Música

Quella volta che Lil Wayne ha rappato su “C.R.E.A.M.”


Nella mia vita ho avuto due modelli di rap preferiti, che si sono alternati con il passare degli anni. Alterno la mia passione per il Wu-Tang Clan a quella per Lil Wayne con regolarità, e quindi potete solo immaginare quanto mi sia preso bene a riscoprire che, su quell’affascinante bordello di tape che è stato Dedication 5, Lil Wayne aveva scelto di rappare sul beat più leggendario della storia dei Wu-Tang—cioè quello di “C.R.E.A.M.”

Il che è notevole per due motivi. Il primo: di solito, anche se non sempre, Lil Wayne fa freestyle su beat relativamente recenti, e Dedication 5 non faceva eccezione dato che aveva pezzi basati su “Bitch Don’t Kill My Vibe” di Kendrick Lamar, “Levels”di Meek Mill e “Type of Way” di Rich Homie Quan. Ma “Cream” colpisce soprattutto per il modo in cui è presentata: come un pezzo trascurabile in mezzo a una serie di altri pezzi trascurabili. Oggi un giovane rapper qualsiasi potrebbe fare un pezzo rappando su “C.R.E.A.M.”, pubblicarci un comunicato stampa, dargli un titolo idiota tipo “1993xxFlowxx” e renderlo un simbolo del suo enorme amore per i Wu, come se fosse un fatto di cui essere orgoglioso invece che una semplice linea guida per comprendere, in generale, quello di cui parliamo quando parliamo di “cultura musicale.” Il punto è che, per Wayne, un pezzo come “C.R.E.A.M.” è parte della sua identità. Ci si aspetterebbe, quindi, qualcosa di assurdo a sentirlo rapparci sopra. E invece no.

Wayne non era però da solo: aveva scelto di condividere il pezzo con Euro, un rapper che ai tempi considerava la prossima star di Young Money. Metterlo su quel beat voleva essere un suggerimento, imboccare paragoni con un grande come Raekwon—e c’è da dire che Euro non sfigura, nella sua breve apparizione. Ma d’altro canto Wayne passa i suoi versi senza rischiare troppo: fa uno shoutout a Murphy Lee, un rapper dell’etichetta del suo amico Nelly, e si paragona ai Def Leppard. Parla di basket e di un’amicizia sulla via del tramonto. Rappa con classe, senza fare troppa attenzione alla ricerca di un grande significato. Ma è ok così. Non c’è bisogno che ogni canzone diventi un evento—uno dei veri fallimenti della nostra era. A volte è ok che qualcosa esista così, tanto per esistere: una conversazione a bassa voce tra due periodi storici, o solo un semplice omaggio da parte di un fan dei Wu al collettivo che tanto ama. 

Questo articolo è tratto da A Year of Lil Wayne, una rubrica in cui il nostro collega statunitense Kyle Kramer scrive di una canzone di Weezy ogni giorno da 251 giorni a questa parte.

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