Música

Il video “MILANO è EXPO” è la migliore rappresentazione di cosa sarà l’EXPO

Tutorial a cura di Sebax, autore e coreografo dell’inno “Milano È EXPO”

Quando si parla di EXPO Milano 2015 si sente già molto forte un odore di concimi naturali che sicuramente faranno germogliare la nostra voglia di mangiare tantissime verdure e produrre altri concimi naturali per concimare i nostri parchi verticali.

Videos by VICE

Senza stare ad approfondire questioni più strettamente politiche (potete averne una vaga idea qui o qui), finora la comunicazione di EXPO Milano è stata abbastanza lassativa, a partire dall’orrendo logo incomprensibile, fino alla mascotte Foody che sembra il compendio di tutte le volte che la Disney ha provato ad inserire peni nelle facce dei suoi protagonisti, per arrivare allo spot in cui si tenta di reclutare volontari per l’EXPO che lavorino gratis in cambio di gratificazioni simili a quelle che solo un social network può dare, ma nella vita reale.

Uno scivolone dopo l’altro, insomma. Eppure c’è così tanto da dire su Milano e sull’EXPO… Per fortuna che ci ha pensato Sebastiano Fumagalli aka Sebax Expo, che ha creato il video migliore della storia con cui finalmente la comunicazione letamica finora operata da EXPO verrà compensata.

Non abbiamo ancora capito se l’inno sia ufficiale o meno, anche se l’autore Sebax ha dichiarato in una recente intervista: “Abbiamo presentato la nostra canzone “Milano è Expo” e l’organizzazione ha deciso di farla diventare l’inno ufficiale che si affiancherà alla composizione lirica di Andrea Bocelli. Siamo al settimo cielo e incrociamo le dita perché questa canzone diventi un successo per noi, per la Brianza e per un evento così importante come l’Expo di Milano ”

Noi della redazione di Noisey ci siamo completamente galvanizzati da quest’opera di teatro-danza-poesia, e ora vorremmo condividere con voi le lezioni che questo video ci ha impartito:

– A parte che l’inizio sembra il gay pride. Un gay pride in cui si materializza un palestrato nudo ma senza pene e senza capelli olografico che fa un po’ l’effetto di quando ti bevi una litrata di Mastro Lindo Pavimenti (altrimenti detto Lavanda Gastrica) o di quei libri-gioco in 3d che si vedevano solo se storcevi gli occhi tantissimo.

– Naviglio è Scala è

– Non riesco a capire a capire tutti i personaggi, ad esempio, chi è Sebastiano Fumagalli? Il proprietario di una scuola di danza? Un dentista? È normale che Sebax Expo sembri una malattia della pelle (sia lui che il suo nome)? Per i primi due minuti ho pensato addirittura che fosse una specie di messaggero e che la figura del Dottor Manhattan fosse lì per lì pronta a portare un po’ di sana distruzione attraverso un’esplosione nucleare, che in qualche modo ce l’avremmo fatta ad estinguerci silenziosamente. Invece poi ho premuto su Sebax Expo e ho scoperto che c’è anche il video tutorial. Fondamentale per i meno timorati di dio.
E soprattutto c’è il rapper, e si sa, dove c’è il rapper vuol dire che le cose si fanno sul serio, quelli sono persone fredde e determinate; è evidentemente il fidanzato di una delle cantanti e immagino che abbiano fatto una specie di compromesso perché almeno è riuscito a salvare la faccia, anche se non riesco a capire cosa sia uno spuntino selvatico. Mi piacerebbe sapere dove vivono per poterli coccolare.

– Credo che sia la seconda cosa più bella capitata a Milano dopo “Sei a Milano tra la nebbia e il cemento” dei Chackra MC.

– Il balletto quindi è ispirato direttamente alla mobilità pluriarticolare dell’Uomo Vitruviano

– Be’, è ovviamente per il pubblico cinese, ai cinesi piacciono ste cose

– Sembra che dicano “Milano è sporca”

– Forse ciò che mi appassiona di più in quella che verrà ricordata come l’opera prima di Sebastiano Fumagalli è la tipa che non riesce in nessun modo nello schema soggetto/verbo/complemento per intero senza doverci infilare di mezzo la parola “MILLANNO” in un delirio di Tourette che farebbe impallidire persino il vocalist del Gattopardo. Ma la perfezione, cari amici, sta nei dettagli come la scritta “EXPO” fatta di scie kimike!1! che appare dietro al duomo a 2:37 minuti, la boccuccia storta dell’uomo di Vitruvio che “CHA CHA CHA VITA IN EDILIZIO” o forse il l’immenso sound design dietro al synthino anemico tipo keytar nel ritornello. Ad ogni modo non preoccupatevi perché ci stiamo già mobilitando per dare a Sebastiano quel che è di Sebastiano.

– Ammetto che colta impreparata, inizialmente, ho fantasticato sul sostituire moda di “Milano è moda” con “mota”, che nel mio paese vuol dire fango, ma pensandoci bene non è salutare ridere di questa roba, né cercare di estrapolare ironie e sarcasmi illuminati per più motivi:
• la merda in quanto merda ha smesso di fare schifo da troppo tempo, e anzi, è arrivata a piacere di brutto. O almeno piace apprezzare una roba perché fa schifo, e riderne di gusto, attribuendo significati caricaturali e volutamente eccessivi anche alle scoregge di Gesù.
• applicare le dinamiche di The Lady a un video promozionale di EXPO è uno sbaglio. Peggio della sagoma della perfetta coatta lombarda con le e chiuse che elenca le zone bene di Milano come la peggio Fiammetta Cicogna, potrebbe esserci solo la scelta di sostituirla con Giancarlo Magalli che fa altrettanto. Che ironici.
• The Lady non lo guardo perché ho il sospetto che rispecchi le dinamiche di cui sopra, EXPO l’anno prossimo tocca beccarselo dall’inizio alla fine e mi sembra un castigo sufficiente per farmi passare la voglia di continuare l’attenta analisi di questo incredibile video. Il pezzo rap per me lo fa il figlio di Magalli.

– L’uomo vitruviano-visnu balla come Mauro Repetto.

– C’è sempre la barzelletta di quello che deve entrare in un supermercato in cui sono stati cammuffati degli oggetti di arte contemporana e uscirne avendo comprato solo loro e non i prodotti normali. L’esistenza, specialmente quella mediatica digitale somiglia sempre di più a quell’aneddoto e fa sempre più caciara da tutte le parti: non è più possibile comprendere le motivazioni serie o ironiche di un dato oggetto, dato che sono entrambe alternativamente disponibili come autoassoluzione e/o attribuzione di senso sociale e culturale. C’è chi è estremamente consapevole di questo e ne fa un gran uso e chi semplicemente non ci ha capito un cazzo, poi c’è chi non ci ha capito un cazzo ma riesce comunque a fare un uso polivalente del medium. Tipo sto video, ecco: il punto zero del grottesco italiano che genera contemporaneamente reazioni come “guarda quanto sono caduti in basso questi di EXPO, non c’hanno manco i soldi per un inno decente”, e viralismi post-ironici che alla fine fanno il gioco di Expo stessa, per mezzo della solita riproduzione aliena del brand nei nostri cervellini ebeti. Di base, le risate possono essere un buon mezzo per distrarre dalla genuina indignazione per quella che sta essendo e sarà la rovina di Milano. Ma lo hanno fatto apposta? La risposta è SÌ NO SÌ NO SÌ NO SÌ NO SÌ NO SÌ NO NON IMPORTA. L’unica cosa che conta è che, ancora una volta, la merda frutta oro: con il minimo sforzo creativo e il minimo investimento ci siamo insozzati tutti di questa monnezza e non riusciremo a smettere di puzzare per un bel po’ di tempo. Insomma, il messaggio di questo video passa in maniera chiara e perfetta: EXPO è tipo l’AIDS. Ci credo che quello che rappa non vuole farsi vedere in faccia.

Segui Noisey su Twitter: @Noisey_IT