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La guida di VICE alle Elezioni

La guida di VICE ai partiti delle Elezioni 2018 - La sinistra alla sinistra del PD

Liberi e Uguali, Potere al popolo e i comunisti: tracciare la composizione delle liste di sinistra è più complicato che capire una puntata di The OA.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Juta
illustrazioni di Juta
Illustrazione di Juta.

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È un po’ un luogo comune, ma “sinistra italiana” è spesso e volentieri un sinonimo di “frammentazione e litigiosità.” Questa campagna elettorale ne è un po’ una conferma: tracciare la composizione delle liste e dei partiti di sinistra è più complicato che capirci qualcosa di una puntata di The OA.

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Quali formazioni ci sono: Visto che elencarle tutte sarebbe impossibile, questa guida cita solo quelle più rilevanti. Liberi e Uguali è la lista unitaria degli “scissionisti” del PD—Articolo 1-MDP, Sinistra Italiana e Possibile—ed è capeggiata dal presidente del Senato Pietro Grasso.

Potere al Popolo è una formazione che nasce dalle ceneri del movimento del Teatro Brancaccio di Tomaso Montanari e Anna Falcone, per iniziativa del centro sociale di Napoli Ex OPG occupato -Je so’ Pazzo, che lo scorso novembre ha lanciato un appello su Facebook e iniziato a fare una serie di assemblee territoriali sparse in tutta Italia. Oltre alle realtà di movimento, alla lista hanno aderito (tra gli altri) anche Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Rete dei comunisti e Eurostop. Il loro “capo politico”—anche se l’espressione è una chiara presa in giro del M5S—è Viola Carofalo, assegnista precaria all’università L’Orientale di Napoli.

Alle prossime elezioni cercherà anche di partecipare la variegata galassia comunista, che ormai è arrivata a un livello di scissione prossimo all’atomo. Se da un lato c’è Per una sinistra rivoluzionaria (alleanza tra il Partito comunista dei lavoratori di Marco Ferrando e Sinistra classe rivoluzione), dall’altro ci sono una serie di piccole liste e il Partito Comunista di Marco Rizzo (da non confondere con il citato PCI di Mauro Alboresi, e che si distingue per la sua interessante linea social).

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Come arrivano a queste elezioni: Molte di queste formazioni e raggruppamenti non esistevano fino a poco tempo fa, ma non tutte hanno la stessa visibilità. LeU è indubbiamente il partito che sta ottenendo più attenzione mediatica—vuoi per la forza elettorale, vuoi per certi nomi in vista (Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Laura Boldrini, Pippo Civati, e così via), vuoi per alcune polemiche montate ad arte (come quella sulle “foglioline” presenti nel logo) e vuoi perché Matteo Renzi ha recentemente dichiarato che ogni voto a LeU è un “regalo” a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.

Potere al Popolo ha un’estrazione molto diversa e, secondo La Stampa, “guarda al mutualismo di Podemos e della prima Syriza, e ha ottimi rapporti anche con i francesi di France Insoumise guidata da Jean-Luc Mélenchon.” Il quotidiano britannico The Independent lo ha paragonato a Momentum, il movimento spontaneo di supporto al segretario del Labour inglese Jeremy Corbyn. Non a caso, l’idiosincrasia verso LeU e il resto del centrosinistra è parecchio elevata: “D’Alema, Speranza, Bersani,” ha detto Carofalo, “sono i responsabili del collasso della sinistra e dell’arretramento delle nostre condizioni di vita, odiati da tutti.”

Parole simili le hanno espresse anche Ferrando del Pcl (“il personale dirigente [di LeU] non solo ha distrutto la sinistra politica in Italia [ma] ha picconato la libertà e l’uguaglianza a danno di chi lavora”) e Marco Rizzo, secondo il quale “D'Alema, Bersani, gli esponenti del partito di Grasso che fino a ieri erano nel PD hanno le stesse responsabilità di Renzi. Anzi ne hanno anche di più perché sono il gruppo dirigente che ha guidato la trasformazione e lo smantellamento del PCI.” Vige un'immensa stima reciproca, insomma.

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Cosa hanno promesso finora: La proposta di Liberi e Uguali che ha fatto più discutere è senza dubbio l’abolizione delle tasse universitarie—una misura che costerebbe 1 miliardo e seicento milioni di euro, e ha generato un dibattito piuttosto esteso. In attesa del programma definitivo, altri spunti significativi del partito di Pietro Grasso sono arrivati sul versante del lavoro, dove l’idea è quella di cancellare il Jobs Act e ripristinare l’articolo 18.

Potere al Popolo, invece, un programma in 15 punti ce l’ha già—ed è nettamente più radicale di quello di LeU (tra le altre cose, ad esempio, c’è l’abolizione del 41-bis). Lo scopo dichiarato di Per una sinistra rivoluzionaria (che ha un programma) è la ricostruzione di “un punto di riferimento anticapitalistico per i lavoratori che, dopo oltre dieci anni di massacro sociale, sono rimasti privi di rappresentanza.” Infine, per il Partito Comunista di Rizzo, la prospettiva “è quella del rovesciamento dei rapporti di questa società, che vuole dare il potere il lavoratori.”

Quante possibilità hanno di farcela: Secondo un sondaggio del 17 gennaio 2018, Liberi e Uguali si attesta al 6,7 dei consensi. Per tutti gli altri di cui ho parlato finora, invece, ci sono due scogli da superare: il primo è quello delle firme necessarie per presentarsi alle elezioni; il secondo è lo sbarramento del 3 percento previsto dalla legge elettorale.

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