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Non ho visto risorgere l'Europa, ma almeno ho risparmiato 50 euro

Il 1 marzo, con il convegno "L'Europa Risorge", Roma è diventata l’epicentro dell’ultra-destra europea. Poter incontrare in un solo colpo i leader di Forza Nuova, Alba Dorata, Democracia Nacional, NPD e BNP ci era sembrata un'occasione imperdibile. E...
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Una manifestazione di Forza Nuova in Veneto, 2011. Via Flickr.

Il 1 marzo 2014 l’Hotel Pineta Palace di Roma è diventato l’epicentro dell’ultra-destra europea. È qui, infatti, che partiti come Forza Nuova, Alba Dorata, Democracia Nacional, NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands) e BNP (British National Party) si sono dati appuntamento per “dare voce alle proposte politiche di questi paesi che sono stati maggiormente colpiti dalle politiche di austerity e dai diktat delle istituzioni europee.”

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L'incontro, intitolato “L’Europa Risorge”, era stato annunciato in pompa magna tappezzando di manifesti i muri di Roma e caricando su YouTube un epico video promozionale accompagnato dalla colonna sonora di Batman – The Dark Knight.

Non tutti, però, hanno accolto la notizia di questo incontro con entusiasmo. Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Campidoglio, ha dichiarato che “la nostra città non può essere oltraggiata dalla sfilata di formazioni politiche che evocano i peggiori scenari della storia contemporanea.” Il tardo pomeriggio del 27 febbraio un gruppo di antifascisti romani ha simbolicamente “sanzionato” l’hotel, “portando in dono” sterco di cavallo e una decina di topi vivi.

Insomma, la situazione era abbastanza tesa. Dal momento che non capita tutti i giorni di trovare in un unico luogo deputati e leader di queste formazioni, nei giorni antecedenti il raduno avevo mandato alcune mail a referenti stampa e segreterie di Forza Nuova per chiedere di essere accreditato. Dopo parecchie ore di silenzio ho scoperto che, per avere il privilegio di veder risorgere l’Europa, avrei dovuto pagare. Questa è la mail di risposta che mi è arrivata: “Salve, possono venire tutte le testate giornalistiche a patto che paghino 50 euro all'entrata. Buona serata.”

Rimanendo abbastanza stupito da questa richiesta, ho provato a chiamare un coordinatore di Forza Nuova per chiedere delucidazioni. Quest’ultimo non solo ha confermato che gli accrediti sarebbero stati a pagamento, ma ha spiegato che si trattava di una misura precauzionale per scoraggiare i giornalisti “che vengono qui solo per infangare.” “Così ci pensano su due volte,” ha aggiunto il coordinatore. Una simile “precauzione” si era resa necessaria anche per il fatto fatto che alcuni “movimenti” presenti al raduno sono “nell’occhio del ciclone” nei rispettivi paesi.

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Dopo averci pensato su all’incirca due secondi, ho deciso che pagare Forza Nuova, Alba Dorata & co. per fare il mio lavoro non era esattamente una prospettiva allettante, e sono rimasto a casa per seguire il Risorgimento Europeo attraverso la diretta radiofonica. Su una cosa, però, il membro di FN aveva ragione: se i “nazionalisti rivoluzionari” si riducono a chiedere 50 euro ai giornalisti, è chiaro che non stanno affatto passando un bel momento.

Alcuni avvenimenti recenti confermano il momento di difficoltà di queste formazioni. Il 21 febbraio 2014 la magistratura greca ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro l’intero gruppo parlamentare di Alba Dorata, formato in tutto da 18 deputati (sei sono attualmente in galera e tre indagati a piede libero). L’accusa, quella di aver “costituito e/o diretto un’organizzazione criminale,” si aggiunge all’incredibile sfilza di reati (tra cui l’omicidio del rapper Pavlos Fyssas e moltissime aggressioni, anche letali, a immigrati) formulati contro i neonazisti in questi ultimi mesi.

Forza Nuova, che alle ultime elezioni del 2013 ha preso lo 0,26 percento, ha provato a riemergere dalle paludi extraparlamentari cercando di cavalcare il movimento dei Forconi, senza però conseguire alcun risultato. Da parecchio tempo, inoltre, Forza Nuova sta cercando di replicare le “imprese” di Alba Dorata (i due partiti sono sempre stati storicamente vicini) distribuendo pane e generi alimentari in giro per l’Italia e creando “ronde cittadine” in città come Udine.

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Nick Griffin durante una manifestazione a Londra, settembre 2013. Foto di Tom Johnson.

Il declino del British National Party, che nel 2009 riuscì a eleggere due eurodeputati, sembra invece irreversibile. Il New York Times ha ricostruito in un articolo come le lotte di potere all’interno del partito, le vicissitudini finanziarie del leader Nick Griffin (finito in bancarotta il 3 gennaio 2014) e l’ascesa di partiti estremisti come l’UKIP di Nigel Farage e l’EDL (English Defence League) abbiano fatto perdere una valanga di consensi al BNP, ricacciandolo ai margini del dibattitto politico inglese. “Siamo in modalità difensiva,” ha dichiarato Griffin, “e dopo essere stati in modalità di ‘sopravvivenza’ per due anni, possiamo dire di essere sopravvissuti.”

Anche l’NPD, partito neonazista fondato nel 1964, versa in uno stato di “crisi esistenziale.” Dopo essere stato ripetutamente accusato di aver avuto legami con Clandestinità Nazionalsocialista—la cellula neonazista smantellata nel 2011 e responsabile di dieci omicidi (9 cittadini di origine turca e uno di origine greca)—il partito è tornato nel mirino di autorità e inquirenti, che stanno valutando di metterlo fuorilegge. Il blocco dei finanziamenti pubblici deciso dalla Corte Suprema tedesca ha inoltre svuotato le casse degli estremisti, che ora si trovano sull’orlo della bancarotta. In tutto questo, i vertici dell’NPD sono troppo impegnati in una furiosa guerra intestina per invertire la tendenza del partito.

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All’Hotel Pineta Palace tutte queste criticità rimangono lontane o semplicemente non esistono. La sala è addobbata dalle bandiere dei vari partiti e riempita da qualche centinaia di camerati; sul palco, invece, campeggia una mappa dell’Europa con questa scritta: “Per l’Europa dei Popoli: libera, sovrana, armata.” Il primo relatore a parlare è Manuel Canduela, leader di Democracia Nacional. Il partito è nato nel 1995 e alle ultime elezioni del 2011 ha raccolto lo 0,01 percento dei voti. Il curriculum di Canduela è comunque di tutto rispetto: oltre a essere stato il cantante della band nazirock División 250, nel 1995 il politico spagnolo si è beccato una condanna per “associazione illecita” per aver militato nel gruppo neonazista Acción Radical.

Nel 2007 Democracia Nacional salì agli onori delle cronache dopo l’uccisione di Carlos Palomino, un antifascista di 16 anni accoltellato a morte nella metropolitana di Madrid dal soldato neonazista Josué Estébanez, poi condannato a 29 anni di carcere. Entrambi stavano andando alla manifestazione xenofoba organizzata da DN: Palomino per protestare, Estéban come simpatizzante di estrema destra.

Il discorso di Canduela tocca tutti i temi classici delle formazioni di estrema destra: la “distruzione etnica” della Nazione causata dall’immigrazione selvaggia, “il crimine dell’aborto” che uccide milioni di innocenti all’anno, la “distruzione della famiglia tradizionale” e, naturalmente, “la lotta contro l’ordine mondiale sionista che stanno cercando di imporre” in Europa. C’è spazio anche per esibire un po’ di nostalgia dei bei tempi andati–quelli della dittatura franchista: “Quando Franco è morto la Spagna era l’ottava potenza mondiale a livello industriale. Dopo 40 anni di democrazia la Spagna è al ventesimo posto.”

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Dopo Canduela tocca a Nick Griffin, che è un grande amico di Roberto Fiore (i due si sono conosciuti durante il periodo della latitanza a Londra di Fiore). Il leader del BNP attacca subito con una tirata sull’“inverno demografico” e sulla “distruzione economica, delle tradizioni, della società e dell’identità” inglese, naturalmente compiuta dai “banchieri vampiri” e dagli immigrati che perfidamente s’infilano in questo “vuoto demografico.”

Non può mancare il riferimento ai sionisti, che insieme a “neocon e capitalisti” stanno “attaccando e uccidendo a sangue freddo le nostre nazioni europee.” Nonostante la buona volontà dei “movimenti nazionalisti,” il tempo però comincia a stringere. Secondo Griffin, infatti, “questa è l’ultima generazione che ha il dominio demografico” sui nemici della Patria. “Se aspettiamo fino alla prossima generazione sarà troppo tardi. È la nostra generazione,” termina il politico inglese, “che ha il compito e il dovere di salvare i popoli d’Europa.”

Sostenitori di Alba Dorata manifestano dopo gli arresti di settembre 2013. Foto di Alexandros Katsis.

L’intervento più atteso è quello di Antonis Gregos, deputato di Alba Dorata e fanatico delle armi da fuoco. A proposito di questa passione, il 30 maggio del 2013 Gregos si è reso protagonista di un piccolo incidente avvenuto all’aeroporto internazionale di Atene. Durante la procedura di imbarco, infatti, un colpo è partito accidentalmente dalla sua pistola, fortunatamente senza conseguenze. Dopo questa “disavventura” le autorità greche gli hanno revocato il porto d’armi.

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Prima di diventare deputato, Gregos è stato impiegato comunale a Salonicco, dove lavorava alle dipendenze del tesoriere Panagiotis Saxonis. Nel febbraio del 2013 Saxonis è stato condannato all’ergastolo in primo grado insieme all’ex sindaco Vassilis Papageorgopoulos per aver rubato 18 milioni di euro dalle casse della città. Durante il processo è anche emerso che Gregos faceva il buttafuori in uno dei club di Saxonis. Peccato che non lo potesse fare: in Grecia un impiegato statale non può fare un altro lavoro.

Sempre nel corso delle udienze Gregos ha risposto a tutte le domande sui suoi rapporti con Saxonis con un perentorio “non so, non ricordo.” L’atteggiamento reticente del deputato ha mandato su tutte le furie il pubblico ministero, che è sbottato in aula: “Il tuo partito si straccia le vesti per la corruzione, ma qui dentro non mi pare che lei abbia voglia di combatterla seriamente.”

Nel confortevole ambiente estremista dell’hotel romano Gregos si trova decisamente più a suo agio.

Il deputato inizia con una frase che, detta da un neonazista, suona piuttosto ironica: “In Grecia la democrazia è stata distrutta. Bello scherzo del destino, se pensiamo che proprio in Grecia la democrazia è nata!” Il resto dell’orazione si basa sul solito repertorio retorico contro l’immigrazione clandestina e la magistratura ellenica, rea di “perseguitare” gli innocui militanti di Alba Dorata. Gregos finisce affermando che “tutti i nazionalisti greci” stanno resistendo contro un governo che “ci ha condotto al disastro e alla morte di centinaia e centinaia di persone,” e invita i “cittadini europei” a “unire le loro forze per opporsi allo sterminio.”

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Anche il tedesco Jens Puhse gioca la carta del vittimismo, lamentando la “persecuzione giudiziaria” contro l’NPD e ricordando il fallito tentativo del 2003 delle autorità federali di mettere fuorilegge il partito. “Hanno infiltrato 200 agenti tra i nostri 8000 iscritti, hanno istruito due processi, il secondo in corso, ma non ci sono riusciti,” ha detto Puhse. Fortunatamente, ha assicurato il membro dell’NPD, “dal 25 maggio noi, gli inglesi, gli italiani, gli spagnoli e i greci saremo un unico blocco di opposizione nel Parlamento Ue.”

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Via.

L’intervento finale è affidato a Roberto Fiore. Il segretario nazionale di Forza Nuova spazza via il campo dalle ipotesi di trovarsi di fronte all’ennesima riedizione dell’Internazionale Nera in vista delle prossime europee. “Sarebbe un’ottica limitata”, dice Fiore. “Il nostro obiettivo è più a lungo termine. Intendiamo creare una élite dirigente, un’avanguardia, una classe politica che possa effettivamente dare un segnale di riscossa in un momento in cui tutto sembra franare.”

Il discorso del leader tocca tutti i cavalli di battaglia del partito, tra cui la lotta contro la “nuova ventata di omosessualismo” che allontana “gli esseri umani dalla necessità di riprodursi.” Ma in Italia e in Europa non sta spirando solo il minaccioso vento dell’“omossesualismo.” No, c’è anche una netta, “incredibile virata verso la pedofilia” che, secondo Fiore, il nostro paese starebbe cercando “di introdurre nelle scuole.” È compito di Forza Nuova, pertanto, combattere questa deriva, piazzando “sentinelle nelle scuole per non far passare questo piano.”

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Lo slogan “Forza / Nuova / Orgoglio Nazionale” puntella a intervalli regolari la vibrante orazione di Fiore, che si avvia verso la conclusione. “Questa sera Forza Nuova ha dimostrato non solo che c’è un movimento vivo mentre gli altri partiti muoiono,” scandisce il segretario nel climax finale. “Qui c’è la fede e la volontà di riscossa, e questa volontà dovrà distendersi in tutto il territorio nazionale ed essere un fuoco che investe l’Europa verso la grande vittoria dei movimenti rivoluzionari!” Seguono un lungo applauso e le foto di rito: finalmente la “manifestazione” è finita.

Dopo due ore di retorica “antisistema,” aggettivi altisonanti, denunce di complotti sionisti e narrazioni di gesta eroiche la sensazione è quella di aver seguito una cena di classe tra vecchi camerati più che la creazione di “un’avanguardia” della rivoluzione nazionalista. Nulla di nuovo, insomma.

Le parole finali di Fiore, infatti, mi hanno ricordato quelle di Theodoros Koudounas, un membro del comitato centrale di Alba Dorata che nel giugno del 2012 disse a Panorama: “Voi [riferendosi agli italiani] e Spagna siete 5 anni indietro rispetto a noi, in questo processo di risveglio. Rispetto a noi, siete solo più ricchi e meno corrotti, ma state pronti, il momento sta per arrivare.”

Ecco: quando “il momento” in cui il grande fuoco investirà il continente e farà risorgere la vecchia e corrotta Europa, ricordatevi di mettere da parte cinquanta euro. Sarebbe un vero peccato non potersi permettere il biglietto d’ingresso per assistere allo spettacolare risveglio rivoluzionario delle nostre gloriose Nazioni.

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