Finalmente tocca anche a me fare la ragazza immagine per Alfonso Luigi Marra.
Questa puntata della mia rubrica parla di due ragazzi, Vittorio e Alfonso Luigi. No, la loro non è una storia omosessuale, ma culturale, quella di un grande critico d’arte con il vezzo di cacare fuori dal vasetto (ma allora non hai imparato niente dal Manzoni!) e di un grande vasetto che a volte fuoriesce da se stesso producendo cacate.
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Negli ultimi anni Sgarbi ha tentato di unirsi ad altre persone del mondo della cultura con i capelli lunghi e brizzolati, mentre il dottor Marra ha tentato di unirsi ad un sacco di belle ragazze che hanno elargito gratuitamente la propria immagine per sponsorizzare i libri di marra che scrive. Forse però le persone di cultura con cui si era conglomerato Sgarbi finora non erano abbastanza acculturate e le ragazze con cui copulava il messaggio di Marra non utilizzavano un tono abbastanza perentorio.
Quindi cosa è successo? Come nelle saghe della Marvel o in robe tipo Pavarotti and friends si è creato un dream team culturale formato per ora solo da Sgarbi e Marra, i supereroi della NUOVA cultura che vogliono salvare il nostro Paese dal temibile “strategismo” (che oltre ad essere il termine più vacuo degli ultimi 150 anni è, a quanto pare, il morbo sociale che porterà alla caduta dell’occidente, un nemico paragonabile solo a quello del film The Mist).
Insomma, dopo una serie di spot in cui le donne nude o Lele Mora mi suggerivano di leggere i libri di Marra perché loro li trovavano bellissimi, Sgarbi la mette su un piano totalmente differente. Se non li leggo sono un’ignorante. Una Nuova Ignorante. E sentirsi dare dell’ignorante da Sgarbi non è molto piacevole, per cui non mi resta che avvicinarmi per la prima volta ai testi del Maestro.
La prima cosa che si nota leggendo un suo testo, è che Marra ha un evidente problema con la punteggiatura. Questo ci porta ad affrontare i suoi scritti come si affronta un canto derviscio che traghetta lo spirito verso l’oblio, o un Nam Myoho Renge Kyo interpretato da Tina Turner, ovvero un insieme di suoni che dopo alcuni minuti si fondono con la pulsazione universale e ti mandano in trance. Il rischio per il lettore sprovveduto è quello di entrare in coma farmacologico dopo le prime due pagine.
Superato questo primo, grosso, enorme ostacolo, la ginnastica delle menti più volenterose porta alla luce un senso nascosto, molto nascosto, anche solo per il fatto che il più delle volte Marra non si limita ad usare paroloni, ma aumenta il livello di capziosità di questi paroloni aggiungendo suffissi a caso. Alcuni esempi: introitazione, appalesare, desegretazione, concettualesimo, trasfondere.
Termini che non esistono se non in certe giunzioni sinaptiche di Marra, dove le parole normali si incastrano con lettere a caso.
Ora che siete pronti al peggio, posso mettervi di fronte al manifesto della Nuova Cultura, ovvero l’introduzione alla Storia di Giovanni e Margherita, uno dei suoi massimi capolavori , che, vi ricordo, è “la storia di ognuno di noi per divulgare una scoperta che modificherà profondamente il contesto umano, un’opera di una bellezza struggente, scritta in una varietà di stili straordinaria.”
Ecco qui i primi due paragrafi:
Io non mi resi conto di cosa stessi scrivendo quando quella notte, nella tarda primavera del 1985, con gli occhi che mi si chiudevano dal sonno, sgorgò di getto dalla mia penna una buona parte di “La storia di Giovanni e Margherita”, che avrei completato poche settimane dopo, e da cui avrebbe preso il titolo questo volume: originariamente un testo scientifico sul “modo di formazione del pensiero”.
Un testo scientifico così rivoluzionario che affidarlo agli ordinari canali di diffusione sarebbe equivalso a gettarlo in un pozzo, sicché la mia mente, praticamente “per conto suo”, realizzò, con somma meraviglia innanzitutto mia, la singolare alchimia di trasfondere quelle tesi in una “storia” scritta in uno stile che avrei poi definito strumentale: strumentale cioè all’obiettivo della diffusione di massa, che mi avrebbe consentito di consegnarle direttamente nelle mani della collettività, aggirando il circuito dei tecnici. Senza tregua, prima della fine dell’anno, cercando di schivare come potevo i crolli del terremoto delle mie provvisoriamente disattese cose personali, scrissi e riscrissi non so quante versioni del libro, continuando a utilizzare, o la forma narrativa, dov’era possibile, o comunque, dove i temi non lo consentivano, una forma che, benché saggistica, avesse tuttavia un livello di leggibilità alto il più possibile.
Direi che bastano (se ci tenete, continuate qui). In altre parole, Marra, il fondatore di un Nuovo Ordine Culturale, è un profeta investito dallo Spirito che scrive senza neanche rendersene conto un testo di neuroscienze. Alle tre di notte. La sua ispirazione travalica i bordi della pagina e si incarna nei due protagonisti della storia: Giovanni e Margherita. Andando avanti, il libro tabù non si limita più a parlare del metodo di formazione del pensiero, ma tocca anche argomenti quali “la non dialogicità sessuale e non orgasmicità femminile quali effetti delle politiche del potere economico per inibire il confronto”. Proseguendo il ragionamento di Sgarbi, la non orgasmicità è la nuova ignoranza. D’accordo.
Nel suo trattato, poi (leggi qui se hai il coraggio) Marra cerca di ribaltare nel modo peggiore possibile l’etica Nietzschiana della volontà di Potenza tendendo a contrapporre all’istinto di Odio che ci vorrebbe tutti cannibali degli altri e strategisti di uno strategismo arzigogolatante e stratificiale il concetto di Amore che, mediante il mediazionismo delle nostre infrastrutture può portarci a congregare noi stessi con il nostro noi esteriore trasposto nell’emozionalità altrui. Chiaro no? Non vi sentite già meglio ora che avete avuto un assaggio della Nuova Cultura?
Si potrebbe proseguire all’infinito nell’esegesi marrica, ma probabilmente mi esploderebbero i lobi frontali. Quindi per ora preferisco abbandonare la vecchia ignoranza per entrare in quella Nuova, ignorando ancora un po’ i testi illuminanti della Nuova Cultura.
Ho pensato che però avrei dovuto almeno consultare anche l’altro capolavoro di Marra: Il Labirinto Femminile, “un’opera per liberare la coppia e la società dallo strategismo sentimentale che li tormenta.”
In questo splendido e rivoluzionario volume viene presentato ai giovani un modo di utilizzare gli SMS scevro da K, abbreviazioni e funzionalità opzionali quali facce o allegati, e nonostante ciò il peso in Megabyte di ogni singolo messaggio rischia di otturare i vostri dispositivi mobili. Cosa intenderà dirci il Maestro con questi passi?
Quello che viene fuori da questo epistolario, così come dall’altro capolavoro prima analizzato, è a mio parere la vera ragione per cui Marra ritiene IMPRESCINDIBILE che noi ci caliamo totalmente nella N.C.
Ovvero: se stordisci le femmine di parole, molto probabilmente te la daranno.
Insegnamento condiviso ampiamente da Sgarbi Vittorio.
E da me.
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