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La sorprendente scena grime cinese

Incastrato nel terreno della Concessione Francese di Shanghai, un’area sotto giurisdizione francese residuo dell’imperialismo europeo nel tardo Diciannovesimo secolo, c’è lo Shelter—un rifugio sotterraneo che ai tempi di Mao era un bunker antiatomico, e oggi è una discoteca. Era lì che mi trovavo il giovedì sera prima della Brexit, con l’idea di sentirmi di nuovo un po’ come nella cara vecchia Britannia: d’altro canto, c’era una serata grime. Mentre mi avvicinavo al locale, camminando per le tranquille stradine dietro alla biblioteca di Shanghai, l’atmosfera iniziava a cambiare. Un estraneo mi ha approcciato e, in un inglese sorprendentemente comprensibile, mi ha chiesto se avevo bisogno di erba o paste.

La strada era piena di gente. Ragazze di tutte le forme e dimensioni uscivano dall’Apartment, un altro locale lì vicino, a cui c’era una “serata per ragazze” organizzata da Shanghai Pride. Mi sono infilato nella folla, evitando un uomo peloso con addosso un tutu, e ho trovato la porticina che stavo cercando. Ero arrivato al Push&Pull, una serata grime lanciata un paio di anni fa da due ragazzi inglesi trasferitisi lì, Naaah e Alta.

Alta, ora, si è spostato a Singapore. Sta quindi a Naaah (o Nathan, il suo vero nome) gestire la serata, che organizza una volta al mese. Il giorno prima, di fronte a un caffè, mi aveva spiegato come tutto era iniziato. Dopo l’università, Nathan si era trasferito a Chengdu per imparare il mandarino, e si è trovato poco dopo ad Hangzhou a lavorare come professore d’inglese. Lì, ha conosciuto Alta in una chat per inglesi a tema musica. I due si sono trasferiti poi assieme a Shanghai, dove è nata l’idea dietro a Push&Pull—cioè uno dei punti focali della nascente scena grime della città.

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Scendendo per la buia scala d’ingresso dello Shelter, mi sono reso conto grazie all’unica luce presente—quella di un neon—di essere nel posto giusto. In fondo, mi sono trovato in un corridoio dal soffitto basso, scavato nella roccia. Le frequenze dei colpi della sala principale riecheggiavano per il corridoio e i bassi soffocati spostavano la condensa sul soffitto. Alla consolle c’era Kilo Vee, un DJ di Shanghai di 24 anni. Stava suonando una strumentale grime di quelle che potrebbe trasmettere Radar Radio, o di quelle che potreste sentire a un rave in uno scantinato a Londra Est.

Kilo ha iniziato a fare il DJ a quindici anni con un gruppo di amici, la Ladidadi Crew, un collettivo che organizzava serate hip-hop e funk. Nonostante i loro sforzi, il pubblico non arrivava: la crew si sciolse, e lui iniziò a suonare grime e footwork. Il grime lo scoprì nel 2014, proprio iniziando a frequentare il Push&Pull. Inizialmente, non ne era molto convinto. “È rumoroso, non è coerente, ed è come se non ci fosse una vera melodia,” mi spiega. Ma, passando sempre più tempo allo Shelter, si è gradualmente abituato a quel sound che descrive come “feroce e violento.” “Il grime può toccare le persone, farle muovere sia in senso fisico che spirituale”, mi spiega.

Kilo è un buon rappresentante della piccola ma dedicata scena che è lentamente sorta da questi giovedì sera. Al contrario di ciò che potete pensare, è sbagliato pensare alla scena di Shanghai come a un export alimentato da espatriati inglesi. Nel pubblico incontro Tess, una producer. Ha 25 anni e viene dal nord est della Cina. Come Kilo, non è mai stata nel Regno Unito e ha scoperto il grime frequentando serate come questa. “La prima volta è stato al DADA a Pechino, a un concerto dei Blackwax. Allora non sapevo cose fosse il grime, mi sembrava solo qualcosa di molto aggressivo, oscuro. Poi, dopo aver visto dal vivo Mumdance e Logos, ho iniziato a sentirlo sempre più mio. E quindi ho iniziato a far parte della scena,” dice.

Tess si è trasferita a Shanghai per lavorare come ingegnere del suono ed è diventata una presenza abituale nel pubblico dello Shelter—suonando ogni tanto al Basement e al Push&Pull come DJ. “Leaf”, una delle sue tracce, si apre con dei suoni registrati in una foresta. La melodia cresce lentamente in una serie di pulsazioni eteree, quando all’improvviso un basso pesantissimo porta il pezzo a Londra Est. “Mi piacciono i suoni della natura, sono un modo per inserire suoni interessanti dalla vita reale nella mia musica”, dice. In fondo, sembra di sentire Yosi Horikawa camminando sotto la pioggia per una casa popolare londinese durante un temporale. In un altro pezzo, “4526”, una melodia aliena e giocosa si evolve su un beat profondo e introspettivo. Tess è ancora agli inizi, e sta cercando un’etichetta, ma le sue produzioni suonano fresche e promettenti.

A differenza della sua controparte londinese, una qualità intrinseca della scena di Shanghai è il fatto che è interamente strumentale. Quando chiedo a Tess come immagina il futuro del grime cinese, mi parla proprio della scarsità di MC. “Se avessimo degli MC cinesi, la musica inizierebbe a rappresentare veramente la nostra cultura. Sarebbe un’ibridazione vera e propria.” Mentre in Giappone ci sono MC come Pakin e TAKISHI (che Naaah ha tra l’altro chiamato per il terzo compleanno del Push&Pull), la Cina non è ancora riuscita a tirarne fuori. I produttori locali ricevono un po’ di attenzioni solo quando qualcuno organizza serate di MC stranieri.

Slackk allo Shelter

Anche se la mancanza di MC potrebbe essere considerata una grossa mancanza, in realtà la cosa ha avuto dei risvolti positivi per i producer di Shanghai. Senza barre argute e il tipico flow britannico, i loro pezzi devono cercare di coinvolgere maggiormente l’ascoltatore. Normalmente, le strumentali grime finiscono i proiettili in poco tempo—tirano fuori le bombe nel primo minuto, e le ripetono per altri cinque; a tenere alto l’interesse sono gli MC. La scena di Shanghai non può permettersi questo lusso, e quindi spinge le strumentali in direzioni inedite.

C’è poi un’altra grande differenza tra la scena londinese e quella cinese. A differenza di quanto accade in Regno Unito, in Cina non è possibile usare internet liberamente. Avere accesso ai suoni che stanno alle origini del grime ed esplorarli può quindi essere piuttosto difficile. “Tutte le persone che conosco, me compresa, vivono grazie a una VPN,” mi spiega Tess, riferendosi a quella tecnologia che permette agli utenti in una certa nazione di apparire ai server con un IP estero, circumnavigando così i blocchi inseriti dal governo. ZEAN, in scaletta dopo Kilo Vee al Push&Pull, è d’accordo, ma è proprio questo accesso limitato a internet che lo ha aiutato a sviluppare una sua personalissima versione della classica estetica grime londinese.

Quando chiedo a ZEAN di descrivermi il suo suono, lo fa usando l’aggettivo “semplice”. Personalmente, credo non si stia rendendo onore: il suo suono è ricco e complesso. “Second-rate battle”, pubblicata dall’etichetta pechinese Dohits, ha una linea di basso pesantissima, abbellita da un sample preso da un film di Hong Kong ad argomento kung-fu, e dei suoni di cetra. “Yi By Yi”, uscita sull’americana Liquid Amber, ripropone il tema arti marziali. Sono anni che la gente campiona quei film, ma ZEAN lo fa senza suonare dozzinale o scontato, aggiungendo qualità e profondità al brano invece di devolverlo completamente a un riferimento culturale. Il suo gesto non appare dovuto, né sa di appropriazione: è semplicemente un producer cinese che rende omaggio ai suoni con cui è cresciuto.

“Ho iniziato a fare mix grime e trap prendendo brani dalla Golden Era dell’hip-hop come chiunque altro,” dice Naaah, che, come ZEAN, cerca di reinterpretare il grime in chiave cinese. “Poi mi sono detto, fanculo, sono in Cina, inizierò a campionare quello che mi circonda.” In “我的钢琴被单坏了” riprende “Silence” di Jay Chou, mandandone in loop il ritornello. “Swim Air” contiene parte di “若言” di Lu Han, e il risultato è una sorta di versione sincopata di un ipotetico Flume orientale. Anche se non tutti i suoi brani sono perfetti (“我的钢琴被单坏了” entra in territori “suonerie cinesi”, a dire il vero), è un interessante contrappunto sonoro all’esperienza dell’espatrio.

DJ Alta al terzo compleanno del Push&Pull

Detto questo, non sono solo i producer cinesi a spingere il genere in una nuova direzione. Swimful, un ragazzo inglese trasferito a Shanghai, ha iniziato a ricevere attenzioni nell’ultimo anno. Le sue cose stanno iniziando a venire notate anche oltreoceano: Rinse FM le ha passate in radio, Slackk lo ha supportato e Lil B ha collaborato con lui. Vivere in Cina, ammette, lo espone a cuoni completamente diversi. “Dubito che nessuno a Londra abbia mai sentito un dizi [un piccolo strumento a fiato] alle quattro del mattino.” La cosa si sente eccome, nelle sue tracce. “Skitter”, ad esempio, è portata avanti da archi e synth che definire “brillanti” è poco, e riesce a riprodurre fedelmente l’atmosfera che si vive a Shanghai. Sono tutti suoni che Swim ha scaricato in un pacchetto di sample pieno di “stupidate, roba orientaleggiante e tratta da videogiochi”, diventato poi base per le sue costruzioni melodiche: una risposta digitale alla sua vita nella periferia di Shanghai. È un pezzo che ha sì un sapore locale, ma senza diventare un cliché o suonare, detto terra terra, come un’accozzaglia di suoni stereotipati. Ricorda “Fill Your Coffee” di Arkist, in un certo senso, anche se è più veloce e funziona sicuramente meglio nel contesto di un club.

“Skitter” verrà pubblicata fisicamente da SVBKVLT, un’etichetta di Shanghai di proprietà di Gaz, un altro ragazzo inglese che vive lì—e gestisce anche lo Shelter, il locale in cui si tengono le serate Push&Pull. L’etichetta esiste solo da un paio d’anni, ma continua a ricevere sempre più riscontri positivi supportando sia artisti locali che giapponesi. C’è infatti anche l’idea di espandersi verso Tokyo, l’anno prossimo. Gaz organizza le sue serate legate all’etichetta, e permette ad altre realtà e organizzazioni di usare i suoi spazi per le loro feste e showcase. Wooozy, un collettivo che gestisce una pubblicazione musicale con annessa serata, ha organizzato concerti di artisti grime come Moslem Priest, dalla Malesia, e Slackk. Sono personalità che portano con sé suoni autentici, permettono ai DJ e produttori locali di rendersi conto dello stato del movimento in altre parti del mondo e li aiutano a rendersi conto di quale possa essere il loro ruolo al suo interno.

L’anno prossimo, lo Shelter compirà dieci anni. “Mi piace dare alla gente un luogo dove possano sperimentare”, mi spiega Gaz a pranzo, qualche giorno dopo il concerto. È un luogo permissivo, un locale unico all’interno del clubbing di Shanghai, notoriamente legato a logiche di commercio. È l’unico ambiente in cui una serata come Push&Pull sarebbe potuta nascere e crescere all’interno della scena grime locale.

Fino a poco tempo fa, il grime era un genere dalla mentalità ristretta che pochi, fuori dal Regno Unito, conoscevano e ascoltavano. Ora che MC come Skepta vengono riconosciuti e rispettati da alcuni tra i più grandi artisti del mondo, il grime ha iniziato ad aprire le ali. I ragazzi cinesi che hanno sempre frequentato il Push&Pull hanno sempre mantenuto acceso questo interesse, anche prima che il resto del mondo si accorgesse del grime. Al contempo, però, la serata è riuscita a giocare una parte molto importante in questa rinascita, e nella crescita del grime in Cina. A Shanghai, il grime sta perdendo il suo piumaggio geografico e si sta predisponendo a venire reinterpretato.

Alle due di notte di quel giovedì sera al Push&Pull, verso la fine della serata, ZEAN è salito in consolle mentre io avevo accanto Tess, Naaah, Kilo e Swimful—le luci più brillanti della scena grime di Shanghai, tutte assieme nello stesso momento. Ho chiesto a Kilo che cosa ne pensava del futuro del grime in Cina. “La cosa bella è che per ora ci siamo noi. Siamo pochi, ma lavoriamo tutti per lo stesso obbiettivo. Dobbiamo solo stare a vedere che cosa succederà,” mi ha risposto.

#Pauroso.