Tecnología

L’FBI sta indagando sul #GamerGate

Il Federal Bureau of Investigation ha appea confermato di aver aperto un fascicolo relativo al GamerGate, il movimento online che ha dato il via ad attacchi sessisti e minacce di morte a diverse donne dell’ambiente dei videogiochi.

Micheal Morisy, co-founder di MuckRock—uno strumento online che facilita la richiesta di documenti pubblici sotto il Freedom of Information Act e pubblica i documenti richiesti—​ha scoperto l’indagine dopo aver cercato nei file dell’FBI dei riferimenti al #GamerGate. L’FBI ha risposto e ha detto a Morisy che non poteva pubblicare i documenti perché riguardavano un’indagine in corso.

Videos by VICE

“I documenti che rispondono alla tua richiesta sono sotto ordinanza legislativa; c’è un’indagine in corso riguardante questi documenti e pubblicare queste informazioni potrebbe essere considerato un intralcio alla giustizia,” recitava la risposta dell’FBI.

La dichiarazione non includeva alcun dettaglio sul caso, quindi non è chiaro quanto ampia o specifica sia l’indagine—sappiamo solo che riguarda, in qualche maniera, il GamerGate.

Non è la prima volta che l’FBI ha preso minacce e attacchi online sul serio. L’agenzia ha recentemento aiutato ​l’emanazione di una legge in California che rende il “revenge porn”, il “porno per vendetta” illegale e con la quale ha arrestato diversi individui in tutto lo stato per ​cyberstalking e ​molestie.

Date le dimensioni del GamerGate, questo autunno, giocatrici donne e giornalisti si sono ritrovati vittime di aggressivi attacchi online provenienti da troll. ​Molti sono stati allontanati dalle loro case per paura di attacchi personali mirati, che includevano ​minacce di stupro e di ​morte.

Alcune persone hanno sfruttato il GamerGate come un’opportunità per discutere e ​cercare soluzioni per rendere il mondo del videogioco più aperto e la valanga di attacchi si è in qualche maniera calmata negli ultimi mesi. Il fatto che l’FBI sembri star prendendo questa vicenda seriamente, o almeno alcuni attacchi o eventi relativi, è rincuorante. Ma per molti, incluse le vittime delle minacce, rimane la sensazione di una permeante e profonda misoginia che avvolge la community dei videogiocatori.