Sono diventata cittadina di Bitnation, la nazione virtuale di Bitcoin
Dirk von Heinrichshorst. Foto: Nikolaos Symeonidis

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Tecnologia

Sono diventata cittadina di Bitnation, la nazione virtuale di Bitcoin

L'iter è stato tutt'altro che eccitante, ma l'idea alla base potrebbe funzionare.

Virtuale. Decentralizzata. Volontaria. Senza confini.

Questa è Bitnation, una piattaforma di servizi governativi fondata sulla blockchain. Non esiste niente del genere, eccetto, sorprendentemente, l'Antartide.

"Attualmente questo è l'unico posto al mondo a non essere coperto da una giurisdizione nazionale o statale" mi dice schiettamente Susanne Tarkowski Tempelhof, fondatrice della piattaforma, mentre si accende una sigaretta.

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Non mi va tanto di trasferirmi in Antartide. Sono franco-statunitense, doppia cittadinanza in due delle nazioni più potenti al mondo. Vivo e lavoro tra la Tunisia e la Germania. Le mie tasse, la mia assicurazione e la mia vita sono sparse su tre continenti. Mi godo un grado più alto di libertà di movimento, di parola, di educazione e occupazione rispetto alla maggioranza. I miei diritti fondamentali sono al sicuro e i miei rapporti con la burocrazia statale sono stati per la maggior parte indolori. Ho un accesso a internet quasi costante.

Nonostante questo, o forse proprio per questo, ho fatto domanda per la cittadinanza su Bitnation. Quando mio padre diventò cittadino statunitense memorizzò intere parti della costituzione e il giorno della cerimonia per la sua naturalizzazione indossava un abito elegante. Io, invece, ho cliccato pigra sul sito di Bitnation mentre stavo in pigiama, prendendomi qualche pausa solo per pensare a un alias da usare oltre al mio nome di battesimo.

Ho ricevuto una mail di congratulazioni: Benvenuta su BITNATION!

L'iter è stato davvero poco eccitante, direi deludente.

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Non vedevo l'ora di avere qualche prova tangibile della mia nuova cittadinanza. Parte del fascino di Bitnation deriva dal fatto che opera parzialmente proprio nello spazio fisico, con 25 ambasciate e consolati in tutto il mondo. Chiunque può iscriversi online per diventare ambasciatore e aprire un'ambasciata.

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A qualche ora da Berlino, ho fatto visita a Dirk von Heinrichshorst. Quattro anni fa si è trasferito con la sua famiglia nella campagna tedesca in un isolato castello gestito come bed and breakfast. Motivato dall'altruismo e dall'affinità con gli ideali di Bitnation Dirk è diventato un ambasciatore e l'anno scorso ha registrato Schloss Heinrichshorst come ambasciata.

Inside Schloss Heinrichshorst. Foto: Nikolaos Symeonidis

Vestito in maglia e gilè viola, con dei baffi ben pettinati a manubrio che arrivano fino agli angoli degli occhi. Von Heinrichshorst mi introduce in una grande stanza decorata come una reception steampunk. Della musica ambient svedese viene fuori dalle casse e mi viene offerto un bicchiere d'acqua frizzante. Von Heinrichshorst è un ex ingegnere informatico originario del Belgio, parla piano, misurando ogni parola con attenzione.

"Sono contro i confini" mi dice. "Quei confini sono il risultato di secoli di guerre, dolore e sofferenza".

La Schloss Heinrichshorst ha adottato molte procedure Bitnation—gli ospiti possono pagare il soggiorno in criptovaluta, sul sito web si può prenotare per matrimoni e cerimonie pagabili in Bitcoin e l'ambasciata l'anno scorso ha accolto una dozzina di "nomadi digitali". Von Heinrichshorst è diventato ambasciatore per "aiutare gli altri in qualche modo".

Per ora i servizi sulla piattaforma sono limitati e l'interesse è insignificante. Comunque la filosofia Bitnation mira a "un'offerta di servizi de-facto" perché in mancanza del riconoscimento da parte di altri stati o nazioni non esiste giurisdizione legale. Le ambasciate Bitnation quindi sono limitate ai servizi che possono offrire. Un richiedente asilo in teoria potrebbe soggiornare alla Schloss Heinrichshorst, ma la protezione internazionale non sarebbe garantita. Si è ancora in una fase sperimentale, per ora solo una coppia ha fatto richiesta attraverso la loro piattaforma online per potersi sposare.

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Mentre von Heinrichshorst dice che supporterebbe la crescita illimitata di nazioni e stati virtuali spontanei, cosa che corrisponde alla sua visione del mondo, è invece cautamente ottimista sulla fattibilità di un'implementazione di Bitnation su scala mondiale.

Lascio la Schloss Heinrichshorst ancora più confusa sulla Bitnation. Qual è il punto, esattamente? A chi serve? È una soluzione possibile per affrontare la disuguaglianza o solo un'idea stramba e passeggera per creare dibattito?

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Bitnation conta circa 4000 cittadini sparsi intorno al mondo, anche se la maggior parte sono in Europa, compresi i suoi portavoce. La piattaforma sta guadagnando attenzioni in un periodo in cui le crepe del modello statale diventano sempre più evidenti. L'Europa, terra natia della Pace di Vestfalia e dell'emergere della sovranità giurisdizionale per come la conosciamo oggi, appare afflitta da un'ascesa del nazionalismo di destra, oltre che dalla crisi economica, dall'afflusso di rifugiati e dalla Brexit.

Bitnation è la soluzione?

"Per via della #Brexit sono diventata una cittadina di @MyBitNation. Ha un enorme potenziale e sta guadagnando importanza. #BlockchainsnotBorders," Ha twittato @Memset_Kate il giorno dopo la vittoria del Sì al referendum per l'uscita del Regno Unito dalla UE.

In the wake of #Brexit I have become a citizen of @MyBitNation. It has huge potential and is gaining momentum. #BlockchainsNotBorders
— Kate Craig-Wood (@Memset_Kate) June 24, 2016

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Attraverso altri programmi specifici, Bitnation è stata capace di sottolineare inadeguatezze peculiari del modello statale europeo. La piattaforma Refugee Emergency Response, per esempio, offre documenti d'identità digitali d'emergenza e carte di credito Bitcoin per coloro che scappano da paesi in guerra e sbarcano sulle coste europee.

"Non abbiamo bisogno di migliorare stati e nazioni già esistenti, dobbiamo provare a farne a meno"

Visto che a molti rifugiati vengono confiscati i documenti durante la fuga, la tecnologia blockchain potrebbe aiutare coloro i quali non possono dimostrare il proprio status legale; e le carte di debito possono fornire molti dei fondi necessari alle famiglie. Mentre il Parlamento Europeo votava per un approccio neutrale alla regolazione della blockchain, l'utilizzo di questa tecnologia variava nel vecchio continente e in Grecia, punto d'approdo per molti rifugiati siriani, iracheni e afghani arrivati via mare, non esisteva nessuna legislazione specifica sul Bitcoin.

Ancora in fase pre-beta (e pre-alfa) Bitnation vede negli individui provenienti da mercati emergenti la sua clientela di riferimento. La dottoressa Jennifer Jackson-Preece, professore associato di nazionalismo alla School of Economics di Londra, mi ha detto che gli stati dell'UE "offrono ai cittadini più o meno quello che l'ideale liberale dice che dovrebbero offrire… Il valore [di Bitnation] sarebbe aggiunto per questi stati che, per varie ragioni, non sono capaci di offrire alla gente le sicurezze, e il benessere, che noi [europei] diamo come scontato".

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Ma Bitnation non è davvero interessata a questa aggiunta di valore.

"Non abbiamo bisogno di migliorare stati e nazioni già esistenti, dobbiamo provare a farne a meno" mi ha detto via Skype Tarkowski Tempelhof. Mentre le parlo riesco a vedere dalla sua finestra i tetti spioventi di Amsterdam.

Dettagli architettonici del centro di Berlino. Foto: Nikolaos Symeonidis

L'obiettivo finale di Bitnation è la possibilità di avere nazioni virtuali che rimpiazzino il modello statale tradizionale smantellando di conseguenza l'esistenza dei confini e creando, in ultima istanza, un mondo politicamente nuovo. Sotto la costituzione della Nazione Volontaria Decentralizzata e senza Confini (NVDC), chiunque può fondare una nazione basata sui propri principi, culture o tradizioni, e gli stati si completerebbero a vicenda offrendo ai cittadini il miglior prezzo e la miglior qualità per i loro servizi.

I sostenitori di Bitnation credono che gli umani, nati arbitrariamente tra dei confini, siano "prigionieri geografici" che non possono scegliere il proprio governo o servizio. "Siamo hardcore sulla libertà di scegliere da parte delle persone", dice Tarkowski Tempelhof.

La convinzione che ogni essere umano definirebbe la totale libertà come una scelta individuale è una posizione complicata da sostenere. Tutto sommato siamo creature sociali con una tendenza a organizzarci e prendere decisioni comuni, come anche a delegare compiti e assumere ruoli sociali.

"La Bitnation di oggi ha grossi limiti, ma potrebbe crescere e diventare ben altro"

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È una visione motivata da filosofie cripto-libertarie estreme quella che si fonda sulla necessità di una connessione internet (quando solo il 40% del mondo ha usato internet) e trova affinità con i pensatori occidentali del diciassettesimo secolo. Ma la nozione di libertà è diversa tra culture e religioni.

"Molti libertari… pensano che il mero fatto di essere "liberi" renda capaci e autorevoli" dice Brett Scott, autore e ricercatore indipendente che ha scritto della tecnologia blockchain per l'Istituto di Ricerca per lo Sviluppo Sociale delle Nazioni Unite. "È tutto fondato su queste nozioni di libertà negativa, che è come dire: finché nessuno di ferma, è tutto ok. Ma non è così che funziona la società".

I sostenitori di Bitnation hanno sottolineato spesso che la libertà di scelta non deve significare un'idea di collettivismo opposta a quella di individualismo. Nessuno è obbligato a usare Bitnation, insiste Tarkowski Tempelhof, al contrario è una questione di scegliere consciamente se farne parte o meno.

Ma "il solo non avere qualcuno che ti ferma non equivale a essere politicamente responsabili e soddisfatti" mi dice Scott. "Per fare questo passo occorre avere i propri bisogni autenticamente soddisfatti e poter godere di strutture di supporto che permettano di vivere la vita a pieno, oltre alla flessibilità di queste stesse strutture in modo che garantiscano di poter esprimere la propria individualità".

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A volte, le ambizioni della Bitnation sembrano cieche e idealiste rispetto a come il mondo funziona davvero. Libertà totale, libera scelta e uguaglianza attraverso una piattaforma online decentralizzata e auto-organizzata? Come dovrebbe succedere? Chi lascerebbe accadere davvero una cosa del genere su scala globale?

"La Bitnation di oggi ha grossi limiti, ma potrebbe crescere e diventare ben altro" mi dice Vinay Gupta mentre è circondato da schermi nel suo appartamento londinese, project manager di Ethereum Release, una società di venture capital che si muove nello spazio di blockchain.

"La roba che cambierà il mondo sembra sempre stupida finché non si scopre il contrario" dice Gupta pensieroso mentre mangia una mela. "Sicuramente questo è vero (saltano in mente gli aerei, i film o l'energia nucleare), ma noi viviamo in un mondo che sembra fortemente radicato nel modello politico attuale. "C'è ancora un sacco di vita nello stato sovrano" mi dice Jackson-Preece. In questo senso può essere più utile vedere Bitnation come un esperimento mentale provocatorio: cosa accadrebbe se la governance fai da te fosse la norma?

"Le persone sono sempre più felici se possono scegliere un ambiente che le soddisfa personalmente ed emozionalmente" dice Tarkowski Tempelhof, la fondatrice di Bitnation che ha lavorato per molti anni per il dipartimento della difesa statunitense come appaltatrice, e cita le esperienze in Libia e in Afghanistan come esempi negativi di un approccio gerarchico, dove si usa un modello uguale per tutti e va tutto alla cazzo di cane.

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Il modo migliore di garantire pace e stabilità, dice Tarkowski-Tempelhof, è permettendo alle persone di crearsi il proprio ambiente.

Perché quello di nazione è un concetto tanto legale quanto ideologico. Un punto di forza di Bitnation sta nell'abilità di dare rappresentanza a gruppi sociali ignorati o repressi dagli stati moderni. Una nazione virtuale comel'Aboriginal Union of North America, per esempio, si autodefinisce come il primo stato indigeno al mondo.

Le nazioni virtuali pongono un'enorme speranza nella bontà intrinseca agli esseri umani per organizzarsi con rispetto e umanità. "Voglio avere fede nell'umanità" mi dice, von Heinrichshorst con lo sguardo serio.

Dentro la gabbia di faraday da Schloss Heinrichshorst. Foto: Nikolaos Symeonidis

La mia mente cinica vaga verso altri regni: quando la gente sceglie liberamente, credo prevalga una tendenza a socializzare intorno a punti di vista sempre più radicali, creando così dei circoli fatti di isolamento ed estremismo. Al giorno d'oggi siamo arrivati così lontano, cosa accadrebbe se dei suprematisti bianchi decidessero di formare delle nazioni virtuali con le loro regole e leggi?

"Io francamente la vedo come una cosa positiva" mi dice Tarkowski Tempelhof, "non perché mi piacciano i suprematisti—li odio—ma perché credo sia meglio che si riuniscano e vivano le loro vite come meglio credono".

Il sogno cripto-libertario almeno per alcuni potrebbe essere arrivato. E per quelli a cui non piace, c'è sempre l'Antartide.