Abbiamo analizzato il linguaggio del corpo di Trump

Appostandosi dietro a Hillary Clinton durante il secondo dibattito tra i candidati alla presidenza negli Stati Uniti, Donald Trump non si è mostrato molto presidenziale. Di contro, è riuscito a far rabbrividire la rete aggirandosi furtivamente sul palco, per poi arrestarsi per fissare la nuca di Clinton con lo sguardo spento.

“Heyyyyy Donald. Potresti non appostarti dietro a Hillary Clinton come QUEI TIZI al bar che cercano di capire quanto sei ubriaca?,” scriveva un utente di Twitter. “Il signor Trump è un gentiluomo che rispetta le donne? Allora PERCHÉ continuava ad appostarsi dietro a Hillary Clinton come un pazzo psicopatico,” ha aggiunto un altro. Quando le è stata chiesta un’opinione dopo il dibattito, Clinton ha detto che Trump era stato “molto presente,” come l’eczema persistente o un capo d’ufficio con la mano morta.

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“Occupare lo spazio di qualcun altro è comunemente usato dai bulli come tattica per far retrocedere qualcuno e farlo andare sulla difensiva,” spiega Robin Kermode, esperto di linguaggio del corpo. “Mentre parla Clinton lui si muove sullo sfondo, allontanando da lei l’attenzione degli spettatori.”

Kermode sostiene che tutte le posizioni assunte da Trump sono studiate per intimidire e minacciare il suo avversario. Non è il ragazzone sfigato in un bar affollato, troppo intimidito per approcciare le persone: lui si apposta intenzionalmente, come un pugile. “Si muove come i pugili, che lo fanno perché li rende più difficili da colpire,” dice Kermode. “È una cosa subdola.”

In piedi dietro alla Clinton mentre lei parla, le espressioni di Trump comunicano il suo disgusto. “Ogni volta che lei dice qualcosa,” spiega Kermode, “lui gira il collo, sporge il mento in avanti e tira indietro la testa. Tiene anche le labbra serrate. Questo mi dice che non è un uomo calmo.”

Quando gli viene chiesto di descrivere l’approccio di Trump con una parola, Kermode risponde così: “Bullo del parco giochi. Davvero, sono le classiche cose da bullo della scuola elementare.” Kermode cita un episodio in cui Trump minaccia di avviare un’indagine contro Clinton per l’uso di un server per le email private. “Dice, ‘Non credevo che l’avrei detto, ma lo dirò,’ poi si volta dall’altra parte. È esattamente quello che fanno i bulli durante i bisticci al parco prima di fare ritorno con un pugno.”

E mentre lo fa, Trump inspira in maniera evidente. “È quasi come se prendesse fiato appena prima di un pugno. Come tutti i bulli, il suo mento è troppo in alto. È quello che fanno gli animali quando hanno voglia di lottare: alzano il mento.” Poi, al momento giusto, Trump affonda il colpo: dice che nominerà un pubblico ministero speciale per indagare sull’affare delle email di Clinton.

Anche il modo in cui Trump tiene il microfono attira l’attenzione di Kermode. “Tiene il microfono con molta leggerezza, ma il suo linguaggio corporeo è minaccioso — è un’impugnatura passiva-aggressiva.”

Gli chiedo delle giustificazioni usate da Trump per le sue affermazioni sessiste — cioè che sono solo ‘discorsi da spogliatoio.’ “Ogni volta che dice la frase ‘discorsi da spogliatoio,’ chiude gli occhi,” risponde Kermode. “È senza dubbio politicamente in imbarazzo, e sta cercando di essere genuino ed educato, ma il suo mento è ancora troppo alzato e serrato.”

Donald Trump in azione. (Screengrab via Twitter)

Il dibattito di domenica scorsa – finora il più caustico della campagna elettorale – è iniziato con Trump e Clinton che hanno rifiutato di stringersi la mano. Mentre i candidati si avvicinano sul palco, Kermode osserva più micro-aggressioni da parte di Trump. “C’è questo piccolo movimento che fa che è abbastanza nascosto, ma è studiato per essere aggressivo e influenzarla. Cammina verso di lei, e poi con la spalla e il piede sinistro si sporge un po’ in avanti. Come per dire, ‘Non osare.’”

Kermode sostiene che Clinton risponde in maniera appropriata all’invadente presenza fisica di trump. “Fa bene a non mostrare emozioni, perché non può essere vista come quella che indietreggia a causa di un bullo. La sua unica opzione è quella di non reagire, o di ridere.” La mossa più saggia? “Far brillare un po’ gli occhi,” risponde Kermod. “Lo fa sembrare ridicolo.”

Kermode dice che sconsiglierebbe ai suoi clienti di adottare un approccio come quello di Trump, soprattutto a qualcuno che è candidato alle elezioni. “Questo tipo di comportamento un po’ comico porta ad alienare almeno metà del pubblico. Vogliamo un leader forte, ma deve anche mostrarsi in grado di rispettare la persona con cui parla.”

“Il fatto che Trump usi delle tattiche da bullo che lo fanno sembrare un prepotente ci fa pensare a una domanda: vogliamo che sia un prepotente a governare il mondo?”


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