Hugh Nini e Neal Treadwell sono una coppia di collezionisti che si considerano sposati “dal 1992.” Hanno ufficializzato la loro unione un po’ più tardi, nel 2006, “nell’unico posto negli USA dove era possibile celebrare un matrimonio gay, il Massachusetts.” Per farlo, non hanno solo dovuto prendere un aereo, ma cambiare residenza e trasferirsi “con tanto di indirizzo” a Boston, in quanto l’allora governatore Mitt Romney aveva esteso alle coppie dello stesso sesso una legge “rimasta lì, dimenticata agli atti” del 1913 che impediva alle ‘coppie birazziali’ provenienti da altri stati di sposarsi. Romney non voleva che il Massachusetts diventasse “la Las Vegas dei matrimoni omosessuali.”
Tra questi due eventi, rovistando tra una pila di foto anonime in un negozio di antiquariato in Texas, Hugh e Neal si sono imbattuti in una foto che li ha travolti: sullo sfondo di una casetta anni Venti, due giovani ragazzi si abbracciavano “con lo sguardo tipico di due persone che si amano”—in un tempo e in uno spazio in cui le relazioni tra uomini erano considerate non solo negli USA, ma nella maggior parte del mondo, illegali.
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I due collezionisti pensavano che la foto fosse unica nel suo genere, ma poco dopo ne scovarono un’altra a un’asta online. L’immagine stavolta raffigurava due soldati degli anni Quaranta che posavano guancia a guancia, e sulla cornice di vetro Art déco che la conteneva era incisa la scritta: “Tuo per sempre.”
Grazie alla costante ricerca e passione di Hugh e Neal, oggi la loro collezione è composta da oltre 2800 fotografie d’epoca che ricoprono circa un secolo, dal 1850 al 1951 circa, scattate in Australia, Bulgaria, Canada, Croazia, Francia, Germania, Giappone, Lettonia, Regno Unito e Stati Uniti (ancora non sono riusciti a trovarne di scattate in alcune parti del mondo, come in Africa e in Antartide, ma dato che il mezzo fotografico non era ancora così diffuso a quell’epoca è un’impresa ardua).
Tutto questo viene raccontato dagli stessi collezionisti nel saggio introduttivo “Una collezione nata per caso” all’interno del libro fotografico “LOVING. Una storia fotografica” (edito da 5 Continents Editions, casa editrice fondata a Milano nel 2002 da Eric Ghysels, belga-armeno di nascita e italiano d’adozione). La versione italiana del libro è uscita 14 ottobre 2020, ma esistono anche le versioni in inglese, francese e tedesco.
Negli anni i due collezionisti hanno studiato il linguaggio del corpo dei soggetti, cercato di codificare i segni di “cento anni di storia sociale,” e hanno riscontrato dei significanti ricorrenti. Per esempio, dalla metà del 1880 fino agli anni Venti, hanno notato che mettersi in posa sotto un ombrello da passeggio probabilmente stava a significare una relazione tra i soggetti; che fedi nuziali, bracciali e altri pegni d’amore tra uomini divennero sempre più ricorrenti fino ad avere un picco durante la Seconda Guerra Mondiale, dove vennero indossati soprattutto da molti marinai e soldati; e infine quanto le cabine fotografiche (negli USA introdotte nel 1924), dato che non prevedo il coinvolgimento di un fotografo e uno sviluppatore, fossero fondamentali per ottenere in tranquillità una foto di coppia.
Un altro elemento riscontrato, poi, è sorto da una domanda che si sono posti gli stessi collezionisti: chi scattava le foto a questi amanti? Nonostante nel 1902 Robert Faries avesse già ideato un rudimentale dispositivo di autoscatto, questo sembra essere stato usato in pochissime delle foto della collezione.
Quindi la risposta, secondo i collezionisti è che le coppie trovassero aiuto in amici e famigliari. A dimostrazione di ciò, alcune delle foto contenute nel libro prevedono non solo la coppia come soggetto, ma anche—come vengono chiamati oggi nella comunità LGBTQ+—i loro “ally” dell’epoca.
Oggi l’omosessualità è ancora illegale in 70 paesi del mondo, e moltissime persone LGBTQ+ devono vivere vite discrete, o totalmente nascoste, come quelle dei protagonisti ritratti in queste foto—foto che paradossalmente ne immortalano la naturalezza nel privato.
“Con la pubblicazione di LOVING, i protagonisti delle nostre fotografie svelano al pubblico, per la prima volta, le loro storie,” scrivono Hugh e Neal. “Il risultato è una rappresentazione romantica di una categoria speciale di esseri umani in tutta la loro diversità, che si è rivelata travolgente per alcuni, ma certamente illuminante per tutti. L’intensità delle loro espressioni, la purezza della loro passione, la semplicità delle loro emozioni: tutto serve per comunicare un messaggio vecchio come il mondo, ma da una fonte inattesa e finora nascosta”.