Ultimamente ho rivalutato la televisione. Sarà che sono “costretta” (ciao miniere) a stare tanto davanti al computer, il che ha provocato in me una sindrome che non so se sia stata ancora teorizzata, ma che io stessa chiamo “interventismo iperconnesso”, ossia il desiderio di agire su ogni superficie bidimensionale in cui ci sia un input con cui posso interagire. La conseguenza è che per me la televisione, uno schermo di fronte al quale, invece, si è passivi, ha assunto un fascino quasi retrò, con cui mi esercito a non poter cliccare o aprire altre pagine mentre sto guardando o ascoltando una cosa.
La stessa passività che, negli anni della mia bildung, mi ha portata a incamerare informazioni audiovisuali, ora che sono una donna prossima ai primi interventi di chirurgia estetica, le riporta alla mia mente. Suoni, immagini, commistioni dei due, che ai tempi passavano direttamente per il mio inconscio, ora riaffiorano rinvigoriti dal legame affettivo che li lega all’epoca d’oro della mia esperienza da telespettatrice. Così, come mi sono occupata in passato di riassumere in un solo post i migliori jingle delle pubblicità di mobilifici e, in seguito, i jingle pubblicitari in generale, oggi mi sono data come missione di tenere un breviario con le sigle con cui la mia generazione (di persone più o meno trentenni, il mio target dato che scrivo praticamente solo per idiosincrasie) è cresciuta e che hanno segnato un paradigma musicale inconscio che oggi in qualche modo ancora risulta rilevante nei cervelli più allenati.
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Ho deciso di attenermi alle sigle italiane, anche se ovviamente siamo cresciuti anche con quelle straniere tipo Supercar, X-Files, Otto Sotto un Tetto o la meravigliosa e intramontabile sigla di Daria (attualmente tra le mie preferite in assoluto) e di escludere altresì le sigle dei cartoni animati, dato che la nostalgia sui cartoon ha decisamente rotto le palle. Dividerò quindi la mia rassegna in due categorie: le sigle delle serie TV italiane e quelle dei programmi televisivi tout court. Ovviamente nel caso mi scordassi le vostre preferite sono benvenuti i suggerimenti nella sezione commenti qui sotto.
SERIE TV
Inizio dalla trinità dei telefilm anni Ottanta, e inizio dal primo in ordine cronologico: I Ragazzi della Terza C. In verità la sigla originale era “Fire Lady”, una specie di “Easy Lady” cantata non da Spagna, bensì da Crystal e scritta da Massimo De Martino e Sergio Rava, poi collaboratori di Jo Squillo. Non andava bene però per il piglio giovane e simpa della serie (la cui prima stagione è stata scritta, oltre agli altri, dal grandioso Federico Moccia, già allora uno degli autori più avanguardistici della nostra penisola) quindi va ricordata invece l’iconica “Studiare in jeans”, di Enrico Vanzina e Augusto Martelli, responsabile di gran parte delle sigle TV più conosciute. In questa sigla vengono passati in rassegna i grandi idoli del tempo, che non sono molto diversi da quelli di ora, tranne che forse la geografia ritmata dalla Mannoia avrebbe come tema unicamente l’Irlanda e non so quanto converrebbe.
Una sigla di cui non ho mai capito il refrain (al momento mi sembra dica “Asshole” o peggio SS) è quella di Classe di Ferro. Sorvolerò sulla mia capacità di comprensione, dato che dice chiaramente “asso”. A quanto pare Jovanotti nel 1989 scrisse questo tema durante il servizio militare, per prendersi una settimana di licenza. È decisamente il periodo d’oro del Jova, che dall’esordio Jovanotti for President sta per godersi il fortunato La mia Moto, ultimo spiraglio di sanità mentale del Jova, che poi dirà addio al mondo militare e abbraccerà quello spirituale.
Chiudiamo il trittico con l’immensa sigla di College, telefilm andato in onda su Italia1 nel 1990. L’italia non è un paese di “figli di”, e lo dimostra la regia di questo telefilm: i figli di Castellano e Pipolo, voilà. Lorenzo Castellano e Federico Moccia (sì, ancora lui) raccontano la vita in un college e la sigla è firmata da mr. Claudio Simonetti, fondatore dei Goblin e autore sia di colonne sonore storiche, tipo quelle dei film di Dario Argento, che di robe da poco come il “Gioca Jouer” di Cecchetto.
Prima di passare agli anni Novanta vorrei ricordare alcuni grandi classici, come La pietra di Marco Polo, telefilm tutto veneziano andato in onda all’inizio degli anni Ottanta, il cui tema è stato composto da Pino Donaggio. Ancora più classici sono la sigla di Orzowei, e quella di Sandokan, opera dei leggendari Oliver Onions (autori di altri tre miliardi di capolavori, tipo la sigla di Galaxy Express 999, uno dei cartoni animati più tristi di sempre, e quelle di Doraemon, Spazio 1999 e di un botto di film di Bud Spencer e Terence Hill).
E poi ci sono i classici dei classici, come la sigla di Armando Trovajoli per il film TV su Antonio Ligabue (di ispirazione gobliniana), e ovviamente Ennio Morricone, che compose la colonna sonora per i 13 episodi di Invito allo Sport del 1978 (anno in cui il Maestro si sentiva sportivo, dato che ha pure composto l’inno dei mondiali di calcio) per poi iniziare, nel 1984, con La Piovra. Nei primi anni Novanta, anche Piovani darà il meglio di sé componendo “Come Le Lucciole” a colonna sonora della serie Amico Mio con Massimo Dapporto, che mi chiedo ancora se si meritasse tutto quell’impegno.
Nel frattempo in Mediaset qualcosa stava cambiando: inizia l’epoca delle grandi sit-com familiari. Tutto si gioca non più in una classe o in un college o in ambientazioni strambe, ma IN FAMIGLIA. La sigla di Casa Vianello è affidata alle sapienti mani di Augusto Martelli, già autore della sigla de I Ragazzi della Terza C.
Inizia con la trombata di “Prisencolinensinainciusol” e continua con un elenco movimentato la sigla di Caro Maestro, cantata dallo sgargiante Marco Columbro. Nel 1996 va in onda invece Dio Vede e Provvede, telefilm con Angela Finocchiaro la cui sigla è cantata da Fausto Leali e Lighea.
Proprio nel 1996, in Rai, inizia l’epopea di Un Posto al Sole, di cui è appena stata sostituita la sigla, non so per quale motivo, ma del quale ci ricorderemo per sempre la storica “Un nuovo giorno è qui anche per noi…” scritta da Lanza e Annona, collaboratori di Nino D’Angelo. Sempre in Rai, dal 1998, va in onda Un Medico in Famiglia, con la sigla scritta e interpretata dai Los Locos, “Ai ai ai”. Non ci tengo particolarmente a menzionare I Cesaroni, quanto una sitcom che in pochi si ricordano e li capisco: Via Zanardi 33, con l’allora VJ di MTV in aria attoriale Enrico Silvestrin, la cui sigla era il roccheggiante inno degli universitari del DAMS “Donne in Perizoma”, cantato ovviamente dai Lùnapop.
Ma non vogliamo concedere un angolino a preti e pulotti in questa bella Italia? Certamente, infatti ecco qua l’allegro motivetto a cui TUTTI pensiamo quando incrociamo un carabinieri, dato che è il motivetto di Carabinieri, del compositore abruzzese Germano Mazzocchetti. La sigla di Don Matteo, un movimentato scampanìo, è stata composta invece da Pino Donaggio, che ritroviamo con piacere.
Concludo la rassegna delle sigle TV degne di nota con quella dell’ultimo telefilm degno di nota dei miei anni giovanili: Il Bello delle Donne, la cui splendida colonna sonora è composta dal maestro Antonio Sechi, ma di cui ci ricordiamo il tema portante: quello cantato da Ornella Vanoni e Nancy Brilli, “Noi, le Donne noi”, che nel mio cuore sta appena sopra la sigla di Boris, chiaramente ispirata a lei.
PROGRAMMI TV
Con la sigla dello Speciale TG1, “Sinfonia per un Addio”, composta dai Rondò Veneziano (gruppo fondato da Gian Piero Reverberi) e rimasta intatta fino al giorno d’oggi. Più o meno tutte le sigle TV degli anni Ottanta hanno un sapore vagamente goblinesco quando non prog-rock, e sono il vero tesoro culturale nascosto della musica italiana.
Il periodo d’oro delle sigle TV conta, per la rassegna Lunedì Film, l’indimenticabile sigla degli Stadio e Lucio Dalla, oltre che quella di Domenica Sprint, mia personale preferitissima (sentite che tiro), scritta da Oscar Prudente. Si chiama “Stadium” e la leggenda vuole che Prudente abbia recuperato musicisti che per caso si trovavano negli studi della CGD della Caselli, tipo Mario Lavezzi e Tullio De Piscopo, e che dopo quel “viva viva” ai coristi, persone a caso scelte tra gli impiegati presenti, fosse stato consegnato un testo con parole diverse per ognuno, in modo da “simulare un coro da stadio. Il risultato è poetico in modo imbarazzante.
Nel frattempo, ovviamente, la trasmissione Novantesimo Minuto aveva pure lei una sigla di tutto rispetto, la storica “Pancho” di Julius Steffaro. Tra le varie musiche del programma c’è anche da menzionare la sigla di chiusura “Discomania” di Soundwork-Shoppers, aka Piero Umiliani in persona. Rimanendo in tema sportivo, la trasmissione più ricca di sigle mega famose è stata probabilmente La Domenica Sportiva, la cui prima sigla era stata scritta dallo stesso Umiliani, ma che poi ha visto un sacco di altri autori assurdi (li trovate tutti elencati sotto a questo link). Tra loro anche Jannacci, che firma anche, nel 1993, la sigla di Quelli che Il Calcio. La sigla di Grand Prix era più direttamente da aperitivo, da giovane milanese che guarda la Formula1 mentre controlla le sue azioni in borsa.
Solida, mai cambiata, dentro alle nostre teste come un a priori kantiano, è la sigla del Maurizio Costanzo Show, intitolata romanticamente “Se penso a te” e composta da Franco Bracardi, maestro che accompagnò Maurizio nel suo show come pianista ufficiale della trasmissione. Molto più sobria e minimal è, invece, la musica che apriva Il Fatto di Enzo Biagi. Più caraibica, invece, è la sigla di Mixer: trattasi di “Jazz Carnival” della band brasiliana Azymuth. Al contrario Leonardo, il TG scientifico di Rai Tre, sceglie la “Sonata per violoncello e pianoforte in fa minore op. 26” di George Enescu. Sulla stessa linea la sigla di Le Storie, Diario italiano di Corrado Augias. Si tratta di “Spiel Klezmen Spiel” eseguita dal Serafinian Quartet di Bolzano. Epico anche De Crescenzo nella scelta della sigla de I Grandi Miti Greci.
Rimarrà sempre nei cuori di tutti la medievalista melodia di accompagnamento de L’Almanacco del Giorno Dopo (trattasi di “Chanson Balladee di Guillaume de Machaut). Ma la ladrata più furba in assoluto è stata quella di Superquark, Aria Sulla Quarta Corda di Bach, che da allora sarà sempre e solo “La sigla di Superquark”. Più direttamente ansiogene e accelerazioniste sono sempre state le sigle di telegiornali, a partire dal TG5 fino a quelle del TG1, TG2, TG3 e TMCNews, in seguito diventato TGLa7. Ovviamente su tutte vince la sigla del TG3 composta da Brian Eno.
Ma torniamo all’allegria con la sigla di Tira e Molla, cantata dal maestro Luca Laurenti e scritta da Corìma (la moglie e il fratello di Corrado), Stefano Jurgens e Danilo Aielli. Più o meno in quel periodo andava in onda Beato Tra le Donne, che non aveva una sigla memorizzabile, ma un jingle immortale per il momento in cui le “spintarelle” buttavano i non-beati in piscina: “forte forte forte, tosto tosto tosto, bello bello con tre kili di cervello, il resto al posto giusto, ammappalo che fusto!” (ma che vuoi che siano le spintarelle a confronto delle Ragazze Cin Cin di Colpo Grosso?).
Rimaniamo in tema marittimo e troviamo Il TG Delle Vacanze, condotto dai Tre Tre e Wendy Windham, di cui non mi ricordo lo svolgimento, in compenso ho chiarissimo in testa la sigla: “Beach On the Beach”. Sulla stessa linea d’onda, ma qualche gradino più in giù, troviamo il Gabibbo e la sua hit estiva “Fritto Misto”, colonna sonora di Paperissima Sprint. Merita di essere menzionata anche la sigla di Ciao Darwin, cantata da Renatone Zero. Nello stesso programma, alla comparsa della seminuda Madre Natura, si levava il motivetto new age “Adiemus” cantato da Enya. Sempre Bonolis più tardi farà una trasmissione in cui fa vedere quanto sono carucci i bambini che non capiscono un cazzo e la chiama Chi ha incastrato Peter Pan?, la sigla non sono riuscita a capire chi l’abbia composta e non è che non ci dorma la notte, onestamente.
Sapete chi altro non dorme la notte? Ma soprattutto sapete Chi L’ha Visto? L’atmosfera di quella sigla rimanda all’inquietudine degli X-Files, niente a che vedere con la più pacata sigla di BluNotte, programma di Carlo Lucarelli, composta da Alessandro Molinari. Ma non voglio farvi prendere male, quindi andrò in maniera totalmente casuale dal motivetto che accompagnava Giochi Senza Frontiere (un programma che con l’avvento dell’Euro purtroppo abbiamo perduto) alla sigla di Sanremo, che fino a quando non si sono inventati di prelevare un pezzo dei Sigur Rós è stata la sigla ufficiale, “Perché Sanremo è Sanremo”, dell’Orchestra Pippo Caruso, cantata da Maurizio Lauzi.
Meriterebbero un capitolo a sé tutte le splendide canzoni che ricordo dei programmi della Dandini, tipo “Sesso senza Cuore” di Natasha, “Senza Pascal” e tutte le altre canzoni della Guzzanti che interpreta Valeria Marini, “Ambient” di Alexia e così via.
E infine la gloriosa sigla dell’unica trasmissione televisiva a cui ho effettivamente partecipato. AMMIRATEMI:
In quegli anni, però, il programma che andava sicuramente più forte di tutti era OK il Prezzo è Giusto, in cui una Iva Zanicchi ancora pidiellina e caganbraga solo in nuce giocava con la contabilità delle famiglie italiane. La sigla iniziale della trasmissione, quella che accompagnava anche l’ingresso dei concorrenti, è “Hey It’s OK!” composta, vedi sopra, da Augusto Martelli. Nella stessa trasmissione, di quando in quando, Iva si concedeva all’interpretazione del brano “La voce del Blues”.
Ma non dimentichiamoci del movimentato stacchetto introduttivo della trasmissione Il Pranzo è Servito. Per restare in tema programmi di Corrado, come non menzionare La Corrida (l’unica corrida che abbia mai apprezzato), la cui sigla, manco a dirlo, è opera del Maestro Pregadio (anche se la sigla radiofonica era di Umiliani). Attenzione però, arriva LA LEGGE! Una sigla che trovo orrendamente inquietante, soprattutto per il passaggio da minore a maggiore (io lo leggo come: quando il giudice dà la sua risoluzione e il colpevole viene finalmente punito tutti sono più tranquilli), è il motivetto kafkiano a introduzione di Forum, composto da Dino Siani. Forse superato solo dall’ansia del motivetto del Grande Fratello. Per recuperare da tutta quest’ansia godetevi un attimo totalmente zarro grazie a “Played A Live” di Safri Duo, che introduceva il programma TRL su MTV.
Non si può fare un rapido accenno a tre istituzioni: Stranamore con “All You Need is Love” dei Beatles, il motivetto di C’è Posta Per Te (“Love’s Theme” di The Love Unlimited Orchestra) e la musica zarra che accompagna i tronisti di Uomini e Donne.
Ovviamente mancano alla lista una fracassata di sigle, tipo quella di Furore, il Supertelegattone, La Ruota della Fortuna e altre che i miei neuroni sono troppo slacciati per ricordare. Oltretutto ci sarebbe da dedicare interi articoli alle canzoni di Macao, a tutte le splendide sigle di Arbore (Quelli della Notte e “Cacao Meravigliao” da Indietro Tutta, per dirne un paio), alle canzoni di Non è La Rai, fino a tutte le canzoni dei programmi di Raffaella Carrà, da “Eo eo la fortuna”, fino a “Ce la Farò”… e chi può saperlo se qualcuno lo farà o no? Per ora desidero lasciarvi con la mia amica Cloris Brosca, per me un eroe, che so che sta simpatica a molti leghisti. Ciao!
PS: Se non ne avete abbastanza di sigle e di TV, eccovi un mix di DJ Laura T in rotazione su FRITTO.FM tutto su questo tema.
FR46 – Laura Tonini by Fritto Fm on Mixcloud
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