FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Quel quadro famoso poteva davvero "farlo meglio un bambino"?

Abbiamo chiesto ad alcuni bambini di riprodurre le opere di Rothko, Klee e gli altri, e poi li abbiamo fatti recensire da una critica d'arte.

Parlare d'arte è facile; sicuramente più facile che farla. "Sono tutte cazzate," mi dico dopo aver passato cinque minuti in un museo d'arte moderna. "Tutte cazzate. Che emozioni dovrebbe suscitarmi? Un tizio ha tirato un secchio di vernice su una tela e l'ha chiamata 'arte'. Che stronzata. La mia nipotina di quattro anni farebbe molto meglio."

Davvero? Ne sei sicuro?

Volevamo mettere alla prova questa notissima linea critica dell'arte moderna—che un bambino di quattro anni possa fare molto meglio, perciò abbiamo chiesto a un gruppo di bambini di rifare alcune famose opere d'arte, e poi abbiamo interpellato la critica d'arte Sarah Thacker per recensire i loro lavori.

Pubblicità

Mondrian, di Aiden, 4 anni. Originale: Composizione con piano rosso grande, giallo, nero, grigio e blu

"È una libera interpretazione di un Mondrian, in cui penso sia stata presa come opera di riferimento Composizione con piano rosso grande, giallo, nero, grigio e blu (1921), ma alcuni dei tuoi tratti, Aiden, sono così peculiari che dirlo con sicurezza è difficile. Di fatto, secondo i principi del De Stijl, Piet Mondrian utilizzava esclusivamente colori primari, organizzati in griglie orizzontali e verticali, anche se non si trattava mai di composizioni simmetriche. Con questo linguaggio molto semplice, Mondrian puntava a raggiungere una specie di equilibrio spirituale attraverso l'organizzazione degli elementi sulla tela—influenzato dal misticismo della teosofia, che puntava all'ordine universale.

Per questo, Aiden, la tua composizione—con le sue linee storte e i colori mescolati (anche se bisogna dire che hai usato solo il blu e il rosso per fare quella specie di viola, ma non hai messo nemmeno un accenno di verde, colore detestato da Mondrian)—risulterebbe blasfema ai seguaci della corrente del neoplasticismo. Eppure, a modo suo, il tuo lavoro ha uno strano fascino, meno pretenzioso e nell'insieme più umano di quelli di Piet."

Paul Klee, di Cleo, 3 anni. Originale: Senecio

"Klee notoriamente credeva che l'arte non dovesse imitare la natura, ma creare un universo a sé. Eppure, in Senecio, del 1992, ha ricreato un "signore anziano" con linee geometriche: un triangolo per un sopracciglio alzato, il collo composto da quadrati. Questo dà al lavoro un certo equilibrio e una certa calma, nonostante l'asimmetria degli occhi e della guancia dal lato del sopracciglio alzato.

Pubblicità

Io alzo il sopracciglio di fronte al tuo lavoro, Cleo, che non ha paura di mostrarsi caotico e iper-gestuale. Anche se hai tenuto in considerazione alcune delle linee verticali e alcune allusioni alla griglia del capo, qui siamo davanti a un completo rifacimento dell'opera. Grezzo, eppure non privo di carattere. Di fatto, con i tuoi colori così luminosi, hai donato nuova vita al vecchio signore ritratto."

Rothko, di Nora, tre anni. Originale: White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose)

"Rothko è famoso per le forme rettangolari 'che galleggiano' sulla tavola, allineate sull'asse verticale e minacciose. L'artista aveva dichiarato, 'Penso ai miei dipinti come a opere teatrali; le forme che appaiono sono gli attori…' Inoltre, pensava che la 'sensualità' fosse 'fondamentale per rappresentare il mondo concreto' e la tensione 'un desiderio trattenuto'. Così, la giustapposizione tra severità (nel disegno) e sensualità (nel colore) in White Center (1950) creano una dialettica di emozioni drammatiche.

Ma nel tuo lavoro, Nora, è la tua mano, e non le forme, ad affermarsi. Tuttavia hai catturato la palette di Rothko, anche se al posto del suo intenso pattern a blocchi di colore, hai ricreato la femminilità liquida e sensuale di una Helen Frankenthaler."

Miro, di India, cinque anni. Originale: Il sorriso delle ali in fiamme

"'Il sorriso delle ali in fiamme (1953) esemplifica perfettamente il gioioso, sinuoso surrealismo di Miro. È questa sottile linea che va persa nella tua composizione, molto più esplosiva. Comunque, India, hai reso accuratamente gli elementi visuali del lavoro e il loro rapporto con lo spazio—per esempio, quello svolazzo giallo che strizza l'occhio alle spalle della figura. Quello che nel tuo lavoro manca è lo sfondo grigio che aiuta i colori a risaltare, soprattutto il rosso, che nell'originale 'spara' dalla tela. Il grigio tempererebbe, come nell'originale, il blu che invece nella tua opera è centrale, soprattutto nella composizione a stella. E sì, la stella è per te un attore, l'hai resa un corpo che tende le braccia verso un amico, sorridendo."

Pubblicità

Pollock, di Bronwen, sei anni. Originale: Convergence

"Convergence è un'opera su scala monumentale, realizzata con la tecnica del dripping, in cui l'autore ha usato siringhe e bastoncini per far cadere dall'alto la pittura sulla tela, che chiamava 'l'arena'. Mi pare, Bronwen, che tu sia stata fedele al metodo di Pollock nell'applicare per primo il nero—anche se poi, a differenza di Pollock, ti sei affidata all'uso di un pennello, la cui evidenza ricorda al pubblico la tua mano, la tua autorialità, in conflitto con l'idea dell'originale di mettere in primo piano la dinamica tra casualità e controllo.

Inoltre, il fatto che tu abbia preferito la carta alla tela beige dà a tutto il tuo lavoro un feeling diverso: la pittura resta lucida, viva, mentre gli elementi della composizione di Pollock sono vellutati, rigidi. Privo dei detriti della vita quotidiana, il tuo lavoro sembra come dire un po' troppo più pulito di quello di Pollock, anche se c'è qualcosa di speciale nell'intimità della scala ridotta."

Dora Maar, di Eleri, otto anni. Originale: Ritratto di Pablo Picasso

"In questi ultimi anni c'è stato un vivace tentativo di riabilitare la figura di Maar, considerata in precedenza solo una musa di Picasso e del suo gruppo. Maar aveva studiato pittura ma era molto insicura delle sue capacità (anche a causa della sua posizione di amante del maestro, notoriamente un gran bullo), e aveva smesso di dipingere durante la sua frequentazione del gruppo, per dedicarsi a una piccola ma deliziosa serie di foto psichedeliche.

Nella tua interpretazione del Ritratto di Pablo Picasso, raro quadro dell'epoca, hai brillantemente riprodotto il dramma psicologico di Maar, che usa la tecnica cubista che le è stata imposta a forza. Nelle tue linee c'è un nervosismo luttuoso, evidentemente teso a minare le pennellate notoriamente bold e boriose di Picasso. Sicuramente il fatto che tu abbia reso dritte alcune linee curve della figura—per esempio lo zigomo—vuole rendere giustizia, come uno specchio, anche al volto affaticato di Maar, confinata in ospedale psichiatrico dopo la fine della storia con Piccasso. E dunque oserei dire che il tuo lavoro è un bellissimo omaggio, in toni sognanti, a Maar, Eleri."