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Il Parlamento dovrà finalmente occuparsi della legge sull'eutanasia

La Corte Costituzionale ha dichiarato che per chiudere il "caso Dj Fabo" in cui è coinvolto Marco Cappato è necessaria una revisione dell'attuale assetto normativo sul fine vita.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
Marco Cappato su Rai 1
Grab via Rai1.

Ieri era molto attesa la decisione della Corte Costituzionale sul caso Dj Fabo, ma è successo qualcosa di inaspettato: è stato tutto rinviato a settembre 2019. Il giudizio su Marco Cappato, che nel febbraio 2017 ha aiutato Fabiano Antoniani a morire accompagnandolo in una clinica svizzera, è stato quindi momentaneamente sospeso.

Nella sostanza la Suprema Corte ha motivato questa scelta in quanto “l'attuale assetto normativo sul fine vita” non permette "adeguata tutela a determinate situazioni costituzionalmente meritevoli." Rimbalzando così la palla al Parlamento sulla "trattazione" dell’aiuto al suicidio. Semplificando un po’, ciò significa che i Giudici della Corte hanno richiesto al Parlamento di occuparsi della questione del suicidio assistito revisionando la legge in vigore, per poi così potersi occupare del caso specifico. In sostanza: il processo in cui è coinvolto l’esponente dei radicali è diventato ufficialmente, a tutti i livelli, un caso istituzionale.

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Il caso in questione è nato con l'autodenuncia di Cappato—promotore della campagna Eutanasia legale e dirigente dell’associazione Luca Coscioni—che all’inizio del 2017 aveva accompagnato Dj Fabo, completamente paralizzato e cieco, nella clinica svizzera dell’associazione Dignitas per effettuare il suicidio assistito (illegale in Italia), su richiesta di Dj Fabo stesso.

“Il mio obiettivo è portare lo Stato a un'assunzione di responsabilità di fronte alle non-risposte alle persone malate terminali, uomini e donne che hanno un problema. [Istituzionalmente, queste persone] non si vedono," aveva dichiarato subito dopo Cappato, riferendosi ai video-appelli di Dj Fabo che non avevano ottenuto allora risposta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La Corte Costituzionale è stata interpellata nel febbraio scorso dopo che la Corte d'Assise di Milano aveva dichiarato il dirigente dei Radicali innocente per istigazione al suicidio, ma aveva lasciato in sospeso il giudizio sul reato di aiuto al suicidio sulla cui costituzionalità pubblica accusa e difesa avevano richiesto una valutazione. Secondo questa legge, ovvero l’articolo 508 del codice penale, Cappato avrebbe rischiato dai sei ai 12 anni di reclusione.

Cosa succederà dunque ora?

Cappato—che insieme all’associazione Luca Coscioni aveva già depositato in Parlamento nel 2013 una legge sull'eutanasia, rimasta bloccata—ha detto che si tratta di un “risultato straordinario”, perché il parlamento ha "un anno di tempo per fare ciò che [gli] chiedevamo da cinque anni."

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Secondo Filomena Gallo, uno dei legali di Cappato sul caso Dj Fabo e segretaria dell'associazione Coscioni la decisione della Corte “non ha precedenti,” perché “dà un monito con termine, indicando una data entro cui [il Parlamento] deve legiferare.”

Anche il Presidente della Camera Fico si è detto dello stesso parere, sostenendo che “serve più che mai adesso aprire il dibattito su un argomento delicato rispetto al quale ci deve essere attenzione e sensibilità.”

Impossibile non ricordare in questo frangente le immagini di gioia di Emma Bonino e Mina Welby, quando nel dicembre 2017 passò ufficialmente in Senato il testamento biologico—un'altra lunga battaglia dei Radicali.

Rispetto ad allora però le condizioni in Parlamento sono cambiate, e il rischio è che questa maggioranza non sia realmente interessata a cambiare posizione sull'aiuto al suicidio, con la possibilità che arrivi anzi a decidere di inasprire ulteriormente le pene. Basti pensare ai recenti slogan della Lega sul crocifisso e alla dichiarazioni del Ministro Fontana. E il M5S, Fico a parte, è imprevedibile. Più in generale, resta il problema che mai nessun partito dell'arco parlamentare si è voluto davvero esporre—Radicali a parte—su determinati temi.

Qualunque cosa decida il Parlamento, siamo comunque di fronte ad un notevole passo in avanti su fine vita ed eutanasia. Secondo l'avvocata Filomena Gallo, la Corte Costituzionale "per la prima volta ha emesso una dichiarazione di incostituzionalità rilevata ma non dichiarata al fine di permettere al parlamento di legiferare." Ha insomma posto un termine preciso entro cui intervenire; in caso contrario, cioè se il parlamento non farà nulla, pronuncerà una decisione di incostituzionalità, che per la legale è già "annunciata."

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