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Noisey

La mia prima volta al Berghain

La prima regola del Berghain è che non devi parlare del Berghain, e a quanto pare l’ho infranta.

Ci sono due tipi di persone che cliccheranno su questo articolo. I primi sono quelli che si sono istantaneamente incazzati con me perché ho osato scrivere dei segreti del Berghain. I secondi sono quelli che vogliono sapere come sono riuscita a entrarci. Amici del primo gruppo: non mi importa, odiatemi pure come odiate gli autori degli altri tremila articoli e post sul Berghain che potete comodamente trovare online. Per dare una risposta a voi del secondo gruppo: non ne ho davvero idea. A essere onesta, non esiste un modo scientifico per riuscire a entrare al Berghain. Ho letto consigli di tutti i tipi su come mi sarei dovuta presentare alla porta: alla moda, in total black, solo con il mio intimo. L'unica costante era il consiglio da rivista patinata per quarantenni alla fine degli articoli: "Sii te stessa!" Ad ogni modo, se siete dei veri raver o dei ragazzi gay tra i 20 e i 45 anni presi bene per il sadomaso, allora non vi sentirete soli in coda. Se, come me, non appartenete a queste due categorie, vi trovate di fronte a una scelta. Potete fare tutto il possibile per provare ad assomigliargli, o potete non provarci affatto. Io sono andata con la seconda. In ogni caso non vi divertirete poi tanto a fare finta di essere come loro, e verrete comunque fermati all'ingresso. I buttafuori a Berlino non sono dei babbi. Io mi sono vestita di nero, come mi vesto di solito, e sopra ho messo un giacchetto di jeans. E avevo solo un po' di mascara.

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