Disclaimer: c’è un unico ingrediente all’ interno del tramezzino che è universalmente presente in tutti quelli che assaggerai al mondo ed è la maionese. Nell’articolo non verrà esplicitata ogni volta la sua presenza, ma non per questo te ne devi dimenticare.
Venezia alle 10 del mattino equivale a una qualunque città italiana a orario aperitivo: le ombre - malefici bicchierini di vino venduti a una media di 85 centesimi l’uno - o i camparini viaggiano veloci sui vassoi dei camerieri, a fianco ai cappuccini o in mano a signori in età da pensione con la inconfondibile “r” local che occupano qualunque spazio possibile e si danno alle balotte alcoliche in anticipo sul mondo.
I veneziani sono cresciuti in uno dei luoghi più belli mai concepiti e si capisce che gli piace godere delle cose fino in fondo. Ad accompagnare il loro spuntino etilico difficilmente troverai patatine, tarallini o arachidi salate, bensì troneggianti cicchetti con vari tipi di pesce, salsine che non pensavi esistessero oppure, nella maggior parte dei bar da prima mattina a primo pomeriggio, i tramezzini.
Tutta la bellezza del tramezzino. Tutte le foto di Bianca Peruzzi.
Di per sé, il tramezzino non è altro che un panino triangolare con il pane bianco, maionese e farcitura di vario tipo, che grazie a un’equazione matematica assume nella chiusura la tipica forma bombata che troviamo nella sua città natale. Il ripieno tradizionale lo vuole con uovo sodo e prosciutto o tonno, ma le varianti sono infinite.
C’è un dissing storico sulla vera patria del tramezzino, che qualcuno attribuisce a Torino, alle origini del caffè Mulassano. Non ho mai preso un tramezzino lì dentro, ma mi sento di dire che Torino ha la maggior parte delle cose che amo, sicuramente non i tramezzini. Il nome invece è uno sfogo patriottico di D’Annunzio, a cui la parola sandwich non piaceva - e neanche i sandwich, che in effetti non sono tramezzini - e voleva darne una connotazione di consumo giornaliera, nell’intramezzo fra i vari pasti.
Esemplare di tramezzino particolarmente bombato
In questo tour fra quelli che sembrano i migliori tramezzini di Venezia, ho seguito un po’ il cuore, un po’ qualche consiglio local, un po’ la fam, un pochino i campari.
I tramezzini veneziani dello Snack Bar Tiziano
L’autrice insieme ai suoi nuovi migliori amici: Yoses e un presunto sosia di Adriano Celentano (?)
Iniziamo dal bar Tiziano, frequentatissimo e con una fama mezza local mezza turistica. Il posto è quella strana via di mezzo tipicamente veneziana fra un posto chic e una sorta di osteria. Lì incontro Yoses, local che ha suggerito questa tappa di partenza, che guarda caso era proprio lì insieme a un amico che sostiene di essere il sosia di Adriano Celentano. Sono le 11 circa e giustamente dato che la colazione non è ancora finita mi offrono un bicchiere di prosecco da mezzo litro.
A quanto pare molti tramezzini sono già andati via, essendocene un forte abuso dalle nove circa in questo luogo. Noi comunque andiamo sui cavalli di battaglia rimasti e puntiamo sul pesce e sulle uova (alimento che dà un senso alla mia vita) e scegliamo un granchio e uova e un salmone rucola e uova. Il mio palato è in preda a una sindrome di Stendhal che sembra non finire mai.
Io che mangio il tramezzino con un certo piacere.
Costo del tramezzino: 2,20 euro.
Milan Bar
Fun fact: l’autrice è milanista
Ci allontaniamo da quel paradiso sensoriale e Yoses viene con noi, ci parla di come i cicchetti siano i nuovi tramezzini - io non gli credo -, dei problemi abitativi della laguna e di una serie di altre cose che Venezia ha inventato.
Nel fare questo ci fa scoprire un posto superlocal, il Milan Bar, famoso per il suo tramezzino con l’insalata russa - lì chiamata solo insalata sovietica, e i gamberetti. Esperiamo così un locus amoenus in cui il linguaggio parlato è il dialetto veneziano. Inibita dalla mia cadenza lombardo-emiliana, lascio che sia Yoses e la sua parlata di Marghera a relazionarsi e io accenno qualche sorriso a fianco all’obbiettivo fotografico di Bianca che sembra attrarre una certa curiosità.
Maionese su maionese, il mio eden personale. Non per tutti ma per me è sì.
Costo del tramezzino 2 euro, almeno per i local.
Pasticceria Rosa Salva
Omar ci accoglie e ci fa sedere in uno dei tavolini più esterni, ma ci mette subito in guardia sulla cattiveria dei gabbiani, che a quanto pare sono nella fanbase più vorace dei tramezzini, almeno quanto me
Pasticceria Rosa Salva
Lasciamo il Milan Bar e andiamo verso qualcosa di completamente diverso, uno dei posti di punta dei tramezzini veneziani: Rosa Salva, una pasticceria elegante situata in mezzo al suggestivo campo dei santi Giovanni e Paolo di fronte all’ospedale omonimo aka uno dei miei edifici preferiti della città.
Qui ci affidiamo ai gusti di Omar, che ci accoglie e ci fa sedere in uno dei tavolini più esterni ma ci mette subito in guardia sulla cattiveria dei gabbiani, che a quanto pare sono nella fanbase più vorace dei tramezzini, almeno quanto me. Le leggende più hardcore dicono che rubino letteralmente il tramezzino dalla bocca degli sfortunati, con una particolare predilezione per i turisti. Giuro che io questo non l’ho ancora fatto.
Omar esagera e ci porta tre tramezzini: il primo col pane integrale al finocchio, porchetta e melanzane, il secondo con uova, acciughe e giardiniera e il terzo con l’insalata di pollo, il che ci dice che il ragazzo ha gusti più forti dei miei in quanto a tramezzi. Io noto con un certo dispiacere che a sto giro non sono bombati, e il seguito del tour mi insegnerà che c’è qualche eccezione che conferma la regola.
La delusione della forma non bombata
Il gusto è forte ma sembra ripagare la mia delusione estetica, a parte forse per il mio rapporto con la capricciosa nonostante la maionese, anche se qui si inizia già a percepire un piccolo cedimento dell’appetito. Per fortuna Yoses prima di lasciarci mi rassicura sulla tecnica veneziana per riaprire lo stomaco: un Campari fatto bene che “sgrassa”. Agli ordini.
Costo del tramezzino: 2,50 euro
Bar Filovia
Tramezzino Il Piccantino
Prendiamo la strada per altri lidi - ahah - quando scorgiamo proprio davanti a una delle stazioni principali dei vaporetti del centro una sorta di baretto della stazione in salsa veneta. La presenza principale al banco? A sorpresa i tramezzini. Io non posso stare lontana dai nonluoghi e siamo già lì a farci dare 2 euro di tramezzino specialità della casa, il piccantino, una salsa di varie cose fra cui carne imbevuta in un piccante notevole. Una panacea per me, ma non mi ha fatto capire del tutto cosa ci fosse dentro.
Compensiamo quindi con un uova e aragosta che ci cambia la vita.
Bar Rialto da Lollo
Arriviamo così al bar Rialto da Lollo, che non ho ancora capito se sia il Bar da Lollo in Rialto - essendo a pochi passi dal ponte rinomato - o il Bar Rialto da Lollo, il nome del titolare. Sicuramente è il posto che mette d’ accordo i local, i turisti occasionali e chiunque altro passi di lì e noi avevamo le aspettative alle stelle.
L’insostenibile leggerezza dei tramezzini di Lollo
La tipicità dei questi tramezzi è la loro struttura, che consiste in un complesso ripiego del pane, che qui non so definire meglio di “arrotolato”. Bianca e il suo obbiettivo si insinuano nella cucina in cui Lollo sta preparando i tramezzini per capire meglio.
Nonostante tutto quello che era già presente nel nostro stomaco, la vista di una cosa del genere fa riscattare qualcosa di simile a quello che ho provato in quel paio di colpi di fulmine della mia vita. E come faccio in quei casi, ho esagerato: tramezzino con porchetta, pere e gorgonzola, tramezzino prosciutto cotto, mela verde e Philadelphia e, sotto consiglio di qualche veneto esperto lì attorno, tramezzino con baccalà mantecato e carciofini.
Io mi trovo incredibilmente bene con tutti ma mi innamoro del primo, e vorrei rimanere lì per sempre con lui. Bianca riesce a portarmi via, non senza prendere da passeggio un manzo, rucola e salsa tartufata.
Bar alla Toletta
I tramezzini della Toletta sono decisamente i più bombati di questo tour, con un ripieno esorbitante e buonissimo.
Arriviamo da Alla Toletta che inizio ad avvertire quanto sia hardcore questo food tour; siamo già stati in cinque posti ma non posso mollare adesso. Decido quindi per la prima volta di optare su un tramezzino vegetariano e prendo un ricotta, noci, spinaci e mayonese.
Abbiamo imparato che non sempre vegetariano significa più leggero
I tramezzini di Alla Toletta sono decisamente i più bombati di questo tour, con un ripieno esorbitante e buonissimo. Il posto è elegante ma dietro al banco sono tutti come sempre estremamente cordiali e alla mano.
Io con il tramezzino e le mie occhiaie
Le mie occhiaie di stanchezza e lo stomaco che bussa iniziano ad essere fisionomicamente evidenti, nonostante i miei sforzi per nascondere entrambi.
Bar Ae Maravegie
Arranchiamo verso quella che doveva essere l’ultima tappa quando passiamo davanti a quello che Bianca si ricorda essere un posto speciale: Ae Maravegie, bar famoso per il suo tramezzino con uova e gamberetti a cui viene aggiunto sul momento limone e pepe.
L’eleganza del baretto si abbina perfettamente all’affabilità del gestore dietro al bancone, che mi fa la mossa commovente del tramezzino speciale, regalandomelo. Io non posso fare altro che mangiare questo splendore, che a sorpresa trova uno spazio entusiasta nel mio corpo. Buonissimo.
Birreria Forst
Arriviamo straziate fisicamente all’ultima tappa di questo food tour insano alla birreria Forst.
Qui il mood è completamente diverso: interno in legno da vera e propria birreria, più turisti che local che mangiano, tramezzini da 3 euro 3 40, a sorpresa quadrati, sotto a capresi e focacce varie.
Capiamo al volo di essere in un posto più turistico e apriamo lo stomaco per l’ultima fatica, affidandoci direttamente al bancone, che ci suggerisce - divisi a metà, opzione quotata - un porchetta, salsa di ricotta e senape e un manzo, peperonata e senape - quest’ultimo fortemente desiderato da Bianca. Insiste inoltre per provare il tramezzino speciale del posto, il magna e tasi, ripieno di carne e piccante. Memore del bar Filovia e della mia situazione del momento, tentenno, ma mi convinco nell’arco di qualche secondo. Il panino viene caricato di piccante davanti ai nostri occhi e io faccio finta di non sapere le conseguenze.
La verità è che nonostante la fatica, il tempo e la saturazione, ogni volta è sempre come la prima.
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