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Tecnologia

Chi è l'attivista che ha aperto il fuoco alla sede di YouTube in California

A quanto pare, la donna “odiava” YouTube per aver censurato i suoi canali.
Immagine: screenshot di un video pubblicato dalla sospettata su Facebook, in cui si lamenta di YouTube.

Questo martedì la polizia ha identificato Nasim Najafi Aghdam come la persona che ha aperto il fuoco e ferito tre persone al quartier generale di YouTube a San Bruno, in California, prima di uccidersi.

Stando al padre di Aghdam, Ismail, l’attivista vegana “odiava” YouTube per aver censurato i suoi canali.

L’uomo ha detto di aver avvertito la polizia martedì delle potenziali intenzioni della figlia e detto al Bay Area News Group che credeva che la figlia potesse recarsi alla sede di YouTube perché “arrabbiata” con l’azienda.

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Un portavoce del San Francisco General Hospital ha dichiarato martedì che, dei tre feriti, l’uomo di 36 anni verteva in stato critico, la donna di 32 anni in condizioni serie, mentre la donna di 27 anni era fuori pericolo.

La polizia non ha ancora confermato il motivo della sparatoria. Inizialmente, gli agenti hanno detto di stare indagando su un incidente “domestico,” ma hanno poi ritrattato.

“Al momento, non ci sono prove che l’aggressore conoscesse le vittime o che queste fossero state prese di mira in modo specifico,” ha fatto sapere il Dipartimento di Polizia di San Bruno in una dichiarazione alla stampa martedì.

La rabbia di Aghdam verso YouTube traspare in modo evidente dal suo sito, dove ha scritto che il suo canale Farsi sarebbe stato censurato nel 2016 da “impiegati di YouTube bigotti,” che “hanno cominciato a filtrare i miei video per ridurre le visualizzazioni, soffocarmi e scoraggiarmi dal produrre altri video.”

Sosteneva che, nonostante i suoi video superassero le 300.000 visualizzazioni, venisse pagata solo 10 centesimi di dollaro per ognuna.

“Non esiste la libertà di espressione nel mondo reale e sarai zittito se racconti una verità che non è sostenuta dal sistema,” ha scritto Aghdam. “I video di determinati utenti vengono filtrati e relegati in un angolo, così che sia più difficile per le persone vederli. L’opportunità di crescere non è equa su YOUTUBE o su qualsiasi altro sito di condivisione video, il tuo canale crescerà solo se lo vogliono loro.”

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Aghdam ha anche pubblicato un video su Facebook a febbraio in cui criticava YouTube per de-monetizzare i suoi canali.

In seguito alla sparatoria, il padre di Aghdam ha detto di aver denunciato la scomparsa della figlia lunedì, dopo due giorni che la donna non rispondeva al telefono. Alle 2 del mattino di martedì ha ricevuto una chiamata dalla polizia di Mountain View, che diceva di aver trovato la figlia addormentata nella sua macchina. La polizia ha confermato di aver trovato Aghdam nella macchina, ma non ha commentato il fatto di aver ricevuto un avviso sulle sue possibili intenzioni.

Quando il fratello di Nasim, Shahran Aghdam, ha saputo che la sorella si trovava a Mountain View, ha controllato online e scoperto che era vicina alla sede principale di YouTube.

La famiglia ha detto di non aver idea di dove Aghdam si sia procurata la pistola che ha usato. “Forse l’ha comprata,” ha detto il padre.

Nasim si è trasferita dall’Iran alla California nel 1996 con la famiglia, con cui ha convissuto a Menifee, a metà strada tra Los Angeles e San Diego. Il fratello ha detto però che, di recente, Aghdam viveva con la nonna, a San Diego.

Fin da giovane, Aghdam era un’attivista e amante degli animali. Il padre ha detto che non uccideva neppure le formiche che infestavano la loro casa, ma usava fogli di carta per riportarle in giardino.

Ha fondato un’opera pia chiamata Peace Thunder Inc., con lo scopo di “sensibilizzare le persone sulla violenza contro gli animali e l’inquinamento ambientale,” tra le altre cause.

“Per me, gli animali hanno gli stessi diritti dell’uomo,” ha detto Aghdam al San Diego Union-Tribune durante una protesta di People for the Ethical Treatment of Animals nel 2009, fuori Camp Pendleton.

Faceva un prolifico uso dei social media, con molteplici canali YouTube, oltre a pagine Facebook e profili Instagram — tutti offline da martedì sera. Ad ogni modo, un canale sulla app di messaggistica criptata Telegram resta ancora online, e, al momento, conta più di 5.000 follower.

Sui suoi vari canali, Aghdam postava una miscellanea di video, con contenuti che spaziavano da strani esercizi fisici, dimostrazioni di cucina vegana e immagini esplicite di abuso su animali.

Questo articolo è apparso originariamente su VICE News US