Viva la Siga

In questo periodo di merda per il mio Paese mi è venuta molta voglia di fumare, molta più del solito. Mi attacco alle sigarette come surrogato di un ipotetico sacchetto di colla che mi scardini dalla realtà tristissima che mi circonda. Parallelamente, insieme al bombardamento mediatico di situazioni politiche disperanti, sto subendo un’incitazione di massa all’abbandono del fumo in virtù dell’approdo a una nuova modalità di questo vizio: la sigaretta elettronica. Sono andata anche a una conferenza di un marchio di sigarette elettroniche per vederci più chiaro, ma la mia visione è ancora “fumosa” (spazio per le risate qui).

La mia avventura con la S.E. è iniziata nei primi giorni di settembre, quando ho iniziato a scorgere, appesi agli individui più disparati, questi strani missiletti che ho poi scoperto essere, appunto, sigarette elettroniche. Ogni volta che incontravo i portatori di tali oggetti, li ho sempre approcciati chiedendo “un tiro”, anzi “una svapata” (Gesù), e ogni volta mi sentivo nuovamente adolescente, come quando chiedevo tiri di ciolla ai miei compagni grandi del liceo. 

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Ma ciolla non è! Niente effetti caleidoscopici: la portata sovversiva della sigaretta elettronica si riduce alla roulette russa di quale gusto fantasioso stia nel dispositivo futuristico dei suoi utenti. Fragola (sovversiva), menta (reazionaria), tabacco (democristiano) o liquirizia (gay). Quindi ancora non ne capivo bene bene l’utilità.

A gennaio, poi, ho visto mia sorella fumare appassionatamente la sua S.E. gusto liquirizia e io, che—come ogni sorella inferiore—ho sempre guardato a lei come a un modello da imitare pedissequamente, il giorno dopo mi sono recata a comprare la sua stessa identica S.E. convinta che mi piacesse più di qualsiasi altra cosa al mondo, sigarette incluse. Ho resistito qualche giorno con il mio nuovo gioco, fino a quando, in preda all’ubriachezza, ho utilizzato la mia S.E. come pallone da football, lanciandola da lunga distanza a una ragazza, con la conseguente rottura della stessa (siga). Fine della mia avventura con la S.E.

Da allora, non mi manca molto la mia sigaretta elettronica, tranne nei casi in cui facevo la bulla in ufficio e svapavo in faccia a Lorenzo Mapelli (no homo). Mi sono comunque chiesta perché continuo a preferire la sigaretta vera a quella elettronica, ed ecco le principali motivazioni. 

PERCHÉ È SEXY

Ancora mezza in fasce, sono stata introdotta all’argomento sigarette dal mio fidanzato dodicenne Francesco, che conquistava i primi (e ultimi) strabordii di femminilità nascente nel mio sistema ormonale dicendomi “baciami, stupida” (già) e spegnendosi successivamente la sigaretta sulla lingua (già, già). Ho dei ricordi così romantici di lui e del suo sapore di tè alla pesca misto a posacenere che, successivamente, la mia scelta del partner è quasi sempre stata indirizzata verso tabagisti. 

Non c’è bisogno di ammettere che la ragione principale per cui fumo sigarette è che sono convinta che renda talmente sexy. 


Sexy. 

E se volete davvero sapere perché credo che lo sia, ecco qui: la sigaretta è un simbolo fallico. Già mi state applaudendo per questa scoperta dell’acqua calda, ma aspettate. Quello che intendo è che utilizzare in maniera propria e sensuale la sigaretta elettronica è complicato tanto quanto saper maneggiare senza imbarazzo e con totale naturalezza un pisello di gomma (so che nel mondo ci sono tante donne in grado di maneggiare il pisello di gomma meglio di me, prendete questa mia dichiarazione di impotenza come una confessione di profondissima invidia penis gommae). 

Dato che il mio livello di sexy è sempre così in bilico tra la fluidità del mio corpo dopo la terza vodka e la fluidità che esce dal mio corpo dopo la quarta, non sono ancora matura al punto da potermi permettere di non giocare la carta sexy-sigaretta. Spero che mi capiate. 

PERCHÉ ANCHE LE RUGHE SONO SEXY

Allora, settimana scorsa sono andata alla conferenza stampa della siga elettronica Categoria™ e non è che abbia concluso molto, a parte che sono stata felice di vedere un grande hotel in cui 33cl di acqua costano 5,50 euro e nei bagni gli asciugamani sono veri. La conferenza di per sé è stata noiosa e non ho imparato molto del mondo delle sigarette elettroniche. 


La divertente conferenza.

Tra gli ospiti, però, c’era un make-up artist, anzi, un “make-up therapist”, che durante la sua orazione ha prodotto una serie di sintagmi interessanti per una soap di Rete 4. A lui, afferma, non piace essere considerato il truccatore delle star, lui è il truccatore delle persone comuni, anzi, non esistono persone comuni, esistono solo persone eccezionali (a questo punto mi sembra doveroso far partire un applauso). Mi sento in dovere di trascrivere qui l’aforisma con cui ha concluso: “Ogni persona è unica e irripetibile. Riuscire a interrompere il vizio del fumo è un enorme passo in avanti nel percorso di consapevolezza delle proprie potenzialità e, grazie a un  ritrovato aspetto armonioso, verso il consolidamento dell’autostima.” Grazie al dottor Guatelli ho imparato che ogni persona è unica e irripetibile e che le sigarette fanno venire delle rughe attorno alla bocca che si chiamano rughe a codice a barre, oltre che le arcinote zampe di gallina attorno agli occhi. 

Ecco, io però non sono spaventata dalle rughe, anzi, a me piacciono moltissimo le rughe! Mi piacciono le persone che invecchiano e mi piacciono anche le espressioni che il make-up therapist chiama “smoker’s face”, che è praticamente la faccia di Clint Eastwood ripetuta su altre facce di altre persone irripetibili. E Clint è un vero duro. So che la bellezza è un dato assolutamente soggettivo, non me ne voglia il buon Kant, ma sto scrivendo io quindi oggettività suca. Voglio invecchiare come Clint, non come la mamma di Stallone. 

Un altro dato che non ho compreso di tutta la dissertazione sulle rughe e il fumo del make-up therapist è che anche ciucciando una sigaretta elettronica si formano rughe attorno alla bocca, anche ciucciando una cannuccia, anche ciucciando altre cose. Quindi consiglio al dottore, nelle sue orazioni future, di estendere il proprio divieto all’atto di ciucciare di per sé. 

PERCHÉ NON È IL FUMO A UCCIDERE 

Una foto suggestiva.

L’inventore della sigaretta sponsorizzata alla conferenza ha affermato che, la prima volta che ha “svapato” aveva provato “un brividino lungo la schiena causato dalla sensazione di percepire l’innovazione mostruosa nel prodotto, che è a buon diritto il prodotto del secolo, più del cellulare. Perché a un aspetto di servizio ne unisce un altro legato al mondo della salute.” Adesso, io non definirei la sigaretta elettronica un prodotto rivoluzionario, ma forse perché non ho un’azienda che la produce. C’è anche da dire che quest’uomo deve lottare contro l’industria del tabacco, oltre che contro dati allarmanti come la leggenda dei dispositivi elettronici che esplodono nelle mani di chi li utilizza in cerca di salute. Devo ammettere che quando ho tirato la mia sigaretta elettronica da una parte all’altra della piazza, quella fatidica notte, un po’ ho temuto che facesse l’effetto Raudo tipo C. 

Ad ogni modo, so molto bene che studi clinici hanno dimostrato che il fumo uccide, ma altrettanti studi clinici hanno dimostrato che vivendo in un contesto urbanizzato da 27 anni ho molte più probabilità di morire presto rispetto a chiunque viva tra le mucche in Trentino Alto Adige. Alla conferenza era presente anche un dottore, ordinario di medicina interna all’ospedale di Catania, che ha affermato quanto segue: “La nicotina che viene assunta attraverso la sigaretta elettronica non è più tossica della nicotina delle sigarette tradizonali. Lo sanno tutti. Non c’è alcun rischio di intossicazione da nicotina perché ha sintomi talmente antipatici che nessuno arriverebbe a far male a se stesso introducendo nel proprio corpo una dose letale di nicotina, a meno che non sia uno schizofrenico. Con una sigaretta elettronica si introducono zero o men che zero elementi tossici. È chiaro che un bicchiere di acqua è più salutare, ma tra una sigaretta normale e una sigaretta elettronica, la sigaretta elettronica è più salutare.”

Il make-up therapist, dal canto suo, affermava che il deterrente maggiore per chi volesse smettere di fumare sono le fotografie modificate al computer che mostrano come si invecchia con il fumo e come si invecchia senza fumo. Più grassi, con meno rughe. Rimando al punto di cui sopra per il mio pensiero a riguardo. Sommando le conoscenze acquisite nel corso della mia vita e nel corso della conferenza, credo che il mondo possa dividersi, più che in fumatori/non fumatori, in salutisti/non salutisti, e mi sembra una grande lavata di coscienza smettere di fumare per fare altre 30.000 cose notoriamente nocive per la salute. Se smetti di fumare e mangi le merendine sei a rischio comunque, no? Se smetti di fumare e ti sbraghi di alcol sei a rischissimo. Se smetti di fumare e vivi tra le antenne sei a rischio. Per questo, se mai deciderò di fare il passo verso il salutismo, lo farò per benino, anche se sarà troppo tardi per scamparla dalle rughe. 

DISSERTAZIONE FINALE A FAVORE DELLA SIGARETTA ELETTRONICA

Giuro che mica avevo iniziato questa pappina con la volontà di fare un’apologia della sigaretta vera, lo dico per tutti quelli che credono che le industrie del tabacco mi passino sottobanco stecche di sigarette (magari, potrei spendere di più in alcol e puttane), io volevo semplicemente scrivere della mia esperienza nei confronti di questo oggetto. Ma dato che sono figlia di una tradizione cattolica, mi sento in dovere, per pulirmi la coscienza, di chiudere con un elenco dei motivi per cui è bella anche la sigaretta elettronica. 

Pronti, via:

Come accennavo prima, la sigaretta elettronica ha un casino di gusti, che sono tutti gusti molto gay (statistica personale: i più gay li ho visti in mano ai buttafuori e ai guidatori di autobus, che prediligono fragola), ma anche molto più buoni dei gusti delle sigarette, che sanno solo di tabacco. Tranne forse le sigarette che se schiacci sanno di mentolo e fanno vomitare.

La sigaretta elettronica è un’ottima occasione per intrattenere un dialogo con gli sconosciuti: il fenomeno è ancora abbastanza fresco da destare curiosità e portarsi in giro una sigaretta elettronica è molto meno impegnativo che avere un cucciolo di bovaro bernese al guinzaglio, quindi svapare può sicuramente dare una svolta positiva alle vostre interazioni sociali. 

In molte parti del mondo è ancora inverno. Non c’è niente di più noioso che andare fuori a fumare, con la sigaretta elettronica puoi fumare dentro, puoi anche fare i cerchi con il vapore. 

La sigaretta elettronica sicuramente non ti lascia il fiato da posacenere che piace solo a pochissime persone (le ex fidanzate di Francesco G., che fu mio nell’anno 1997), al limite lascia sui denti una specie di condensa che si può definire rugiada se si vuol essere dannunziani. 

Quindi, se siete un po’ più costanti di me nella vostra voglia di smettere di fumare, non vedo come non potreste appoggiarvi alla sigaretta elettronica. Sappiate che la cosa che ho detto sul sexy non vale per chi già di partenza ha confidenza con il proprio corpo, quindi ho fiducia che possiate risultare sensuali anche con un trombone elettronico in mano. Vi invito quindi, se avete dai 70 ai 150 euro da spendere a caso in un oggetto che magari non vi soddisfa, a provare com’è e se volete fatemi sapere com’è andata. 

Un caro abbraccio, 

vostra, 

Virginia Ricci

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