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I ragazzi di Biella che vogliono far innamorare gli italiani dell’idromele

Meadlight idromele italiano

Inizialmente il nostro era un classico idromele, secco, pieno di profumi, miele e lievitati. Poi ci siamo imposti l’obiettivo di creare una bevanda adatta a un pubblico più vasto, discostandoci dall’idea dell’idromele più comune

Era febbraio 2020 quando su Instagram mi compare per la prima volta un suggerimento della pagina Meadlight. Incuriosita scrollo il profilo, leggo qualche informazione in più sul loro sito e in un attimo mi ritrovo a fare ricerche approfondite sull’idromele, che non è altro che una bevanda fermentata fatta di miele e acqua.

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Meadlight è un brand nato nel 2014 che si occupa della produzione e della vendita dell’idromele “Principio”, una bevanda lievemente alcolica – 6,5 gradi – derivata dalla fermentazione di sei mieli diversi.

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Foto per gentile concessione degli intervistati

Decido di contattare i ragazzi che hanno dato vita a questo progetto, Luca Rosa e Nick Ranghino, per conoscerli meglio e addentrarmi nella loro realtà. Anzitutto, essendo in pieno periodo di quarantena, inizio assaggiando il loro Idromele: intorno a fino maggio 2020 mi arrivano a casa due bottigliette di vetro, con un’ape stilizzata sull’etichetta; ricordo di averle stappate pochi giorni dopo, durante un bellissimo tramonto vista mare.

Non sapevo bene cosa aspettarmi ma sicuramente all’inizio c’era dello scetticismo: sono abituata a bere unicamente vino, birra, qualche cocktail o amaro, l’idromele non lo avevo neanche mai assaggiato. Eppure, nonostante io non sia una fanatica delle bevande dolci, ho dovuto ricredermi e apprezzare quella che si è rivelata una gran bella scoperta. Un gusto semplice, fresco e zuccherino smorzato però dalle bollicine e da una leggerissima nota alcolica – quasi impercettibile. Mi piace. Me lo gusto e quasi mi ci affeziono. Penso a tutte le situazioni in cui può essere consumato, e inizio a rendermi conto che tra le mani ho un prodotto decisamente interessante.  

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Passa un anno e mezzo e, finalmente, a fine agosto del 2021 vado a trovare Nick e Luca a Benna, in provincia di Biella. Ad accogliermi c’è Nick che mi racconta subito l’inizio della loro attività: “L’idea è nata dopo un viaggio a Praga in cui abbiamo assaggiato un idromele classico. Una volta tornati, diciassettenni, abbiamo cominciato a riprodurlo migliorando e affinando sempre di più le nostre tecniche di fermentazione. Dopo svariate prove abbiamo capito che la via migliore da percorrere era quella della semi-fermentazione, che consiste nel non far trasformare tutto lo zucchero del mosto; in poche parole ferma il processo di fermentazione in un determinato momento, in base al risultato che si vuole raggiungere. Inizialmente il nostro era un classico idromele, secco, pieno di profumi, miele e lievitati. Poi, verso il terzo anno, abbiamo deciso di cambiare qualcosa e ci siamo imposti l’obiettivo di creare una bevanda adatta a un pubblico più vasto, discostandoci dall’idea dell’idromele più comune. Abbiamo così iniziato a contattare esperti di miele ed enologi professionisti per capire come portare questa bevanda ad un livello più alto.”

Principio ha alla base pochi, semplici, ingredienti. Un blend di sei mieli diversi: Miele di Acacia, Millefiori dei Carpazi, Miele di Manuka, Miele di Melata, Fiori d’Autunno, Miele di Castagno. Il lievito e, ovviamente, l’acqua, ingrediente fondamentale per la riuscita del prodotto. Nick mi fa vedere il processo di produzione di Meadlight, ovvero come vengono assemblati i vari ingredienti. Me lo mostra con piccole dosi, anzi una vera e propria ricetta per rifarlo a casa. I passaggi sono semplici ma fondamentali: è importante la precisione, le dosi, i tempi e la pazienza.

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La prima versione di Principio. Foto dell’autrice
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Foto dell’autrice

Passeggiamo all’interno di questo grande magazzino, solo poco tempo fa sono riusciti a espandersi e ad acquistare nuovi macchinari per rendere la mole di lavoro più gestibile. Mi mostra tutto quello che c’è dietro alla produzione, per poi arrivare a una grande scatola, costruita da loro, che testimonia i loro primi tentativi ed esperimenti. Dei pannelli di legno con dentro la coibentazione dei muri di casa della nonna di Nick, il motore di un frigo e uno di una stufetta da bagno. “Serve per fermentare in temperatura controllata: non avevamo i soldi per comprare un’autoclave, quindi ce la siamo costruita da soli.” 

Nella fermentazione la temperatura è essenziale: se scende di 5 gradi – rispetto ai canonici 27/30 °C- il processo si blocca. Serviva quindi un posto dove la temperatura si mantenesse stabile e anziché comprare un macchinario a 10.000 euro, ne hanno spesi 250 in due e hanno realizzato questo scatolone “che ha più o meno la stessa funzione- certo un po’ meno stabile, ma non avevamo molta scelta.” Mi dice sorridendo Nick. “Praticamente attacchi la presa, c’è una sonda che finisce nella scatola e va dentro a una bottiglia che simula la temperatura della vasca: in base alla temperatura che c’è, dopo aver impostato un delta, parte o la stufa o il frigo per alzare o abbassare la temperatura, e così fermenti a temperatura controllata.”

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Foto dell’autrice

La storia di questa scatola homemade racchiude tutta la determinazione e dedizione di Nick e Luca nel realizzare il loro idromele e di come certe problematiche basta solo saperle aggirare. 

Oggi i due soci, insieme a Meadlight Principio portano avanti anche un secondo progetto nato nel 2020: Bubble, un servizio che viene definito dagli stessi come un brand parallelo, a sé stante da Meadlight, che si occupa di consulenza e produzione di bevande. Un servizio di realizzazione del prodotto, dall’ideazione fino alla distribuzione. “In pratica se hai in mente un prodotto (alcolico e non) che ti piacerebbe creare o vendere, noi te lo produciamo e ti forniamo anche una consulenza personalizzata” mi dice Luca.

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Mi dicono entrambi come non sia facile comunicare il loro prodotto in Italia: “Una delle più grandi difficoltà è comunicare Principio. In Italia è difficilissimo far conoscere e apprezzare (nella bevuta liscia) prodotti diversi da birra e vino, che sono eradicati nella nostra cultura. Tuttavia crediamo che, tramite un lavoro lungo e faticoso di comunicazione, ci potrà essere spazio anche per ii fermentati alternativi. Vogliamo diventare il brand di riferimento in Italia per la produzione di idromele di qualità” conclude Nick. “Mi emoziono sempre quando nei locali passo da cliente inosservato e vedo il mio prodotto che viene bevuto.”

Il progetto è bello, loro sono determinati e Principio è buono; una bevanda adatta per farci dei cocktail o da bere liscio durante un aperitivo, quando si ha voglia di una bollicina diversa dal solito e più leggera.

Poi perché no, anche durante un pranzo, alla fine di un barbecue o mentre si guarda un film; io me lo sono bevuto proprio ora, mentre scrivevo questo pezzo.

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