Le Venerdì Mixtape Vol. 77 – 1988, la Mixtape dei Godflesh

Mettiamola così: se serve che vi spieghi chi sono i Godflesh e perché sono importanti, avete un problema grosso. D’altro canto, chi non ne ha? Facciamo quindi finta che io sia una persona altruista, e lasciate che venga in vostro soccorso. Il suddetto complessino musicale (di base un duo, nel corso degli anni ampliato in maniera poco stabile a trio o quartetto, a seconda di come gli girava), nato nel 1988 a Birmingham da un’idea del transfugo dai Napalm Death, Justin K. Broadrick, e dal suo compare George Christian Green, è stato l’incarnazione più pura possibile del concetto di “contaminazione” in musica. Inutile e stupido stare a elencare quanti e quali “generi” hanno fatto parte del loro bagaglio—di fatto il loro sound semplicissimo e monolitico riassume tutti gli elementi essenziali di quell’estetica urbana, meccanica e oscura che negli anni Ottanta apparteneva tanto all’industrial più rumorosa quanto all’hip-hop della costa est o all’anarco punk dei Crass.

La loro vera forza, probabilmente, è stata proprio la collaborazione di due attitudini che in altri casi avrebbero finito per fare a capocciate. La curiosità onnivora e multitasking di Justin lo ha portato a esplorare praticamente ogni regione sonora possibile, impegnandosi in decine di progetti elettronici e non, con cui continua a sfornare una media di sei dischi all’anno. Al contrario, George di disco extra-Godflesh ne ha fatto solo uno a nome V.I.T.R.I.O.L., che è una muraglia impenetrabile di meditazioni elettroniche; per il resto, una volta sciolta la band madre ha preferito ritirarsi completamente dalla vita mondana e dalla musica. Tanto proprio non glie ne sarebbe potuto fregare di meno.

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In comune, i due avevano il bisogno di non apparire troppo, una anti-immagine che preferiva metter in primo piano anzitutto la musica, ma anche un’iconografia diretta, realista e sgranata. Tutto il contrario della violenza da cameretta tipica della scena metal in cui qualcuno li ha sempre cacciati a forza. Per fortuna oggi sia la critica che il pubblico hanno i mezzi per capire quanto poco avessero a che fare con quell’ambiente, ed è sicuramente questa la ragione che l’anno scorso li ha spinti a rimettersi in marcia, dopo dieci anni in cui a malapena si sentivano per farsi gli auguri di Natale. Di fare veri e propri tour non hanno più voglia, dato che oramai hanno famiglia e una certa età, ma hanno partecipato a diversi festival in giro per l’Europa. Una volta tanto l’Italia non fa eccezione: potrete vederli domenica 8 luglio (dopodomani) a Palestrina, poco fuori Roma, nel corso del festival gratuito Nel Nome Del Rock. Per festeggiare il loro passaggio, abbiamo deciso di chiedere a Justin una mixtape a tema. Ecco come ce la spiega:

È semplicemente un mix di musica senza la quale i Godflesh non sarebbero mai esisti. Questa è la musica che ha ispirato il suono che avevamo quando ci siamo formati, nel 1988, e che continua a ispirarci ancora oggi.

SCARICA LA MIXTAPE QUI

01. Black Sabbath – Into The Void
02. Leonard Cohen – Avalanche
03. 1919 – Caged
04. Led Zeppelin – Immigrant Song
05. Gore – Mean Man’s Dream
06. Head Of David – Smears
07. Swans – Stay Here
08. Slab – Tunnel Of Love
09. Hellhammer – Triumph Of Death
10. 1919 – After The Fall
11. Joy Division – Day Of The Lords
12. Eric B & Rakim – Let The Rhythm Hit’em
13. Throbbing Gristle – His Arm Was Her Leg
14. Eric B & Rakim – Lyrics Of Fury
15. The Stranglers – Dead Ringers
16. Public Enemy – Miuzi Weights A Ton
17. No Trend – Too Many Humans
18. Whitehouse – We’ve Got The Power
19. Discharge – Ain’t No Feeble Bastard
20. The Stooges – Not RIght
21. Hugh Cornwell & Robert Williams – Mothra
22. Killing Joke S.O.36
23. Slayer – Raining Blood
24. Killing Joke -Take Take Take