È una giornata di lavoro noiosa, così decidete di chiamare uno dei vostri amici. Un discorso tira l’altro e vi ritrovate immersi in un loop di argomenti ai limiti del legale e teorie cospirazioniste semiserie. Alla fine uno di voi per scherzare dice: ”La NSA ti ha appena segnalato, bello.” Certo, vi viene da ridere ma, allo stesso tempo, una parte di voi non può fare a meno di chiedersi: non è che magari ci stanno ascoltando per davvero?
Se vi è capitata un’esperienza del genere, non siete i soli. Internet è pieno di una serie apparentemente infinita di meme incentrati sull’ansia collettiva della sorveglianza di massa.
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”Questi scherzi sono il riflesso di un’ansia generale di fondo riguardo la sorveglianza,” ha spiegato Motherboard al telefono Parker Higgins, direttore dei progetti speciali presso la Freedom of the Press Foundation.
Higgins è stato un sostenitore della privacy digitale per anni e ha detto che, nonostante che aziende tech e giganti del settore affermino che la privacy è morta, la persona media la richiede ancora.
”Le persone hanno un’ottima comprensione della privacy a livello intuitivo,” ha aggiunto Higgins. ”Questi meme sulla sorveglianza ti ricordano che le persone se ne preoccupano veramente.”
E mentre alcuni criticano le giovani generazioni per le loro cattive abitudini in materia di privacy e la loro ambivalenza verso la sorveglianza, i dati suggeriscono il contrario.
Secondo un Pew Research Study, fino al 86 per cento degli utenti di internet hanno adottato delle misure di sicurezza per proteggere la loro attività online. La stessa indagine ha evidenziato come i giovani tra i 18 e i 29 anni hanno maggiori probabilità degli adulti di prestare attenzione ai problemi della privacy. Inoltre, è più probabile che abbiano ceduto dati personali in passato.
I leak del 2013 di Edward Snowden hanno rivelato al mondo i programmi di sorveglianza di massa dell’NSA e, anni dopo, ne siamo ancora consapevoli.
Il fondatore di CryptoHarlem, Matthew Mitchell, conosce la realtà della sorveglianza governativa meglio di molti altri. Ogni mese organizza degli incontri per educare i residenti di Harlem, a New York, sulle pratiche di privacy e su come evitare la sorveglianza locale. I membri della sua comunità sperimentano quotidianamente la sorveglianza locale.
Al telefono con Motherboard, Mitchell ha spiegato che crede che questi meme sono controproducenti.
”Ci si scherza sopra perché non si vuole credere che sia vero,” ha detto Mitchell.
Di base, Mitchell considera questi meme come un sottoprodotto della paura e del senso di impotenza da parte degli utenti nei confronti della sorveglianza governativa.
”La paura fa venire voglia di arrendersi,” ha aggiunto.
Al posto di pubblicare meme, Mitchell vuole rendere le persone consapevoli dell’influenza così estesa della sorveglianza nella loro vita e che prenda iniziativa per insegnare agli altri come proteggersi.
I recenti scandali che toccano Facebook e Cambridge Analytica stanno facendo tornare in voga le richieste di privacy da parte degli utenti di internet. I prosssimi meme sulla sorveglianza potrebbero non essere più rivolti all’NSA o all’FBI, ma a Google e Facebook.
E questa nuova attenzione rivolta verso le imprese può essere una buona cosa, secondo Mitchell, convinto che la raccolta di massa dei dati personali da parte di aziende del calibro di Facebook e Google presenta dei pericoli più realistici per la persona media dal punto di vista della sorveglianza. Inoltre, è anche convinto che le persone siano più propense a prendere iniziativa contro le imprese.
”La gente è meno disfattista quanto si tratta di contestare aziende private di quanto non lo sia con i governi,” ha aggiunto Mitchell.
Higgins ha detto che, in entrambi i casi, la gente sta chiedendo opzioni di privacy più efficaci.
“There is a sense that these concepts are at odds—whether they be governments or big companies—and that you have to pick a model, but people value their sense of control and autonomy over their data and people ultimately understand there are a lot of threats to that.” he said. “You can squabble over the specifics but the memes reflect a general underlying anxiety.”
”C’è la sensazione che questi concetti siano in contrasto — che si tratti di governi o grandi aziende — e che si debba scegliere un modello, ma gli utenti apprezzano il senso di poter controllare i loro dati in modo autonomo e capisce anche che ci sono molte minacce in tal senso.” disse. ”Si può anche discutere dei casi particolari, ma i meme riflettono una paura condivisa di fondo.”