina è divertente.
Ogni partita cambiamo un po' il campo da gioco, così che tutto rimanga in sicurezza e non si perda mai il ritmo. L'idea di base è che il nascondino deve essere l'ossessione di ogni squadra per due giorni. Se si riesce a entrare in competizione con lo spirito giusto, allora il divertimento è assicurato e se si riesce a rimanere concentrati forse anche la vittoria è possibile.

Qual è il nascondiglio più bello che hai visto in questi due giorni?
Non è proprio un nascondiglio, ma uno dei giocatori si è ricoperto di carta igienica e ha costretto il cacciatore a spogliarlo di questo costume da mummia per riuscire a capire quale fosse il colore della sua squadra. Alla fine però ce l'ha fatta.

VICE: Allora, come si chiama la vostra squadra?
Roberto: Spam.

E siete riusciti a qualificarvi?
Ci siamo classificati secondi nel girone, quindi andiamo in finale.

È la prima volta che partecipate?
Daniele: No, eravamo già venuti due anni fa, ma c'erano molte meno squadre e sostanzialmente si andava tutti in finale.

Cosa vi ha spinto a tornare?
Forse la nostalgia, perché questo è un gioco che fai da piccolo, ma che in realtà rimane divertente. Un po' come quando ti metti un pomeriggio a giocare coi Lego, lo fai in una maniera diversa, ma ti ricordi di com'era quando eri bambino.

Segui Mattia su Twitter

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: