Un paio di settimane fa, quando mi è arrivato l’invito di Adidas x Santeria x Milano Music Week imbustato, ho postato una story sul mio Instagram con scritto, “È vero?” e ci ho taggato @kingmarra e @beppesala. Mi ha risposto il sindaco laconico come tutta la generazione di genitori ignara che per trasmettere un messaggio nell’era dei social sia necessario anche convogliare in qualche modo la parte emotiva per evitare “l’effetto ‘k’”. “Si” [ sic], mi ha risposto.
Provo per Beppe Sala i mixed feelings di chi ha scoperto tra i primi il suo Instagram, si ricorda l’era Moratti, era al gay pride quando è salito sul palco, e si rende conto che Milano sia una gran bella bolla rispetto al governo di altre città italiane; ma ha celebrato il funerale di Macao fuori da palazzo Marino quando, a inizio ottobre, sembrava che lo sgombero fosse alle porte. Penso che nella classifica del reale si attesti sul podio. Per Marracash provo soprattutto un’invidia profonda perché riesce ad essere stiloso anche se indossa i gioielli e la tuta allo stesso tempo.
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Il fatto che un rapper intervistasse senza apparente motivo il primo cittadino sul “futuro di Milano” mi ha fatto esplodere il cervello—anche se non dovrebbe stupirmi, visto che l’amore e il disamore dei rapper per alcuni personaggi politici fa notizia ormai da un po’. Dunque sono andata e ho cercato di fare un riassunto delle cose più importanti che ho intercettato, e capire come saranno la prossima campagna elettorale e il prossimo disco di King Marra.
BEPPE SALA E MARRACASH HANNO GLI STESSI GUSTI IN FATTO DI RAP ANNI NOVANTA
Proprio all’inizio della serata Beppe Sala racconta il suo amore per il rap da “MC Hammer, Tupac, De La Soul” a “Nas, Illmatic”. A questo punto Marracash interviene: “No, è il mio disco preferito!”.
Sul rap contemporaneo invece i due non sono così d’accordo: a endorsarlo senza remore è Sala, a cui piace soprattutto “il ritmo”; mentre Marracash si mostra più dubbioso (“tante cose non piacciono nemmeno a me”). Il fatto che Sala ci tenga molto al futuro del rap italiano è reso evidente anche dall’insistenza con cui chiede a King Marra quando uscirà il suo prossimo disco. Ma Marra, conscio che la principale differenza tra lui e un politico, oltre al modo in cui tengono un microfono, stia nel fatto che lui può non rendere conto a nessuno, cassa la domanda senza fingere di rispondere.
QUANDO NON HAI UNA SOLUZIONE, DÌ CHE CI STAI PENSANDO
Non lo dico con fini polemici, anzi penso che sia un ottimo consiglio per la vita in generale: pensare. Sala sa che quelli in platea vogliono sapere principalmente due cose a) cosa succederà a Macao e b) se la sua posizione sui migranti è davvero questa. Dalla prima questione il sindaco esce con eleganza:
“È chiaro che sui luoghi della cultura e della musica… è un problema: tu sei il sindaco di tutti, sia di quelli che ti dicono devi fare rispettare le regole e i diritti, sia di quelli che ti dicono devi dare spazio a chi gestisce la socialità. […] Se tu pensi a Macao, partono da una situazione di illegalità ma svolgono una funzione importante. […] Il punto fondamentale è che bisogna offrire spazi.”
Riguardo alla seconda, non sono sicurissima di quale fosse il messaggio finale: Milano è una città aperta e accogliamo tutti e se si riesce a dare lavoro a tutti è una gran figata, ma…?
MARRACASH PENSA CHE LA NEW-NEW ECONOMY SIA DESTINATA A FALLIRE
Secondo King Marra non dovresti fare il freelance, soprattutto non lo YouTuber né lo stylist. Infatti questi non sono “dei veri e propri lavori”, creano precarietà e “non produci effettivamente niente.” King Marra invece fa il rapper, che è “un lavoro, e una sorta di economia la produco eccome.” Ma Beppe Sala sa che ci troviamo ormai nella Terza rivoluzione industriale, quella della sharing economy e del remoto e della connessione e della non-schiavitù a un luogo fisico, e alla fine conviene con Marracash che gli anni Ottanta sono finiti e l’idea di “progresso = soldi e crescita e scalata sociale” è un po’ vecchia scuola, dai.
E ORA QUALCHE CONSIGLIO IMMOBILIARE
Entrambi, fanno sapere, stanno cercando casa ma non la trovano. Ora, come sapete comprare casa in centro a Milano costa tantissimo (ma sarei comunque curiosa di sapere dove stanno cercando i due host della serata), e Beppe Sala sa che il futuro è la riqualificazione delle periferie: per questo, in risposta alle accuse di abbandono dei ‘quartieri’ (dove comunque succedono grandi avventure come questa) del suo interlocutore, butta lì che stanno cercando di rendere gratuito in alcuni casi il cambio di destinazione d’uso degli stabili ex industriali della Barona. Fatevi furbi: ascoltatelo.
Tra poco la Barona sarà un posto in cui varrà veramente la pena vivere, perché non solo già 10 anni fa potevi farci arrivare un elefante vivo per girare il tuo video musicale, ma a breve sembra che potrebbe aprire anche la “Scuola media statale Marracash”.
A parte questo contributo personale, Marracash ricorda al sindaco che “i soldi per le periferie li dovete fare voi, perché non li farà nessun altro”, Amen.
BISOGNEREBBE POTER DISTINGUERE UN RAPPER DA UN POLITICO
Stiamo parlando di social e Sala dice che “non fa mettere le mani a nessuno sul suo Instagram”. Poi con grande competenza su tempi comici e dinamiche della digital strategy chiede al pubblico di seguirlo perché i suoi follower sono tutti organici, “a differenza di altri politici” che probabilmente a breve si troveranno in mutande grazie alla ‘grande purga’ di contatti falsi di Instagram.
Poi molto giulivo—ci stavamo divertendo tutti, dai—racconta di quando ha fatto “un dissing” con Di Maio. È andata così: in merito alle chiusure domenicali degli esercizi Sala dichiara, “Non rompeteci le palle, fatele ad Avellino le chiusure.” Di Maio lo accusa di essere un piddino fighetto che non rispetta i diritti dei lavoratori e finisce così (con un milione e due di contatti su questo post, secondo il sindaco):
A questo punto, niente affatto divertito, Marracash gli fa il culo perché da un rapper si aspetta che porti la thug life e i beef sui social, ma da un politico no. Non vorrà mica finire come Salvini? Beppe e tutti noi ci afflosciamo sulle nostre sedute, sentendoci in colpa. Lo ripeto, al minuto 1:11:40 King Marra fa il culo a Beppe Sala.
NO SNITCH!
Sala “non è assolutamente contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere (e comunque ha tanti amici che bevono e si conciano peggio che con una canna) anzi in effetti potrebbe pure essere favorevole.” In cambio vuole che lasciamo perdere le droghe pesanti, o che almeno vengano fatte campagne per la consapevolezza nelle scuole.
Marracash si dimostra d’accordo, in particolare è preoccupato dalle nuove sostanze. “Ma che fa, glielo dice? No snitch!” si leva perentorio qualcuno dietro di me.
UNA COSA CHE VALE LA PENA RICORDARE
La dice in chiusura il sindaco, ma vale la pena ripeterlo anche qui: abbiamo 12 anni per fare qualcosa, poi il pianeta terra ci spazzerà via tutti, dal primo cittadino all’ultimo rapper.
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