“Sono stato anch’io un estremista,” dice Adam Deen, che oggi fa parte di Quilliam, un think tank britannico dedicato a combattere l’estremismo. “Lavoro con un sacco di ex estremisti che oggi sono diventati persone normali. È assolutamente possibile reintegrarli nella società Se riusciamo a capire le ragioni che spingono le persone a unirsi a un’organizzazione terroristica, possiamo contrastarle.”
Con queste parole, Adam Deen commenta la notizia di una ragazza tedesca scappata per unirsi all’ISIS e che oggi, in un carcere iracheno senza la possibilità di tornare a casa, rimpiangerebbe la sua decisione. In quanto ex estremista islamico, Deen conosce le pressioni che la ragazza dovrà subire quando proverà a reintegrarsi nella società.
Videos by VICE
La ragazza in questione è Linda Wenzel, 16 anni, di Pulsnitz, una città vicino a Dresda da cui era scomparsa nel luglio 2016. La sua storia è stata confermata dalle autorità tedesche e secondo Der Spiegel sarebbe al momento detenuta in Iraq e starebbe ricevendo assistenza consolare.
“Voglio solo andarmene,” ha detto Wenzel intervistata dai canali tv tedeschi NDR e WDR e dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung. “Voglio andarmene via dalla guerra, dalle armi, dal rumore. Voglio solo tornare a casa dalla mia famiglia.”
In queste dichiarazioni, Wenzel ha proseguito dicendo che si era pentita di essersi unita all’ISIS e che avrebbe voluto venire estradata in Germania. Quando è stata ritrovata aveva una ferita d’arma da fuoco alla gamba sinistra e un’altra ferita al ginocchio destro che a suo dire sarebbe stata causata da una bomba. Secondo il Times insieme a lei è stato ritrovato un neonato malnutrito, ma non è stato possibile appurare che fosse effettivamente suo figlio.
La strategia dell’ISIS per il reclutamento di donne è nota già da tempo, e ha alla base diverse ragioni: mettere in imbarazzo gli uomini e convincerli ad arruolarsi, o ricompensare i combattenti e fornire loro schiave domestiche o sessuali. Dal 2014, anno in cui l’ISIS ha dichiarato l’istituzione del Califfato, centinaia di donne si sono unite al gruppo. L’ISIS avrebbe persino una divisione femminile, la Brigata Al-Khansaa, che tramite internet si occupa proprio di convincere giovani donne di tutto il mondo ad arruolarsi.
Secondo il Daily Mail Wenzel, che sarebbe stata ritrovata a Mosul dopo la caduta della città in compagnia di altre donne affiliate all’ISIS, si sarebbe radicalizzata dopo il divorzio dei genitori. La polizia crede che sia stata convinta ad andare in Siria da un giovane combattente dell’ISIS conosciuto online e di cui si sarebbe innamorata. insieme ad altre affiliate all’ISIS.
Anche se ci sono voci che la vorrebbero arruolata come cecchino, al momento non è chiaro se Wenzel abbia effettivamente combattuto. Adesso dovrà subire un processo in Iraq, o in alternativa venire estradata e processata in Germania. “Se ha combattuto, dovrà risponderne in tribunale,” ha detto Deen. “A mio parere dovrebbe essere estradata, perché se vogliamo avere una possibilità di riabilitarla l’unica è toglierla da quell’ambiente.”
“Avrà bisogno di un sacco di terapia,” ha aggiunto Deen. “E la persona che se ne occuperà dovrà essere molto ferrata sull’Islam perché avrà il compito di decostruire quello che le è stato insegnato. Questa persona dovrà aiutarla a capire che ci sono altre interpretazioni dell’Islam più tolleranti e altrettanto autentiche che può seguire, sempre se si considera ancora musulmana.”
Secondo Deen, il fattore determinante nel caso di Wenzel non è il fatto che sia una donna, ma la sua giovane età. “È giovane e vulnerabile e senza dubbio e sicuramente se si reintegrerà nella società dovrà subire un sacco di pressioni,” ha detto. Ma secondo lui potrebbe venire fuori qualcosa di buono dalla sua storia, se le fosse consentito tornare a una vita normale.
“Dobbiamo usare la sua storie a la sua riabilitazione come una lezione per altri giovani, così che possano evitare di finire come lei e di cadere nella trappola dell’estremismo,” ha concluso.
Questo articolo è tratto da Broadly