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crisi dei migranti

La Macedonia sta selezionando i rifugiati siriani in base alle loro città di provenienza

I siriani di Aleppo possono entrare nel paese balcanico, quelli di Damasco invece no: le nuove restrizioni selezionano le città in cui la guerra ha colpito più duramente.
Foto di Georgi Licovski/EPA

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Le autorità macedoni hanno creato nuove particolari restrizioni per le migliaia di rifugiati che tentano di attraversare il confine con la Grecia, garantendo l'ingresso solo a quelli provenienti da città considerate "in stato di guerra." Secondo queste regole, oggi in Macedonia i siriani di Aleppo sono benvenuti, quelli di Damasco no.

Due ufficiali greci hanno dato la notizia all'Associated Press, sotto condizione di anonimato. L'agenzia è poi riuscita a ottenere una conferma ufficiale dall'UNHCR.

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La Macedonia è un paese senza sbocchi sul mare a nord della Grecia, schiacciata a est dalla Bulgaria e a ovest dall'Albania. Per questa ragione geografica Idomeni, la città greca al confine con la Macedonia, è diventata la scappatoia più battuta per i rifugiati che tentano di continuare il viaggio verso i Balcani, e da lì all'Europa occidentale.

Le nuove restrizioni al confine spiegherebbero perché il flusso dei rifugiati in Macedonia sia rallentato nelle ultime due settimane. Circa 14.000 rifugiati provenienti da città considerate non sufficientemente devastate dalla guerra, secondo le autorità macedoni, si trovano infatti bloccati a Idomeni.

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Il campo rifugiati locale è sovraffollato, costringendo migliaia di rifugiati ad accamparsi nei campi vicini e sui binari ferroviari. La scorsa settimana, le crescenti tensioni sul confine greco-macedone sembravano aver raggiunto il limite quando centinaia dei rifugiati bloccati hanno provato a scavalcare la recinzione di confine, mentre la polizia lanciava gas lacrimogeni.

Secondo AP il campo rifugiati di Idomeni sta "cominciando a diventare una struttura semi-permanente," e i migranti sembrano sempre più scettici riguardo alla possibilità di entrare presto in Macedonia. Il cibo e i vestiti donati dai greci della zona scarseggiano. Domenica ci sarebbero stati scontri tra uomini, donne e bambini per accaparrarsi qualsiasi tipo di provvista disponibile. Centinaia di persone si sarebbero messe in coda fin dal mattino per ricevere un panino per pranzo.

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"La situazione non è buona," ha detto ad AP il portavoce dell'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati Ljubinka Brasnarska. "Chiunque arrivi dalla Siria ha bisogno di protezione internazionale. Questa decisione può essere presa soltanto da enti internazionali competenti, non dalle autorità di frontiera."

La polizia macedone ha detto: "L'Iraq e la Siria sono considerati paesi pericolosi. Ma se uno dei paesi di passaggio dovesse introdurre nuove restrizioni [noi] saremmo costretti a considerare la possibilità di applicarne anche al confine Macedonia-Grecia, incluso il divieto di entrata per migranti di certe regioni."

Le nuove restrizioni saranno probabilmente oggetto di discussione all'incontro sulla crisi rifugiati di lunedì tra l'Unione Europea e la Turchia. Gli ufficiali greci hanno detto più volte di essere sopraffatti dal volume di rifugiati in arrivo sulle loro coste dalla Turchia, lamentando di come la Turchia e i paesi dell'UE non si stiano facendo passi in avanti per condividerne il peso.

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Lo scorso settembre, i ministri dell'interno dell'Unione Europea hanno cercato di trovare un accordo sulla controversa questione delle "quote" per trasferire 160.000 rifugiati dall'Italia, dalla Grecia e dall'Ungheria ad altri paesi del'Unione. Non tutti gli stati presenti erano però della stessa idea: Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia hanno infatti respinto l'idea di quote obbligatorie.

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Alcuni paesi dell'UE hanno cominciato a rafforzare i propri confini. L'Austria ha annunciato che avrebbe imposto un limite al numero giornaliero di richieste d'asilo da esaminare. Nove paesi dei Balcani hanno irrigidito i controlli, inclusa la Macedonia.

In una recente intervista con la TV pubblica ARD, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha condannato le restrizioni e espresso supporto per la Grecia, il cui governo è stato recentemente salvato da un bailout, dopo il collasso economico. "Credete veramente che tutti gli stati che l'anno scorso si sono battuti per tenere la Grecia nella zona Euro - e noi siamo stati tra i più severi - possano lasciare che la Grecia, un anno dopo, cada nel caos?" ha detto Merkel.

In ottobre, alcuni delegati turchi hanno promesso di contenere il numero di rifugiati che tentano di attraversare il Mar Egeo verso l'Europa in cambio di un minimo di 3 milioni di euro. Ma migliaia di rifugiati continuano ad arrivare in Turchia dal confine siriano, e tentano pericolose traversate via mare per raggiungere la Grecia.

Domenica, almeno 18 persone sono annegate a largo delle coste turche cercando di raggiungere la Grecia. Tra i morti ci sarebbero tre bambini. L'agenzia di stato Turca Anadolu Agency ha riportato che ci sarebbero altri dispersi. La guardia costiera turca avrebbe salvato altre 15 persone vicino a un villaggio vacanze turco.

Secondo l'Organizzazione Internazionale per la Migrazione (OIM), 113 migranti e rifugiati sono annegati nel tentativo di attraversare il Mediterraneo lo scorso gennaio, un numero più alto che quelli del gennaio 2014 e 2015 messi insieme. L'OIM stima che oltre 900 uomini, donne e bambini siano annegati in quelle stesse acque dall'inizio del 2015.

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