"Ehi, hai un’immagine di quei cavalli che disegni? Mi è venuta in mente un’idea per una nuova serie animata che vorrei proporre. Dimmi cosa ne pensi: BoJack, il cavallo parlante depresso." Questo è il contenuto della mail che il 22 Marzo 2010 Raphael Bob-Waksberg mandò all’illustratrice Lisa Hanawalt.Tutto il resto è storia: i due amici di vecchia data iniziarono a creare il mondo di Hollywoo(d), realizzare i primi bozzetti dei personaggi antropomorfi, e a piazzare la loro serie animata per adulti su Netflix. La prima stagione uscì sulla piattaforma americana il 22 agosto 2014, in Italia arrivò il 22 ottobre 2015, e da allora sempre più persone hanno iniziato ad appassionarsi alle vicende di Bojack Horseman, la vecchia star della sitcom anni Novanta Horsin' Around e i suoi problemi di alcolismo e depressione.
Ora: un po’ tutti abbiamo notato che guardare Bojack Horsman è come fare una seduta dal proprio terapeauta, che il suo profilo Twitter è molto più interessante di altri, e che dalla quinta stagione la narrazione della serie sta prendendo una piega sempre più verticale.Ma a prescindere da ciò che è piuttosto autoevidente, quanto sappiamo davvero del “dietro le quinte” della serie?Per esempio: Sapevate che molti dei personaggi sono ispirati agli ex colleghi di teatro dei due creatori? Che Netflix ha realizzato un vero e proprio sito anni Novanta dedicato a Horsin' Around? O, ancora, avete mai notato che nella serie non esistono animali da compagnia?Tutte queste e molte altre curiosità sono state raccolte nel volume BoJack Horseman - The Art Before the Horse, la cui edizione italiana [BoJack Horsemaman —Tutto quello che avreste voluto sapere], a cura di Edizioni BD, è appena uscita. Nelle 254 pagine del volume, curato da Chris McDonnell—tramite bozzetti, fumetti preparatori, illustrazioni definitive e dichiarazioni di chi ha partecipato al progetto—vengono ripercorse tutte le fasi di sviluppo della serie: dalle prime idee fino alla chiusura della quarta stagione."Quando vedo BoJack, vedo tanta capacità di sperare. Vedo un mondo pieno di personaggi che soffrono tremendamente, ma che trovano comunque il modo di raccogliere il proprio carretto e andare avanti," si legge nel libro. È una dichiarazione di Raphael Bob-Waksberg, quel tizio che mandò l'email da cui tutto è partito.
