Il 4 settembre 2016 Madre Teresa è stata proclamata santa. In questo pezzo proponiamo una critica alla sua figura.
Madre Teresa di Calcutta è ricordata come una santa dei giorni nostri. E anche se effettivamente non è ancora una santa, quel momento sta arrivando. A ottobre del 2003, 300.000 persone accorsero in Vaticano per la sua beatificazione (il passo necessario verso la santità), e proprio in questi giorni la Congregazione dei Santi starebbe studiando il miracolo che, se confermato, permetterà al Papa di firmare il decreto per la canonizzazione.
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Prima di morire nel 1997, la suora si era guadagnata un ampio seguito grazie alle sue 517 missioni, molte delle quali a Calcutta, capitale dello stato indiano del Bengala Occidentale; ma—cosa certamente meno risaputa—per almeno due decenni Madre Teresa fu anche al centro di accuse di corruzione e incuria. Serge Larivée e Genevieve Chenard della University of Montreal, e Carole Sénéchal della University of Ottawa hanno pubblicato nel 2012 un rapporto su tutti i capi d’accusa pendenti su Madre Teresa. Partendo, per esempio, dal fatto che i medici che visitavano le sue missioni riferivano che un terzo dei pazienti “moriva senza ricevere le cure appropriate.”
Nello stesso studio si spiega che i dottori ritenevano che cibo, cure, e antidolorifici fossero spesso insufficienti, anche se Madre Teresa raccoglieva milioni di dollari. Secondo Slate Madre Teresa non era “amica dei poveri, quanto della povertà,” oltre che “dei peggiori tra i ricchi.” L’articolo cita i suoi contatti con personaggi poco raccomandabili—come i Duvalier di Haiti—che le avrebbero garantito un afflusso di denaro. Le condizioni delle missioni erano tali, in effetti, che una volta qualcuno le ha messe a paragone con le foto del “campo di concentramento di Bergen-Belsen.”
Quando le venivano mosse queste accuse, secondo Christopher Hitchens, Madre Teresa diceva, “C’è una bellezza nel povero che accetta il suo fardello, che lo affronta come la Passione di Cristo. Il mondo guadagna dalla loro sofferenza.”
Se c’era una cosa che le stava davvero a cuore, però, era la questione dell’aborto. Come riporta il New York Times Madre Teresa avrebbe usato il suo discorso di accettazione del premio Nobel per scagliarsi contro l’aborto—”il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa. […] Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccide re me? Nulla.”
Nel 1994 Teresa andò a Washington DC per tenere una conferenza al National Prayer Breakfast—l’allora presidente Bill Clinton e il vice presidente Al Gore erano tra il pubblico. Anche qui avrebbe insistito sul fatto che opporsi all’aborto fosse tanto importante quanto impedire che i bambini morissero di fame. “Molti si preoccupano per i bambini indiani, per i bambini africani che muoiono di fame… Molti sono anche preoccupati della violenza negli Stati Uniti. Sono giuste preoccupazioni. Ma spesso queste stesse persone non si preoccupano per i milioni di esseri umani uccisi per scelta dalle loro madri. È questo il più grande nemico della pace oggi.”
Quello stesso anno i giornalisti Christopher Hitchens e Tariq Ali hanno prodotto un documentario, Hell’s Angel, su Madre Teresa, in cui Hitchens la accusava di essere una “demagoga, oscurantista e schiava dei beni terreni” che preferiva denunciare l’aborto piuttosto che aiutare davvero i poveri. Secondo il Washington Post il film parla anche dell’amicizia della suora con Charles Keating, coinvolto nella crisi dei risparmi e dei prestiti degli anni Novanta, e con Jean-Claude Duvalier, il dittatore di Haiti noto per rapimenti e torture.
Nel 1995 esortò l’Irlanda a votare contro il divorzio, e l’anno successivo chiamò il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Bob Dole per ringraziarlo per aver aiutato a mettere al bando gli aborti tardivi. Quando portare il fiocco della lotta all’AIDS divenne una moda, cominciò a predicare delle vittime—anche se odiava i preservativi. Certo, nel suo operato Madre Teresa era in linea con le posizioni della Chiesa Cattolica. Avrebbe forse potuto esprimersi diversamente? Ma viste le sue contraddizioni, non sorprende nemmeno che lottasse contemporaneamente contro l’AIDS e contro i preservativi.