Più o meno nella vita di ogni persona c’è quel concerto, quello spettacolo teatrale, quel viaggio o più in generale quell’esperienza che è difficile raccontare alle altre persone. Quella magia legata ad alcune esperienze che rimane immagazzinata all’interno di chi ha la fortuna di viverle, ma che è difficile condividere con gli altri.
La Guarimba è un festival che fa parte di questa difficile categoria di esperienze e, per l’edizione 2018, ho avuto la fortuna di assistere di persona.
La Guarimba Film Festival è un festival di cortometraggi indipendenti che si è svolto ad Amantea, in provincia di Cosenza, dal 7 all’11 agosto. La prima volta che ne ho sentito parlare è stato lo scorso luglio, quando per l’edizione 2017 abbiamo scritto un breve articolo con la testimonianza di Fritz Da Cat, che si trovava ad Amantea in veste di giurato.
L’iniziativa mi sembrava meritevole e curiosa, ma sinceramente non avevo capito nulla e appena sono arrivato in Calabria mi è stato chiaro il perché.
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La Guarimba si regge su un delicato equilibrio che si è creato tra il cinema indipendente e Amantea, comprendendo tutti gli interpreti di queste due “fazioni”. Da un lato ci sono registi stravaganti e volontari che arrivano un po’ da tutto il mondo, dall’altro ci sono gli abitanti di un paesino calabrese che, in alcune circostanze, sentono messo in discussione il loro posto nel mondo, le loro sicurezze e, in un certo senso, le loro catene.
Penso che sia qui il segreto e la magia che raccontano le favole di tutte le persone a cui capita di partecipare al festival: il fatto di ritrovarsi catapultati in una manifestazione che riesce davvero a creare un dialogo (non sempre pacifico) con il territorio che la ospita. Al contrario di tante altre manifestazioni (che pure su Noisey abbiamo supportato), La Guarimba non si limita ad occupare un parco (o un quartiere, o un museo) per alcuni giorni, travasandoci all’interno un migliaio di persone da Milano, Bologna e Torino per fare una gita fuori porta, ma costringe ogni partecipante a relazionarsi con Amantea, con le tradizioni della Calabria, con i suoi abitanti e con le sue contraddizioni.
I cortometraggi sono il fulcro di un discorso che si propaga in ogni direzione, come ad esempio quello sulla rappresentanza queer nell’industria cinematografica affrontato da Sam Morrill (Chief Staff Picker di Vimeo) e Jude Dry (Digital Media Critic di Indiewire), che si sono scambiati alcune considerazioni crude e consapevoli su una terrazza, dopo qualche etto di cozze e fagioli e un paio di parcheggi problematici in doppia fila.
Quello che ti offre La Guarimba, oltre a ore ed ore di cortometraggi proiettati in una location da sogno, è la possibilità di scendere dallo stupido piedistallo che ti è spuntato sotto i piedi quando hai cominciato a convincerti di essere dal lato giusto della storia. Ci sono poche cose che ti faranno capire perché è importante essere rappresentati dai media quanto guardare un’orgia tra cinque ragazzi taiwanesi proiettata su un enorme schermo gonfiabile insieme a qualche vecchietto calabrese.
Mattia è su Instagram @mattia__cc