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Un italiano è in carcere in UK per aver nascosto dei migranti su un carico di Maserati

L'uomo è in stato di fermo da oltre tre settimane: le autorità inglesi hanno impedito il rilascio su cauzione perché sostengono di possedere indizi inequivocabili contro di lui.
Foto di Frederick Paxton/VICE News

Un camionista italiano è stato arrestato a fine settembre con l'accusa di trasportare alcuni migranti attraverso la Manica, nascondendoli nel bagagliaio delle Maserati caricate sul rimorchio del suo automezzo.

La notizia è stata ripresa dalla stampa italiana solo nelle ultime ore: l'uomo, originario di Lari (Pisa), si trova in carcere da tre settimane, e le autorità inglesi gli hanno negato la possibilità di essere liberato su cauzione, ritenendo di possedere elementi inequivocabili contro di lui.

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"Continueremo a supportare la sua famiglia, che abbiamo messo in contatto con il ministero degli Esteri italiano," ha spiegato al Tirreno il sindaco di Cascina Terme Lari, Mirko Terreni. Il caso è già al vaglio delle autorità consolari italiane.

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Da mesi, sulla tratta che congiunge Francia e Regno Unito - tra Dover e Calais - la situazione continua a essere emergenziale. La cittadina francese, affacciata sul canale della Manica, ospita il porto dal cui partono i traghetti per il Regno Unito.

Nei pressi dell'area urbana, a oggi, sono assiepati circa 6.000 profughi, bloccati sulla costa francese a causa delle "difficoltà nell'entrare in Gran Bretagna"—come riferito dalla prefettura di Calais.

Non è la prima volta che dei migranti vengono trasportati illegalmente a bordo di Maserati: lo scorso maggio, nella contea del Surrey (Gran Bretagna), 10 persone - probabilmente di origine vietnamita - sono state ritrovate all'interno del bagagliaio delle autovetture, sospettate di essersi introdotte illegalmente nel paese.

Negli ultimi mesi, con l'acuirsi della crisi migratoria, non sono mancate situazioni analoghe che hanno coinvolto altri guidatori italiani.

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Sempre in settembre, un autista italiano di 52 anni diretto in Germania è stato fermato nei pressi di Budapest, mentre si trovava alla guida di un camion con 33 siriani a bordo. Alcuni di questi avrebbero poi riferito di aver pagato 300 euro per essere caricati: l'accusa della polizia ungherese, infatti, è stata quella di traffico di esseri umani. L'uomo ha sempre rigettato le accuse, sostenendo di aver semplicemente aiutato dei profughi bisognosi.

A fine agosto, un camion frigo condotto da un italiano, e con a bordo 27 profughi, è stato fermato nei pressi della stazione di servizio di Cobham, sempre nel Surrey. Sia i migranti che il conducente sono stati fermati con l'accusa di immigrazione clandestina. L'italiano è stato poi rilasciato. Pochi giorni prima, 71 migranti erano stati trovati morti in un tir abbandonato lungo l'autostrada vicino al confine fra Austria, Slovacchia e Ungheria.

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