Il 14 aprile a Milano si terrà Mattatoio68, un gioco di ruolo dal vivo che propone ai partecipanti di mettersi nei panni di un migrante in cerca d’asilo e affrontare le frontiere europee—o semplicemente La Frontiera, che per l’occasione sarà allestita a Macao, centro autogestito di riferimento della città.
Il gioco, che mentre scrivo è entrato nel mirino di alcune testate che non so dire se abbiano meno simpatia per i temi migratori o per i centri sociali (Il Giornale e Nazione Futura), nasce dalla collaborazione tra il collettivo di autori/casa di produzione Pugni, gli esperti di LARP (Live Action Role-Playing) Chaos League e Campo Teatrale la Fabbrica. La trama, si legge sul sito di Mattatoio68, “è liberamente ispirata alle distopie orwelliane nelle loro declinazioni più moderne (Brazil, 3%, Hunger Games) e, senza dubbio, alla realtà.”
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“È un’idea che ha cominciato a girarmi in testa più di un anno fa, che poi abbiamo buttato giù con Virginia [W. Ricci, l’altra metà di Pugni],” dice Laura Tonini, autrice e co-fondatrice di Pugni. “Abbiamo capito che la formula più giusta era quella del gioco perché ci interessava strutturare una riflessione sui migranti che non fosse didascalica e distaccata.” L’ambientazione di Mattatoio68 è quella di un futuro che sembra terribilmente incombente, in cui l’Europa è una federazione chiusa dalle frontiere quasi invalicabili.
Per creare un mondo realistico, in cui ciascun ‘migrante’ è dotato della sua storia e delle sue motivazioni, e dove le azioni dei singoli giocatori condizionano l’andamento del gioco di tutti, “abbiamo coinvolto i ragazzi di Chaos, che ci hanno aiutato e effettivamente insegnato questo tipo di scrittura, e insieme abbiamo sviluppato la storia per mesi finché alla milionesima riunione Skype con tutti gli interlocutori siamo riusciti a trovare una versione di questo ‘racconto partecipato’ che ci convincesse,” spiega Laura. “Tutti insieme abbiamo portato il progetto a Macao che ci ha sostenuto da subito, insieme a molte associazioni culturali operanti nell’area delle migrazioni.”
Anche il nome scelto, Mattatoio68, mira a creare un ribaltamento di piani in cui un posto sicuro reale, in una città sicura reale, diventa davvero una caserma per alcune ore: “Ci interessava creare un legame con il posto, con l’originario utilizzo dell’edificio di Macao, che non era proprio un macello ma ci si facevano le aste delle carni,” spiega Laura. “E 68 è ovviamente riferito al numero civico. Nel gioco, ‘Mattatoio68″ è il nome ufficioso di questa caserma.”
Se vi va di mettervi nei panni dell’altro, dunque, l’appuntamento è a sabato prossimo—compresi gli autori del Giornale: “Ci piacerebbe davvero invitare a giocare la giornalista che ha scritto il pezzo sui centri social che giocano al profugo,” dice Laura citando il titolo dell’articolo. “Vorremmo farle vedere che un’esperienza narrativa collettiva è qualcosa in più.”
Per partecipare a Mattatoio68 devi prenotarti sul sito di Chaos League, e leggere bene tutte le regole sulla pagina Facebook dedicata.