La settimana scorsa Greenpeace ha mandato su tutte le furie il Perù in seguito a un’azione di protesta avvenuta sul suolo nazionale, quando alcuni attivisti hanno attraversato le antiche Linee di Nazca—uno dei siti patrimonio mondiale dell’UNESCO—per mettere in scena un’azione di sensibilizzazione in concomitanza con gli incontri dell’ONU sul cambiamento climatico di Lima. L’iniziativa ha sollevato varie minacce di azioni legali, e le autorità peruviane hanno fatto ricorso a un video realizzato mediante droni per mostrare l’entità dei danni causati.
Pubblicato dal Ministero della Cultura peruviano e diffuso in esclusiva dal canale americanoPBS NewsHour, il video fornisce la prova visiva dell’impatto che ha avuto l’operazione sui geoglifi, conservatisi fino a oggi grazie al clima arido del deserto.
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Mentre un portavoce di Greenpeace ha detto che il gruppo è stato “molto attento” nello stendere gli striscioni, nel filmato sono infatti visibili nuove linee in corrispondenza del tratto percorso dagli attivisti.Secondo il governo, queste nuove linee si sarebbero formate dopo che i venti ambientalisti hanno percorso la zona —che, va ricordato, non è aperta al pubblico—per disporre il testo “Time For Change” accanto a un colibrì inciso nel deserto.
Nel video sono visibili anche le linee intorno al messaggio, e quello che sembra essere il contorno della lettera ‘C’ della parola “Greenpeace”. Secondo NewsHour, se il governo decidesse di agire il filmato potrebbe essere utilizzato in sede legale.
A dicembre, Greenpeace aveva già svolto un’azione in Perù proiettando un messaggio sulle antiche rovine inca di Machu Picchu al fine di promuovere l’energia solare.
Nazca è un sito estremamente delicato, dove un singolo passo può causare danni irreversibili. L’aspetto unico delle linee deriva dal contrasto delle rocce nere riposte sulla sabbia bianca e in genere, per ammirare i disegni giganteschi incisi nel terreno che prendono la forma di vari animali e piante, sono necessarie visite aeree.
“Sono fragilissimi,” ha detto alla BBC il ministro della cultura peruviano Luis Jaime Castillo. “Si tratta di rocce nere su uno sfondo bianco. Se si cammina in quella zona, le impronte lasciate sono destinate a rimanere centinaia o migliaia di anni. E la linea che Greenpeace ha distrutto è la più visibile e riconoscibile di tutte.”
Castillo ha minacciato di portare in tribunale gli attivisti che hanno partecipato all’evento. Tra i partecipanti ci sono cittadini provenienti dal Cile, Germania, Brasile, Austria, Argentina e Spagna.
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