In Italia non è molto conosciuta, ma Megan Thee Stallion è una rapper che sta facendo molto parlare di sé negli Stati Uniti ora come ora. Da poco ha annunciato una cosa intitolata Fever: Thee Movie, un video che sembra ispirato ai film blaxploitation degli anni Settanta—uno dei riferimenti di Quentin Tarantino nella creazione di Kill Bill, per intenderci. Nel trailer compaiono due rapper che hanno lavorato con lei al suo ultimo album, DaBaby e Juicy J, ma la cosa veramente interessante è la scritta che compare alla fine: “A Hype Williams Film”.
Ecco, Hype Williams è un regista di culto. A partire dal suo primo video, “Can It Be All So Simple” del Wu-Tang Clan, si è costruito una carriera trasformando semplici pezzi rap in opere d’arte visuali, e gli artisti che li cantavano in icone. Il tutto senza seguire mode, ma facendole: prima di lui nessuno si sarebbe sognato di usare un fisheye in un video rap, o di giocare dividendo lo schermo in più parti. Per intenderci, i trucchetti visivi di Tierra Whack non sarebbero potuto esistere se Williams non avesse gettato le sue fondamenta ormai venticinque anni fa.
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A partire dal nuovo millennio i video a sua firma sono stati sempre meno, ma ognuno è a suo modo memorabile: “Rock the Boat” di Aaliyah, “Diamonds from Sierra Leone,” di Kanye West, “Check on It” e “Blow” di Beyoncé—e ora Fever: Thee Movie. Mentre lo aspettiamo, però, ecco qua sotto una selezione di dieci suoi lavori degli anni Novanta, il decennio che lo ha affermato per sempre come un titano del videomaking hip-hop.
The Notorious B.I.G – “Mo Money Mo Problems” (1997)
“Mo Money, Mo Problems” comincia in un ambiente improbabile: una pista da golf con Puff Daddy che vince un torneo, mesi dopo la prima grande vittoria di Tiger Woods ai Masters. Puff attribuisce il suo successo a un amico speciale: “Stavo avendo un po’ di problemi alla 17esima buca, ma il mio amico B.I. da lassù è venuto giù e mi ha detto di stare tranquillo…” Uscito pochi mesi dopo la morte di Notorious B.I.G., “Mo Money, Mo Problems” mette in mano a Puff Daddy e Mase la torcia di Bad Boy. Il video tratto da Life After Death onora la vita e la leggenda di Biggie guardando verso il futuro mentre il duo incede con arroganza in abiti lucidi e Rolex. “Più soldi fai, più problemi hai”, dice Biggie in un filmato d’archivio inserito in mezzo alle scene.
Missy Elliott – “Sock It 2 Me” (1997)
Missy Elliott cantava di roba mega arrapante in “Sock It 2 Me”, ma un video ultrasexy sarebbe stato troppo facile. Missy invece sceglie un trattamento spaziale che avrebbe fatto invidia a Buzz Lightyear. Da Brat e Timbaland si uniscono al cosplay e surfano sul pianeta simil-Marte abitato da Missy.
Missy Elliott – “The Rain (Supa Dupa Fly)” (1997)
Sono passati più di 20 anni e nessuno è ancora riuscito a ballare sotto la pioggia risultando più sexy di Missy. “The Rain” ha creato attimi epocali: il vestito da Omino Michelin, i cameo di Total e Lil Kim, l’Hummer—tutto fatto con questo esplicito scopo. “L’obiettivo del video era di creare qualcosa di così estremo che sarebbe rimasto impresso nel cervello dei consumatori per sempre,” ha detto la stylist June Ambrose in un’intervista a Elle del 2017. Insomma, un esempio di come Hype e Missy hanno sfidato le convenzioni visuali di genere all’interno della scena hip-hop.
Busta Rhymes – “Put Your Hands Where My Eyes Can See” (1997)
Non appena ci si rende conto che Busta Rhymes si sta facendo lavare i denti da due donne nel video di “Put Your Hands Where My Eyes Can See”, diventa evidente che non è il solito video rap brutale tipico dei tardi anni Novanta. Dopo aver visto il film di Eddie Murphy del 1988 Il Principe cerca moglie mentre mixava il disco, Busta ha contattato Hype per mettere in piedi un remake del film. “Ho detto a Hype: ‘Voglio rifare da capo Il Principe cerca moglie e io voglio essere Eddie Murphy’”, ha raccontato nel 2012 in un’intervista a XXL. Il rapper di Brooklyn stima il costo del video attorno agli 800 mila dollari—nemmeno troppo per farsi inseguire da un elefante dentro un palazzo nel centro di Manhattan.
DMX, Nas – Belly (1998)
“Belly” non è un videoclip, ma è evidente che Hype ha mantenuto lo stesso approccio con il suo primo lungometraggio. Il suo intro si può considerare una delle scene più iconiche di tutti i tempi, con DMX e Nas che entrano dentro uno strip club illuminato solo da luci viola indossando lenti a contatto ultraviolette. Il film, che resta uno dei più importanti gialli con un cast solo composto da persone nere, è la prova che il talento di Hype andava ben oltre i videoclip.
Missy Elliott – “She’s a Bitch” (1999)
Se pensavate che la combinazione di Missy e Hype non potesse diventare più futuristica di “Sock It 2 Me” e “The Rain”, il duo alza l’asticella con “She’s a Bitch”. Il video è monocromatico, una netta inversione di marcia rispetto ai vivaci colori che di solito accompagnano Missy. Ma non è meno innovativo dei precedenti. Qui sfoggia una testa rasata, uno stile da lei chiamato “ghetto S&M”. Nel video, lei e il suo corpo di ballo sono militanti e sfidano il significato di “bitch”.
Jay-Z – “Big Pimpin” (1999)
Hype Williams porta la canzone di Jay-Z nelle Indie Occidentali, durante il Carnevale di Trinidad. Il video ha un’aura spontanea, anche se Too $hort ha raccontato che c’è stato un po’ di caos dietro le quinte in un’intervista dello scorso anno. Secondo il rapper californiano, Pimp C non era riuscito ad arrivare a Trinidad per girare insieme a Jay-Z, e ha filmato la sua parte a Miami.
Nas – “Hate Me Now” (1999)
Hype Williams considera la versione originale di “Hate Me Now” di Nas e Puff Daddy come la “This Is America” del suo tempo. Secondo il regista il video, che usa i due rapper per rimettere insieme la crocifissione di Gesù Cristo, è stato ampiamente modificato prima di arrivare in TV. “Il primo taglio di questo video era la cosa più bella che fosse mai stata vista”, ha detto Hype durante un panel al Red Bull Music Festival Director’s Series. “A causa di chi era Puff e di dove stava andando, doveva avere una licenza speciale per non avere vincoli nel girare questo video. Quello che faceva durante le riprese e non erano talmente radicali messe a tempo con la sua musica, che non saprei nemmeno descriverle, ma a questo punto la cosa più bella che abbia mai visto è Puff come effetto speciale, la stessa cosa che vedo succedere a Childish”.
Busta Rhymes – “What’s It Gonna Be?” (1999)
Se gli 800 mila dollari di “Put Your Hands Where My Eyes Can See” non ti hanno fatto strabuzzare gli occhi, scommetto che ci riuscirà la sua collaborazione con Janet Jackson in “What’s It Gonna Be?”. Stando a voci di corridoio, il video, che mette insieme sessualità e afrofuturismo, sarebbe costato oltre due milioni di dollari per gli effetti di computer-grafica che fanno sciogliere i due in una pozza di sperma.
TLC – “No Scrubs” (1999)
Appena quattro anni dopo “Scream” di Micheal e Janet Jackson, in cui i due fratelli se la prendevano con il mondo, quello delle TLC è un “urlo” a sé—ma l’oggetto della loro frustrazione sono gli uomini sbagliati. Il gruppo si sente al sicuro nella sua zona scrub-free, dove non devono accontentarsi di nulla di meno di quello che desiderano. In una intervista del 1999, Lisa “Left Eye” Lopes ha rivelato che la visione di Hype era di rappresentare le personalità delle componenti del gruppo in ognuna delle scene soliste. “[…] Abbiamo una parte individuale per ognuna, su un set individuale, quindi è un po’ come se ognuna avesse il suo mondo privato”, ha detto.
Una versione di questo articolo è comparsa originariamente su Noisey US.