Nella settimana appena trascorsa: John McCain è morto, c’è stata una sparatoria in Florida, il Papa è stato accusato di aver coperto casi su casi di abusi, e due delle persone più vicine a Trump sono alle prese con la giustizia. Ma lunedì alla Casa Bianca Donald Trump sembrava impegnato con tutt’altro tipo di crisi: l’uso del vivavoce.
Il Presidente degli Stati Uniti aveva convocato stampa e funzionari nello Studio Ovale per assistere a una conversazione telefonica su nuove opportunità commerciali col presidente messicano Enrique Peña Nieto—ma per una manciata di secondi che è sembrata un’eternità, ha avuto una conversazione con se stesso. In una scena che siamo sicuri avrà visto protagonisti anche molti nonni, Trump non riesce a capire se Nieto è già in linea, studiando con l’espressione corrucciata un apparecchio che è in giro da più di cinquant’anni.
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Dopo che Trump annuncia che lui, “il presidente”, è al telefono senza ricevere cenni dall’altro capo, inizia a premere tasti apparentemente a caso. A un richiamo disperato—”Enrique?”—segue un cambiamento di atteggiamento: Trump è nervoso.
Mormora frasi come “lo mettiamo in comunicazione?” e “fatemi sapere quando siamo pronti” nel tentativo di risolvere il problema, cerca di ingannare il tempo coi reporter, e infine si arrende e chiede “un aiuto”. In tre secondi un tizio alza la cornetta, preme due tasti e mette Nieto in vivavoce.
Se il video e la descrizione non bastassero a dare un’idea del momento, c’è anche una trascrizione.
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