Sono sempre stato un fan accanito di Lory del Santo, fin dai tempi in cui, durante la tarda infanzia, rimanevo sveglio a guardare le repliche dei suoi primi film in seconda serata. La guardavo interpretare prostitute redentrici, e provavo frustranti pulsioni sessuali inespresse. Quella negazione della volontà di potenza, però, le ha riservato un posto speciale vicino alla mia amigdala, e ogni volta che la vedo mi emoziono.
Dopo il suo ritorno trionfale all’Isola Dei Famosi, nel 2005, l’ho seguita attentamente in tutta la seconda parte della sua carriera. Mi sono indignato leggendo il veritiero e toccante scambio epistolare fra lei e la madre del suo ultimo toy boy su DiPiù, in cui viene accusata ingiustamente di essere una mangiatrice di uomini. Lei, dal canto suo, ha rinfacciato alle madri italiane di mettere al mondo una massa di stolti senza spina dorsale. Ho potuto ammirare poi la potenza retorica della Del Santo, espressa nelle liriche dedicate a Pierferdinando Casini, a Gianfranco Fini, e a Silvio Berlusconi. Oltre ai suoi preziosissimi consigli in fatto di seduzione. Ma il caleidoscopico talento della Del Santo non ha confini, e da un paio di anni ha deciso di dedicarsi alla regia.
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Mercoledì 8 ottobre, sul canale YouTube di Lory è uscito il primo episodio del web series The Lady-l’amore sconosciuto. La serie è suddivisa in dieci puntate, che vengono caricate sul canale della Del Santo ogni mercoledì. La Del Santo a Pomeriggio Cinque l’ha descritta come una produzione totale, nel senso che lei stessa ha scritto il soggetto e la sceneggiatura, realizzato il casting, diretto le riprese, fatto l’operatrice e impostato la fotografia. E in effetti ha ragione, The Lady è veramente una serie totale.
La prima grande gioia è regalata dalla partecipazione del redivivo Costantino Vitagliano come coprotagonista, visto che io personalmente appartengo a quello nutrita schiera di affezionati che ha vissuto malissimo lo scisma d’occidente fra Vitagliano e Daniele Interrante dopo quel capolavoro inestimabile che è stato Troppo Belli. Ci sono anche Natalia Bush e Guendalina Canessa: pare che i casting della Del Santo siano frequentati quasi esclusivamente da ex partecipanti di relity show che hanno praticato riflessologia plantare a Lele Mora.
The Lady non è stata la prima esperienza alla regia per la Del Santo: l’anno scorso era uscito il cortometraggio The Night Club-Osare Per Credere, con Aida Yespica e Gloria Contreras (protagonista anche di The Lady), che è stato un po’ l’Eraserhead di Lory. Non voglio spoilerarvi troppo, sappiate solo che in 9 minuti e mezzo sono contenuti un cameriere con predilezione per i completini sadomaso, un dj bolso di mezza età che mangia panini farciti mentre è circondato da un vortice di orifizi e disinibizione sessuale, e il proprietario di un strip club doppiato dal Megadirettore Galattico Duca Conte Balabam.
Nonostante tutte queste gioie, però, The Night Club non ha una grandissima trama. Più che altro è un espediente per veicolare un messaggio importante per la Del Santo: ovvero che l’esibizionismo e la masturbazione dell’ego sono cosa buona e giusta.
Con The Lady, invece, Lory ha fatto un salto di qualità netto: è un’opera più strutturata e complessa. Dopo aver visto le prime tre puntate, ho deciso che questa perla doveva essere sviscerata, così ho speso il mio tempo cercando di analizzarne la trama e le tematiche, oltre ai decisivi tocchi tecnici.
La storia, com’è facilmente intuibile dal titolo, ruota attorno a una figura femminile.
La protagonista è Lona, una donna sui trenta, morbosamente attraente e ricca. Un personal trainer steroideo la descrive così: “Tanti misteri la circondano, è una leggenda. Un passato top secret e un futuro molto complesso.” Lo stratagemma narrativo per farle guadagnare status economico/sociale è stato quello di procurarle un marito americano ricco e farlo crepare in un misterioso incidente aereo (il corpo non è stato ritrovato, e il suo ritorno è dato 1,1). Nella vita si occupa di moda, anche se non è molto chiaro il suo ruolo: si sa solo che organizza servizi fotografici a Capri e viaggia indaffarata in varie città europee.
Di tanto in tanto Lona ha delle crisi esistenziali, e ci vengono mostrati i suoi primi piani mentre con voce fuori campo ci mette a parte dei suoi flussi di coscienza. Roba tipo: “La grande bellezza della terra non soddisfa il desiderio di pace della mia anima. Cerco di toccare la felicità, ma si allontana sempre di più.” Capiamo insomma che, nonostante una vita agiata spesa quasi esclusivamente a girovagare seminuda per le terrazze panoramiche di vari edifici, The Lady ha un anima in pena.
La vera peculiarità di Lona, però, è la sua capacità di provocare durelli: ogni essere senziente dotato di un cromosoma Y la punta con la stessa animosità di un bracco da riporto. La fauna maschile che la circonda è composta quasi esclusivamente da manzi palestrati con barba ortogonale, che trasudano testosterone e le si rivolgono con devozione e desiderio. Lona la fa annusare un po’ a tutti, anche se è fidanzata con Luc: uno zarro di periferia che si fa mantenere da lei, interpretato magistralmente da Vitagliano. Luc sopporta male l’attitudine di Lona per il pene, e lei glielo rinfaccia: “Luc non mi ami abbastanza. Non riesci ad accettarmi per come sono: mi piace flirtare con gli uomini, giocare. Dovresti arrenderti se vuoi stare con me.” Lui per sfogarsi un po’ le usa violenza, e un po’ scorrazza per la città con la Yamaha indossando giubbotti in finta pelle. In lunghe telefonate monocorde, poi, le confessa il suo orgoglio tabbozzo ferito: “io ti amo, ma tu mi stravolgi. Tiri fuori la bestia che c’è in me.”
Attorno a questo fulcro sentimentale si snodano le trame secondarie: la cupidigia di un capitano di ventura napoletano pettinato come Nino D’Angelo (che intrattiene una relazione con la segretaria di Lona unicamente per arrivare a lei), le velleità fameliche dei due mariuoli che le fanno da autisti e guardie del corpo, le vessazioni razziste della segretaria nei confronti di due maggiordomi cingalesi, ma soprattutto la presenza inquietante di un sgherro con la faccia sfregiata che si nasconde dietro colonne e alberi per spiare la protagonista. Questa losca figura evoca inquietudine, dubbio, e barattoli di gel per capelli Wally fomato industriale. È chiaramente un omaggio a David Linch, solo con più minutaggio al corso di Pump nelle palestre di Quarto Oggiaro.
The Lady ha anche due amiche, Guenda (Guendalina Canessa) e Giselle (Natalia Bush). Guenda è una collega di Lona e il suo compito narrativo è quello di organizzare eventi “con il top del business e della moda” e pronunciare frasi tipo “che bello spendere tanti soldi. Mi eccita!” Giselle invece è la confidente della protagonista, e le fornisce appoggio morale mentre cammina nel suo appartamento con le menne in primo piano. In cambio la lady le organizza incontri al buio con tabbozzi depilati. Nella caratterizzazione di Giselle è importante anche il suo rapporto conflittuale con i piastrellisti.
La scelta dei tipi umani è univoca: le donne sono tutte belle o al limite carine, gli uomini tutti palestrati, tamarri, propensi a sbottonarsi la camicia e girare a petto nudo. Le scuse per mettere in mostra gli addomi depilati sono al limite dell’onirico, come la scena in cui un ragazzo se ne sta in terrazza senza maglietta durante un temporale, e invita i suoi compari ad unirsi a lui: “Oh che bello fare la doccia quando piove…dai ragazzi, venite anche voi!“
Le donne invece non perdono occasione di alludere a ficcate occasionali e sfruttano improbabili situazioni per ballare, come ad esempio nella scena in cui Doris, la segretaria, chiede ad una ragazza che si è presentata al colloqui per diventare assistente di improvvisare una coreografia hip hop.
Gli unici disgraziati non fisicati sono i maggiordomi cingalesi, Samir e Chang, che vengono dipinti come due automi con le mostrine sulla giacca intenti a lucidare le finestre con il mocio quando non dovrebbero o annunciare i protagonisti con grande dovizia di particolari: “sono arrivati uomini.“
Il proscenio è composto perlopiù da loft, alberghi e sky lounge. Gli attori per gran parte del girato sviluppano la vicenda in lunghe carrellate, mentre si spostano dal punto in cui hanno lasciato la macchina al punto in cui hanno lasciato la macchina. Il tempo restante lo spendono in lunghe conversazioni (incentrate quasi tutte su Lona) mentre sorseggiano Perrier e tentano di raggiungere la soglia potenziale del coito.
Il vero fiore all’occhiello della sceneggiatura sono i dialoghi. Le battute sembrano scritte utilizzando Google Translate. Non esiste un modo migliore per descrivere il talento cristallino della Del Santo per i ritmi e la coerenza del parlato se non limitarsi a riportare degli esempi diretti:
1)
Aspirante concorrente di The Apprentice: Lona, hai dei viaggi in programma?
Lona: Sì, Capri. Devo andare per seguire un servizio fotografico: una campagna di costumi da bagno. Poi mi fermo a Napoli per incontrare un nuovo cliente, e poi Parigi!
Aspirante concorrente di The Apprentice (con lo stesso tono di voce): Lona ma che cos’è l’amore per te?
Lona (languida): Frammenti di tante emozioni…
Segretaria (con aria inquisitoria): Mia cara, in che cosa eccelle?
Aspirante assistente: Io sono fidanzata. Lui è molto geloso. Si immagini che per venire qui ho dovuto dire che andavo dal dottore!
3)
Nipote di Lona: Certo che mia zia non si fa mancare niente, eh?
Manzello 1: Vorrei essere al posto tuo!
Nipote di Lona: Mi ritengo fortunato, le voglio molto bene.
Manzello 2: Lei è una conquista: è come arrivare a toccare la cima del cielo!
Tardona di cui non si capisce il ruolo (con lo sguardo perso nel vuoto e l’aria trasognata): CHE BELLO FARE LE PAUSE!
Una menzione d’onore spetta al doppiaggio. Le intonazioni degli attori, unite alle frasi avulse dal contesto che pronunciano, ricordano i migliori porno di Mario Salieri. Oppure la sensibilità comunicativa di un navigatore satellitare affetto da afasia di Wernicke. Anche l’atmosfera che si respira è quella di un porno: la trama e e gli intrecci sono fondamentalmente un pretesto per legare fra loro scene in cui si manifesta desiderabilità sessuale e si fanno velate allusioni alla possibilità concreta di ficcare. Il risultato di quest’amalgama è un’esperienza narrativa definitiva.
Ma la storia non sarebbe altrettanto viva senza la magistrale interpretazione di Vitagliano, lo Sean Penn di Lambrate. Particolarmente pregna di pathos è la scena in cui cerca di addomesticare Lona urlandole “DEVO METTERI IN RIGAAAA“, accompagnando l’espressività vocale con la mimica di Emiglio Il Meglio. O quella in cui inanella una serie di “amore ti amo”, “amore ti voglio”,”amore ti aspetto”, comunicando esclusivamente mediante le sopracciglia. I tempi in cui doveva spararsi 600 fotografie insieme a fan proteiformi durante le ospitate nelle discoteche dell’hinterland di Vibo Valentia sembrano finiti. Chapeau.
Lory ha giustificato così l’ingaggio di Costantino: “Scelgo i miei attori in base alla fisicità. Sono una esteta, ma sono anche consapevole del fatto che attori si diventa sul campo. Costantino ad esempio è così maschio che è perfetto per interpretare il ruolo del fidanzato, era proprio quello che cercavo.”
Nel loro intervento a Pomeriggio Cinque si nota in effetti una certa sintonia fra i due. La Del Santo dirige Vitagliano con grande piglio—”devi arrivare da là e devi finire lì…così…e poi ti metti lì e appena arrivi guardi là il tutto senza mai indicare alcun punto preciso, e causando a Costa un attacco epilettico. Viene poi mostrato un filmato in cui Costantino fa delle flessioni in un garage per prepararsi alla recitazione, e pronuncia ” ti amo” in varie gradazioni di inespressività.
La cura del particolare nella direzione delle interpretazioni non ha riguardato solo Costantino. Tutti gli attori diretti da Lory hanno dimostrato grandi doti interpretative. “Sono una che assorbe molto,” ha dichiarato, “adesso sto trasferendo quello che ho imparato in tanti anni di lavoro… Passo ore ed ore ai spiegare ai ragazzi cosa voglio da loro. È bello da una parte perché mi immedesimo molto, so perfettamente quello che voglio e quando i miei attori non riescono a seguirmi mi dico ‘ma perché non lo faccio io?’”.
Ma veniamo ora ai temi della vicenda: è evidente che il diorama narrativo messo su dalla regista ruota tutto intorno all’archetipo femminile che lei stessa, anche se ormai definitivamente al di là della soglia del cougarismo, incarna. Una donna sessualmente potente che si circonda di giovani ragazzi nerboruti, depilati e in vario stato di sottomissione. Ma da cui, occasionalmente, vuole essere dominata. Un surrogato del mito di Elettra degno dell’interpretazione di Raffaele Morelli.
Nei mesi precedenti alla pubblicazione del primo episodio sono stati pubblicati alcuni video che fanno da compendio alla serie. In queste brevi pillole Lory ne sviscera le tematiche con frasi criptiche degne di un corso new age.”La luna mi rappresenta. Metà luce, metà buio.” Si allude anche all’altro grande tema della serie, ossia gli anabolizzanti e i rischi di ginecomastia. Ma risulta palese il fatto che, nella sostanza, The Lady sia Lory stessa.
A questo punto qualche animo maligno potrebbe sentenziare che la serie altro non è che il tentativo di un ex soubrette riciclata di liberare le proprie frustrazioni e velleità durante il viatico della decomposizione fisica. Ma sarebbe una visione alquanto miope. La Del Santo ha delle aspirazioni serie. E un progetto artistico.
“Questo film è stato girato in 15 giorni. È costato molto, nonostante facessi quasi tutto io, e l’ho pagato di tasca mia perché volevo farmi un regalo. Quando sarò come Sorrentino probabilmente potrò permettermi una troupe.”
E in effetti un occhio attento è in grado ritrovare la sensibilità visiva del regista napoletano nel lavoro di Lory Del Santo: in particolare durante la sequenza in cui il passato della protagonista viene ricostruito attraverso la prospettiva dell’ascella di un personal trainer.
The Lady-l’amore sconosciuto è un capolavoro postmoderno. E la Del Santo è la Bret Easton Ellis delle web series. Ho scritto questo articolo perché tutti i lettori di VICE fossero al corrente dell’esistenza di questa perla.
Sul canale YouTube di Lory sono disponibili le prime tre puntate, e se nostro Signore vorrà ne verranno pubblicate altre sette. Una ogni mercoledì. Personalmente vivrò questo appuntamento con grande catarsi, sapendo che ogni settimana mi aspetta una nuova epifania: un’abluzione di pathos, passione e confezioni di pillole termogeniche dalla formula avanzata. Un’eiaculazione dell’anima. Non so cosa stiate aspettando.
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