I messaggi bizzarri e arrapati che ricevo scrivendo di sesso su internet

Dopo aver passato tre settimane a rispondere alle mie Instagram stories—quelle in cui mangiavo fagioli a letto e facevo la scema coi cani degli altri—69freaqxx* ha deciso di prendere il toro per le corna e approfondire la sua strategia di ricerca di attenzioni, rischiando il tutto per tutto. In risposta alla foto di una rimpatriata universitaria, mi ha scritto in privato “Aggiungimi al tuo roster.” Era troppo, il desiderio lo distruggeva.

Dato che scrivo di sesso, pompini e del potenziale masturbatorio dei fidget spinner, molti uomini pensano che se mi contattano andrò a letto con loro, o almeno che gli farò una sega per dimostrare la mia buona volontà. Ogni giorno qualcuno mi twitta le sue fantasie o mi manda lunghe mail dettagliatissime sui propri problemi a letto, con il sottotesto che dato che sono così aperta sul sesso, sicuramente lo sarò anche a farlo o parlarne con loro.

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Non che mi disturbi più di tanto. Ho la pelle dura, e sono molto impegnata. Per esempio, in settimana ho messo in conto di scovare e buttare tutti i miei vecchi mascara. Ma le risposte ai miei pezzi non sono sempre sessuali. Vi ricordate di quella volta che un furbone ha spruzzato acqua in faccia a Tom Cruise con un microfono finto a un red carpet? Nel giro di cinque secondi, sulla faccia di Tom Cruise sono comparse tutte le sfumature dei sentimenti umani, incluse (ma non solo) sorpresa, confusione, ridarella, e rabbia. Molti ragazzi, cercando di processare il fatto che sono una sex writer, si trasformano in giovani Tom Cruise bagnati che passano attraverso tutte le emozioni.

La rabbia è il sentimento principale. Molti sembrano sentirsi minacciati o confusi dalla mia sessualità, e alcuni anche dalla mia ben nota avversione per il libertarismo.

Il messaggio che mi arriva più spesso è “usami per una delle tue rubriche ;)”—come se stessi solo aspettando che i lettori mettesse coraggiosamente a disposizione i loro piselli per scrivere un pezzo. Se non rispondo mi scrivono cose tipo, “Pensavo fossi una aperta!!”

Alla rimpatriata universitaria, un ex compagno di classe—un vero zarro—mi ha chiesto cosa combinavo. (Non ci vedevamo da allora e anche prima non ci frequentavamo.) Quando gli ho detto che scrivo di sesso, ha sgranato gli occhi (probabilmente anche il pisello, se ha senso come immagine). Non riusciva a processare l’informazione. Continuava a chiedermi, “Davvero?” In breve tempo dallo stupore è passato a “Vuoi scopare?” Ho rifiutato, ma è tornato alla carica. “Esci con me? Ti piace ballare? Ballroom?” Ho detto ancora di no, e mi sono allontanata. Lui si è sentito chiaramente sminuito—se scrivi di sesso dovresti essere pronta a scopare chiunque sia così gentile da chiedertelo, no?

Fortunatamente, molti messaggi non hanno seguito. La gente ci prova una volta e poi lascia perdere.

Poi ci sono i Bravi Ragazzi—quelli che sembrano sinceramente interessati a conoscermi, o almeno a dare prova del fatto che non mi stanno scrivendo solo per dare seguito a qualche elaborata fantasia psicosessuale. Un tizio su Facebook una volta mi ha chiesto quanti retweet erano necessari per uscire con me. Vive in Illinois e non ha nemmeno Twitter!

Uomini che vivono in posti in cui non andrei mai mi invitano fuori a bere. “La prossima volta che passi da Omaha…” Come se non facessi già abbastanza fatica ad andare fino al McDonald’s all’angolo per un gelato notturno.

A meno che il messaggio sia profondo o offra degli spunti per il mio lavoro, ho imparato che è meglio non rispondere, anche se idealmente potresti spillare soldi a un adolescente che si offre di pagarti per una tua risposta (vedi sopra). La verità è che tanti perdono la trebisonda quando rispondi in modo diverso da quello che vorrebbero. Proprio come offline!

Ma la cosa che mi piace meno non sono quelli che mi danno della troia, o mi mandano foto del pisello, o mi dicono che sono “troppo brutta anche per stuprarmi.” Se scrivessi di musica sarebbe lo stesso.

No, anzi, la cosa che mi piace meno sono quelli che mi ribaltano contro i miei articoli. Quando ho scritto un articolo sull’aver scritto “che fai?” a tutti i maschi che avevo in rubrica, mi sono arrivati almeno 50 messaggi in un pomeriggio da parte di ragazzi che dicevano “che fai?” come se fosse stata un’idea loro. (Invece era proprio un’idea mia.)

Ma una volta che cominci a scrivere di sesso su internet non puoi più tornare indietro, quindi questi messaggi non smetteranno di arrivarmi nemmeno dopo questo pezzo. Mi sono scavata la fossa. Per fortuna è una fossa piena di sex toy costosi. Una bella fossa.

*I nomi sono stati modificati.

Questo articolo è tratto da Broadly