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Le canzoni di Natale islandesi sono tutte canzoni Italiane

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Il Natale arriva inesorabile, anche e soprattutto al Nord: d’altro canto sappiamo tutti benissimo che Babbo Natale sta in Lapponia a prendere a frustate i suoi elfi-schiavi mentre si scalda bruciando le letterine che i bambini di tutto il mondo gli mandano, pieni di speranza. Nel mio ufficio super internazionale a Copenhagen abbiamo passato un bel pomeriggio tra vin brulé (che qua si chiama “glogg”) e playlist natalizie. Giusto per rappresentare ogni nazionalità, qualcuno ha creato una playlist con un po’ di tutto: dalla tradizionale “Jingle Bells” all’italianissima, ma lugubrissima, “Tu scendi dalle stelle”. Arrivati a un certo punto, però, è partito un pezzo che mi sembrava davvero familiare. L’unico problema è che stava venendo cantato nella lingua più lontana dall’italiano che potessi immaginare. Bé ragazzi, noi siamo riusciti a lasciarci “Così Celeste” di Zucchero nel secolo scorso. In Islanda, invece, torna imperterrita con l’arrivo di ogni Natale. Pronti? Schiacciate play. 

Il testo però, è un po´ diverso━e diciamolo, la rima intrecciata suona lievemente inquietante. Tutti in coro!

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Gimsteinaogperlur / Emgullsveigumenni
Asendiéghenni / Dástinniminni
Öllheimsinsundur / Emefégþánenni
Afæriéghenni / Dástinniminni

Enni minninenniminni. La triste verità è che, in Islanda, il sottofondo musicale che rende Natale il Natale è un assurdo ibrido italo-islandese. Marcella Bella, Umberto Tozzi e soprattutto i Ricchi e Poveri spopolano, tra le hit islandesi. Il bello è che i nostri amici pallidi e nordici non sapevano, fino a qualche anno fa, che le canzoni che avevano sempre amato erano copiate paro paro dal canzoniere che vostro zio tira fuori dalla libreria la sera di ogni vigilia con un ghigno terrificante sul viso.

Qualcuno si è recentemente accorto che “Þúogég (Jóla­gjöf­inmín í ár), che vuol dire più o meno “Te (Il mio regalo di Natale di quest’anno)”, era una vecchia hit di Al Bano e Romina Power: “Ci sarà”. La potete ascoltare qua sotto. A questo punto, comunque, sorge spontanea una domanda: com’è che gli islandesi, un popolo di trecentomila persone agli estremi del mondo particolarmente skillato a fare post-rock e classica contemporanea, ha scoperto Umberto Tozzi & Friends? La risposta potrebbe essere un sonoro “Boh”. E invece.

La soluzione del mistero è invece molto semplice: l’Eurovision, cioè la versione europea del Festival di Sanremo recentemente vinta da una trans austriaca. Anche se a noi dell’Eurovision non potrebbe fregare di meno, i paesi del Nord prendono la cosa molto sul serio. Non necessariamente perché pensino di poterci trovare delle canzoni fighe da ascoltare, ma perché “Eurovision” è sinonimo di “trash”: e allora che fai, non te le fai tre ore sul divano a ridere del peggio che il tuo continente ha da offrire a livello musicale? Ecco. 

La scarsa quantità di cazzo che ce ne è fregata negli anni dell’Eurovision è palese se pensiamo al fatto che l’Italia non ha partecipato al festival tra il 1994 e il 2011, con una piccola parentesi nel 1997 per “Fiumi di parole” dei Jalisse (cioè la mia canzone preferita dell’epoca, ma avevo sette anni, dai). Il risultato è che siamo una nazione fondamentalmente ignorante sul tema, e che si è oltretutto privata di chicche internazionali come questa hit turbofolk-EDM ucraina

Negli anni Settanta, però, i Ricchi e Poveri arrivarono al contest con “Questo amore”. Il risultato non fu un’effettiva fama internazionale, ma almeno si fecero notare oltre le Alpi. Nel 1986 Al Bano e Romina parteciparono con “Magic Oh Magic”, un brano praticamente mai giunto alle nostre orecchie. Nel 1987 Umberto Tozzi e Raf raggiunsero addirittura il terzo posto con “Gente di Mare”. Ed è proprio “Gente di Mare” che gli islandesi hanno scelto per scrivere un’altra canzone di Natale: “Komdu um jólin”, cioè “Vieni Natale”. È molto bello analizzarne il testo. Qua sotto, la traduzione dall’islandese e l’audio della canzone.

Vieni Natale, resta con me
Stelle e neve, tutto è perfetto
Però c’è qualcosa che manca, c’è qualcosa…
Questa è una festa di tutti, e adesso so com’è

In italiano, il testo di Tozzi: 

Gente di mare, che se ne va
Dove gli pare, dove non sa
Gente che muore di nostalgia, ma quando torna
Dopo un giorno muore p
er la voglia di andare via

Insomma, gli islandesi sono riusciti a rendere una canzone sul male di vivere e il disagio esistenziale una zuccherosa cantilena innevata. L’originale, con Tozzi in versione screamo, stravince sul remake islandese. Passiamo però ai Ricchi e Poveri, che sono stati ladrati ben due volte: “Chi voglio sei tu”, che in italiano fa “Per darti ancora di più / Perché chi voglio sei tu, sei tu!” è diventata “Þú komst með jólin til mín”, che potete ascoltare qua sotto, significa “È venuto da me con il Natale” e fa, “È tutto cambiato perché tu / Hai portato il Natale a me, a me!” “Voulez-vous danser” è invece diventata “Fyrir jól”, che significa “Per Natale”.

Procediamo con Marcella Bella: la sua “Dopo la Tempesta”, con cui swaggava sul palco di Sanremo 1988 con addosso un vestito rosso (sarà un caso?!?!?), è diventata in Islanda “Ég hlakka svo til”, che vuol dire “Guardo così”: 

E concludiamo in grande con Ivana Spagna, la cui “Gente come noi” è diventata “Þú og ég og jól”, cioè il pezzo copiato da Tozzi e Raf, “Tu, io e il Natale”.

Sarà forse il caso di aggiornare le nostre playlist con questi ibridi musicali e cantare a squarciagola la versione remastered di Tozzi e Raf in islandese? Noi crediamo di sì. Ci siamo tutti rotti i coglioni di “All I Want for Christmas Is You”, in fondo. Fate partire un karaoke davvero nordico, questo Natale, e pensate a tutte le royalties che i nostri cari cantanti italiani non vedranno mai━perse tra i venti del Mare del Nord. 

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