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A Trieste la Lega ha censurato un manifesto di Marina Abramović

"Quel manifesto deve sparire," aveva detto il vicesindaco leghista Paolo Polidori della locandina della regata Barcolana. Ecco, è sparito davvero.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

Marina Abramović è la performarce artist che nel 1974 a Napoli mise il suo corpo alla mercé del pubblico, perché ne facesse quello che voleva con gli oggetti a disposizione. La stessa artista che nel 2010 durante la performance The Artist is Present al MoMa rimase a fissare migliaia di persone che le si presentavano. Ma la performance per cui verrà ricordato il 2018 di Marina Abramović è il balletto intorno al manifesto della prossima edizione della storica regata velica Barcolana, che si terrà nel Golfo di Trieste tra il 5 e il 14 ottobre. Ma andiamo con ordine.

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Ogni anno la Società velica di Barcola e Grignano, in parte supportata economicamente dal comune di Trieste, chiama un artista perché realizzi il manifesto della manifestazione. Per dire, gli ultimi manifesti sono stati realizzati da Pistoletto, Gillo Dorfes e dal fotografo Maurizio Galimberti. Quella realizzata quest'anno da Marina Abramović vede l'artista stessa sventolare una bandiera su cui sta scritto "We're all in the same boat" [Siamo tutti sulla stessa barca].

Che ci sia un sottinteso socio-politico nell’opera è indubbio, ma se approvi che sia la "nonna della performance art" a fare un manifesto dovresti aspettartelo—insomma: è una persona con una pagina su Wikipedia.

Pare invece che alcuni non ci avessero pensato. Tanto che, poco dopo che a inizio luglio è stata resa nota la nuova locandina, il vicesindaco leghista di Trieste Paolo Polidori ha parlato di "offesa al governo" e ha dichiarato che “quel manifesto deve sparire. Via dai pieghevoli, dagli inviti e dalle brochure ufficiali. Proibito a Trieste e nel resto del mondo.” Poi ha intimato: “Con gli organizzatori sono stato chiaro: o sparisce quell'orrore, o salta la convenzione con il Comune. Significa stop a 30mila euro di finanziamenti, Frecce Tricolori, permessi per l'occupazione del suolo pubblico, sicurezza…”

Sembra suonare un po' come un ricatto, vero? E ha avuto i suoi effetti. Come ha riportato stamattina il Gazzettino , si è "chiusa definitivamente la polemica tra Comune e Società velica di Barcola e Grignano” con le locandine di Marina Abramović che, almeno dal territorio triestino, non si vedranno. Il tutto è stato ufficializzato con un comunicato congiunto in cui si dice che entrambe le istituzioni "concordano sull'importanza di non dividere ma di unire le persone attorno alla grande festa della Barcolana." In sostanza, come aveva minacciato Polidori, sembra che "il poster non si vedrà."

In attesa della risposta di Marina Abramović, spero che venga rispolverato il manifesto dell'anno scorso, che ho personalmente rinominato "collage di barche a vela concettuale.png"

Aggiornamento 8 agosto 2018, ore 19: Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, il manifesto potrà continuare a esistere, “ma nascosto”.

Aggiornamento 9 agosto 2018: Secondo un comunicato stampa inviatoci dalla Barcolana: "Il manifesto della Barcolana non è stato ritirato. Verrà utilizzato, come tutti i precedenti, per la comunicazione nazionale e internazionale di Barcolana. A livello locale la comunicazione visuale dell’evento prevede anche l’uso delle bandiere del Gran Pavese Barcolana, che fanno da sfondo al Manifesto stesso. Vogliamo ‘pavesare Trieste’, evocando le tradizioni dei porti bretoni e nordici, dove le città vengono imbandierate negli eventi a tema marinaro, e onorare la citazione di Gillo Dorfles, autore del Manifesto del 2016 e recentemente scomparso, e del suo ricordo di una Trieste pavesata a festa." Trovate una ricostruzione completa degli eventi qui.

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