Meet the Nieratkos – Chi è il vero gangsta?

Una delle critiche che mi fanno più spesso riguardo a Vice è che la rivista è cambiata con il passare degli anni. Mi dicono che ha perso qualcosa rispetto ai primi tempi, però poi quando gli chiedo di entrare nello specifico vanno in difficoltà e non sanno che dirmi. Ve lo dico io quale potrebbe essere il problema: Vice è a corto di hip-hop. Ma allora vi state dimenticando di me!

Quando era ancora in fasce, Vice organizzava un sacco di concerti hip-hop. Aveva anche un purista dell’hip-hop nel suo staff, la persona a cui tutti si rivolgevano per qualunque dubbio riguardante il tema rap e cultura nera: UN BIANCO, FRANCO-CANADESE. Si chiamava Dave One e per quanto odiassi tutti i suoi tre caratteri distintivi (la bianchezza, la francesità e la canadesità) mi piaceva sapere che qualcuno sorvegliava sui contenuti hip-hop di Vice, qualcuno che avesse un’opinione. Però a un certo punto è sparito. Dove? Chi lo sa? Magari è a farsi una lampada, o a comprare una baguette, o a cavalcare un’alce come richiederebbero le sue origini (magari sta facendo tutte e tre le cose contemporaneamente: si fa una lampada a dorso di alce mentre mangia una baguette)

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Senza Dave One Vice è diventato più bianco di un corteo del Klu Klux Klan. Tranne me; l’unico nero a scrivere su Vice (mia mamma ha un cugino che ha un fratello che ha un amico che ha un vicino di casa in Portogallo che è di colore. Quindi sono nero per 1/8.)

Credeteci o no, ho appena iniziato la mia carriera di giornalista hip hop. Se andate indietro con la memoria, il mio primo incarico per Vice fu un’intervista con Midori, una pornostar di colore che era sorella di Jody Watley e stava per lanciarsi nel mondo della musica. (Diciamo solo che non è andata bene.) Prima di lei, ho intervistato tutti quelli più importanti della scena hip-hop dal 1995 al 2000. Sono il responsabile della scoperta di Big Pun (quando ho aperto la busta della casa discografica con il disco da recensire).

La prova più evidente di tutte è che Ghostface Killa dei Wu Tang è mio padre adottivo (io ho adottato lui, non il contrario). Gli ho anche dedicato il mio libro, Skinema.

E il giorno del mio matrimonio, il giorno più sacro di tutti, quando ho potuto scegliere una qualunque canzone del repertorio mondiale per ballarla con mia mamma, ho scelto “All That I Got is You”. Sono sicuro che neanche Nas sarebbe stato così sfrontato, e allora… chi è il vero gangsta?

Pensateci quando leggerete le pagine sbiancate di Vice. Ci tengo di brutto ai miei fratelli niggaz.

Un mattarello ci lega.

(La mia amica Dalila, moglie di Matt [capomarketing di Chrome Bags] Sharkey, ha cucito questa fantastica coperta con Nonno Ghostface per Chris II. È la bionda stupenda nella foto. Grazie, D.)

CHRIS NIERATKO

(per altre cazzate andate su chrisnieratko.com o NJSkateshop)